00 20/07/2009 15:42
Re:
countrydancer, 20/07/2009 9.17:

[SM=g1543902]




-----------------------------------------------------------------

Domande dai lettori W 15/12/2001 pag.28Come può una moglie cristiana conciliare la lealtà a Dio con la sottomissione al marito incredulo qualora egli partecipasse ad attività legate a feste religiose?
È una situazione che richiede saggezza e tatto. Ma è giusto che la moglie si sforzi di trovare l’equilibrio fra queste sue due responsabilità. Riguardo a una situazione analoga, Gesù consigliò: ‘Rendete a Cesare le cose di Cesare, ma a Dio le cose di Dio’. (Matteo 22:21) È vero che Gesù si riferiva agli obblighi verso i governi, ai quali in seguito fu detto ai cristiani di essere sottomessi. (Romani 13:1) Tuttavia il consiglio di Gesù si può applicare anche alla necessità che la moglie trovi la maniera di conciliare i suoi obblighi verso Dio con l’obbligo scritturale di essere sottomessa al marito, anche se incredulo.
Nessuno che conosca la Bibbia negherebbe che essa indica chiaramente che in qualsiasi circostanza il cristiano è prima di tutto tenuto a essere leale all’Iddio Onnipotente. (Atti 5:29) Ciò nonostante in molte circostanze un vero adoratore può assecondare le richieste, più o meno tassative, di un incredulo che ha autorità senza comunque compiere azioni che violino le elevate leggi di Dio.
Un esempio istruttivo è quello dei tre ebrei, riportato in Daniele capitolo 3. Il governante che aveva autorità su di loro, Nabucodonosor, aveva decretato che fossero presenti insieme ad altri nella pianura di Dura. Comprendendo che si trattava di una cerimonia che aveva attinenza con la falsa adorazione, i tre ebrei avrebbero probabilmente preferito evitare di essere là. Forse Daniele riuscì a trovare una giustificazione per non essere presente, ma i tre no. Perciò ottemperarono alla richiesta per quanto riguardava l’essere presenti, ma erano decisi a non compiere nessuna azione errata, e non la compirono. — Daniele 3:1-18.
Similmente in occasione di certe festività un marito incredulo potrebbe chiedere o esigere che la moglie cristiana faccia qualcosa che lei vorrebbe evitare. Facciamo qualche esempio: potrebbe dirle di cucinare determinate pietanze nel giorno in cui lui e altri celebreranno una festività. Oppure potrebbe pretendere di andare a trovare quel giorno i suoi parenti con tutta la famiglia (inclusa la moglie) per pranzare con loro o semplicemente per far loro visita. O forse, ancor prima della festività, potrebbe dire alla moglie che quando andrà a fare spese gli compri dei cibi tipici di quella festività o degli oggetti da regalare o carta da regalo e biglietti di auguri.
Di nuovo, la moglie cristiana dovrebbe essere decisa a non compiere azioni legate alla falsa religione, ma che dire di questo genere di richieste? Il marito è il capo della famiglia e la Parola di Dio dice: “Mogli, siate sottomesse ai vostri mariti, come si conviene nel Signore”. (Colossesi 3:18) In questi casi, può la moglie mostrare sottomissione al marito rimanendo al tempo stesso leale a Dio? Spetta a lei decidere come conciliare l’ubbidienza al marito con l’ubbidienza a Geova, che viene al primo posto.
In altre occasioni il marito può chiederle di cucinare una certa pietanza perché gli piace o perché è abituato a mangiarla in una determinata stagione. Lei vorrà mostrargli amore e riconoscere la sua autorità. Potrebbe agire così anche se lui le chiedesse di preparare quella pietanza in occasione di una festività? Alcune mogli cristiane potrebbero sentirsi in coscienza di fare questo, considerandolo come il normale compito di preparare i pasti tutti i giorni. Certo nessuna cristiana fedele attribuirebbe a ciò alcun significato religioso, anche se il marito dovesse farlo. Similmente, egli potrebbe chiederle di accompagnarlo quando in vari periodi del mese o dell’anno va a trovare i suoi parenti. Lei potrebbe accompagnarlo anche se l’occasione coincidesse con una festività? Oppure, potrebbe in linea di massima essere disposta quando va a fare acquisti a comprare le cose che il marito le chiede, senza sindacare l’uso che lui intende farne?
Ovviamente la moglie cristiana dovrebbe pensare all’effetto che ciò può avere su altri. (Filippesi 2:4) Vorrà evitare di dare l’impressione di partecipare alla festività, come i tre ebrei probabilmente avrebbero preferito non essere visti mentre si recavano nella pianura di Dura. Perciò lei potrebbe cercare di ragionare con tatto con il marito per vedere se, per riguardo verso i sentimenti di lei, egli potrebbe fare da sé certe cose legate alla festività, così da assecondare una moglie che lo ama e lo rispetta. Egli potrebbe rendersi conto che è meglio per entrambi evitare di trovarsi nella situazione potenzialmente imbarazzante che si creerebbe qualora lei dovesse rifiutarsi di partecipare ad attività legate alla falsa religione. Sì, una conversazione serena fatta in anticipo potrebbe portare a una soluzione pacifica. — Proverbi 22:3.
In ultima analisi, il cristiano fedele deve soppesare i fatti e decidere cosa fare. L’ubbidienza a Dio viene al primo posto, come si nota dall’episodio dei tre ebrei. (1 Corinti 10:31) Ma con questo in mente ogni cristiano deve decidere personalmente quali cose non compromettenti si possono fare quando vengono richieste da chi ha l’autorità nella famiglia o nella collettività.

con affetto










www.randallwatters.com/

Se studiate la storia della società Watchtower, una cosa dovreste aver chiara nella mente: la dottrina è irrilevante. Cambia continuamente, dato che il Corpo Direttivo riscrive la loro storia e si riscrivono nella Bibbia, come se fosse stata scritta per loro e soltanto per loro. Potete studiare teologia finché vi fuma il cervello. Potete conoscere la Bibbia parola per parola. Ma, a meno che capiate come la manipolano per arrivare ai loro fini, rimarrete sprovveduti sul come contrastarli. Vi rideranno in faccia. Se imparate il loro sistema e mettete a nudo il loro metodo, non vi sfideranno più. Come nella novella ‘Il mago di Oz’ fu sorpreso a esercitarsi dietro la tenda, così tireranno la tenda dell’illusione al suo posto. Imparate le loro tecniche piuttosto che la loro teologia. (di Randall Watters, dalla sua esperienza pluriennale alla Betel di Brooklyn)