00 23/07/2009 00:31
Benedetto XVI, ha scritto di Ignazio:


Nessun Padre della Chiesa ha espresso con l'intensità di Ignazio l’anelito all'unione con Cristo e alla vita in Lui. Perciò abbiamo letto il brano Vangelo sulla vigna, che secondo il vangelo di Giovanni è Gesù. In realtà, confluiscono in Ignazio due "correnti" spirituali: quella di Paolo, tutta tesa all’unione con Cristo, e quella di Giovanni, concentrata sulla vita in Lui. A loro volta, queste due correnti sfociano nell’imitazione di Cristo, più volte proclamato da Ignazio come "il mio" o "il nostro Dio". Così Ignazio supplica i cristiani di Roma di non impedire il suo martirio, perché è impaziente di "congiungersi con Gesù Cristo". E spiega: "E' bello per me morire andando verso (eis) Gesù Cristo, piuttosto che regnare sino ai confini della terra. Cerco lui, che è morto per me, voglio lui, che è risorto per noi... Lasciate che io sia imitatore della Passione del mio Dio!" (Romani 5-6). Si può cogliere in queste espressioni brucianti d'amore lo spiccato "realismo" cristologico tipico della Chiesa di Antiochia, più che mai attento all'incarnazione del Figlio di Dio e alla sua vera e concreta umanità: Gesù Cristo, scrive Ignazio agli Smirnesi, "è realmente dalla stirpe di Davide", "realmente è nato da una vergine", "realmente fu inchiodato per noi" (1,1). L'irresistibile tensione di Ignazio verso l'unione con Cristo fonda una vera e propria "mistica dell'unità". Egli stesso si definisce "un uomo al quale è affidato il compito dell'unità" (Filadelfiesi 8,1).

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Ά όταν έκτιζαν τα τείχη πώς να μην προσέξω.
Αλλά δεν άκουσα ποτέ κρότον κτιστών ή ήχον.
Ανεπαισθήτως μ' έκλεισαν απο τον κόσμο έξω
(Κ. Καβάφης)