00 09/08/2009 20:12
Per voyager62


“Sono passati molti anni da quando l’ho letto, resta comunque il fatto che chi non ha conosciuto i lager sarebbe avvantaggiato rispetto chi li ha conosciuti”



La parabola dei talenti po’ aiutare. A chi è stato dato di meno, viene richiesto di meno. E’ ovvio che chi ha perso la fede per motivi assai gravi quando si troverà davanti al Creatore sarà cosciente di questo fatto esattamente come ne sarà cosciente Dio, e sarai lui stesso, dinnanzi a Dio che è metro di misura di tutte le cose, a sapere se il proprio fallimento esistenziale è colpa sua o delle circostanze esterne, e in che misura.


“Ma io non sono stato insultato con la disoccupazione a motivo di Cristo, ma a motivo delle leggi teocratiche della WTS, non ho preso nessuna croce mi sono solo ritrovato bastonato col palo!”


I passi citati non mi servivano per dire che si è beati se si subisce il martirio, ma che evidentemente, se Dio non risparmia la persecuzione ai suoi santi, e anzi dice di non volerlo fare, non si vede proprio perché dovrebbe risparmiare dolori a qualunque uomo. Volevo cioè far notare che il cristianesimo ha una visione non interventista del divino, abbiamo un Dio che, in nome del libero arbitrio dei suoi, permette anche di ucciderci a vicenda, o di licenziarti.


“Guarda che seppur c’erano dei per ogni “specializzazione”, tutti avevano in comune che se ne fregavano degli uomini e quando si interessavano a loro era solo per castigarli, ucciderli o farli soffrire (in questo mi ricordano gli dei del pantheon geovista!)”



Curioso modo di ridurre la mitologia greca. Se gli dèi del pantheon greco-romano fossero tutti solo degli assassini, non avremmo la copiosa testimonianza di un culto votato a chieder loro favori.


“gli dei amavano accoppiarsi tra loro o con gli umani (etero o omo), combattersi tra di loro e contro gli umani, ubriacarsi e godere di tutti i vizi immaginabili, i “fedeli” sapevano benissimo che non potevano aspettarsi grandi cose da loro ed offrivano sacrifici agli dei solo per cercare di placarli in quanto erano iracondi come i loro colleghi WTS.”



Quello che dici corrisponde ad una determinata mentalità greca, quella senofanea, e ad una delle funzioni della religione. Esiste effettivamente anche una serie di riti volti a placare gli dèi, ma ridurre la religione greco-romana a questo non è possibile, perché sono altrettanti i riti per propiziarseli ed ottenere da loro favori, addirittura attraverso delle fattucchierie ben lontane dal cerimonialismo pubblico.


“Ma se facendo la “volontà di geova” poi mi ritrovo disoccupato, mi pare ovvio che un dio così si merita tutto l’oblio di questo mondo”



Questo avrebbe senso se il bene maggiore fosse il lavoro. Per chi crede invece, come stoici e cristiani, che il bene maggiore sia la virtù, e che da questa sgorghi la felicità, allora l’inseguire il bene (la volontà di Dio), vale i sacrifici che questa strada richiede.


“La questione è che nel mio caso Dio avrebbe fatto piovere soldi agli ingiusti (capi WTS e capi G. di F.”



La pioggia sopra i giusti è la vera pioggia, e non consiste nel denaro. Se credi che Dio smetta di occuparsi di te solo perché sei materialmente messo male, allora cadi nell’errore di credere che quelli siano i beni che interessano a Dio, mentre non è così. E’ un discorso difficile da capire, e io stesso lo comprendo a malapena, perché richiede un totale cambiamento di mentalità, Gesù infatti non aveva nulla di quelli che noi oggi considereremmo dei beni. Vedere la gioia di un cristiano nonostante sia andando incontro al martirio, perché sta che sta facendo la cosa giusta, è un momento dove si può vedere la mano di Dio. La fedeltà a Dio, la gioia dei santi anche nel mezzo dell’afflizione e della povertà, è un esempio di quella gioia dello spirito che interessa a Dio, perché il suo unico scopo è far sì che noi realizziamo la nostra natura umana, ed essa si realizza conformando il nostro animo al progetto divino.


“Se qualcosa va storto, la colpa è MIA mentre se va bene è merito di geova e soprattutto del geovismo!
NO! Ai sensi di colpa non cedo più, non ci casco più, è coi sensi di colpa che si tiene il gregge in schiavitù, resta solo il”



Scusa ma mi sembra di aver parlato di colpe, ho semplicemente detto che sei hai scelto di non seguire Dio è stata una tua scelta, certo, una scelta maturata a causa di quello che t’è capitato, ma sempre una tua scelta. O non credi al libero arbitrio, e dunque ritieni che, dato quello che t’è capitato, sia impossibile per chiunque mantenere la fede, oppure ne dovrai convenire che la tua scelta, indipendentemente dal fatto che sia stata giusta o sbagliata, è stata una tua scelta.


“Io per servire Dio ho rinunciato al lavoro, se non era necessario questo, non pretendo che Dio fulmini subito i capi WTS, ma che almeno avessi potuto recuperare subito un lavoro, ed invece il NULLA assoluto!”


Tu non hai potere contrattuale con Dio, nessuno ce l’ha, e nessuno conosce i suoi piani.


“Ecco, che finalmente mi hai giudicato e, già che c’eri, mandato pure all’inferno!
E meno male che chi va all’inferno ci andrebbe pure volontariamente, ma sarebbe il povero disgraziato stesso a rendersene conto ed andarci volontariamente!”


Come ripeto l’inferno è uno stato dell’anima, e cioè quello stato dell’anima in cui si è nella privazione da Dio. E’ l’anima stessa che, dopo la morte, sa se ha vissuto con o senza Dio, e che dunque sa se si trova in paradiso o all’inferno.


“Poi non siete voi cattolici che ammettete il Purgatorio, allora fammi almeno andare là e seppur dovessero occorrere miliardi di anni,”



Il purgatorio è un argomento affascinante, e nasce dall’idea che nessuno, così com’è, è degno di Dio, perché tutti, chi più chi meno, abbiamo dei peccati sulla nostra coscienza. In questo caso, davanti alla visione di Dio, ci sarà un istante in cui saremo consci della nostra imperfezione ma anche dell’amore di Dio che ci vuole con sé, e dunque verremo purificati da questa Grazia salvifica. Parlare di “durata” del purgatorio è problematico, non essendo una dimensione temporale, è probabile che tu ragioni in base alle rappresentazioni immaginifiche dantesche, ma quella è letteratura.


“il mio problema è che della veridicità della bibbia non sono più tanto convinto, visto che la WTS è riscita a farle dire: “Dimettiti dalla Guardia di Finanza!””



Ma questo è un problema della Bibbia, o di chi l’ha interpretata?

In realtà, tutto quello che ho scritto è paglia, un balbettio che tenta di dare ragione di qualcosa molto più grande di noi, per cui non voglio convincerti con le mie sole parole, devono essere delle nuove esperienze, un nuovo sentire, a riaprirti la possibilità di sentire Dio. Ti auguro solo di averle presto.
Ad maiora
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Ά όταν έκτιζαν τα τείχη πώς να μην προσέξω.
Αλλά δεν άκουσα ποτέ κρότον κτιστών ή ήχον.
Ανεπαισθήτως μ' έκλεισαν απο τον κόσμο έξω
(Κ. Καβάφης)