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Falso mancato = Le parole che S. Tommaso disse quando Gesù risorto gli mostrò le sue piaghe furono:

- Giovanni 20:28: “Mio Signore e mio Dio!”.

I soliti “ignoti” traduttori, estenuati dal troppo falsare, in questa circostanza sono incorsi in una grossa distrazione ed hanno tradotto correttamente secondo il testo originale, e cioè:

- Giovanni 20:28: “Mio Signore e mio Dio!”.

La “D” maiuscola, sfuggita inavvertitamente alle volpi distratte, fa crollare il castello di menzogne costruito pazientemente in molti anni di attività truffaldina e, da allora, i testimoni di Geova di tutto il mondo si affannano a rimediare con qualche pezza esegetica e con spericolate arrampicate sugli specchi.

Su “Ragioniamo facendo uso delle Scritture”, 1990, pagina 166, si legge testualmente:

“Non c’è nulla di strano chiamare Gesù “Dio”, sempre che questo sia ciò che Tommaso aveva in mente. Sarebbe stato in armonia con la citazione che Gesù Stesso fece dei Salmi, dove uomini potenti, giudici, erano chiamati “dei”.

Quindi, “Non c’è nulla di strano chiamare Gesù “Dio”! I testimoni di Geova sono veramente a corto di argomenti visto che ricorrono ad una barzelletta alla Russell. E’ perfino troppo facile inchiodare i geovisti con la nutrita documentazione dei falsi scritturali ed esegetici ai quali hanno fatto ricorso per sostenere le loro tesi su Giovanni 1:1 che hanno tradotto “Ela Parola era un dio”.

I testimoni di Geova hanno inciampato su Giovanni 20:28 traducendo correttamente “Mio Signore e mio Dio!” e ora tentano di confondere la parola “Dio” (con la “D” maiuscola) con gli “dei” dei quali parlano i Salmi a proposito di creature potenti. I geovisti fanno riferimento alla parola ebraica “elo-him” che nell’Antico Testamento può avere il significato di “creatura potente” (uomini, angeli).

Ora, secondo gli ineffabili testimoni di Geova, S. Tommaso avrebbe detto a Gesù: “Mio Signore e mio uomo potente!”, dopo aver assistito a tutti i suoi miracoli, alle resurrezioni da lui operate e, soprattutto, alla risurrezione di se stesso. Gesù, infatti, prima della sua passione e morte aveva detto:”… io offro la mia vita per poi riprenderla di nuovo. Nessuno me la toglie, ma la offro da me stesso, perché ho il potere di riprenderla di nuovo” (Giovanni 10:17-18).

A Gesù, con tutta evidenza, non si adatta la misera espressione inventata dagli esegeti americani: “… mio uomo potente!”, bensì l’esclamazione gioiosa e adorante di S. Tommaso: “Mio Signore e mio Dio!”.

Da queste parole, riportate da S. Giovanni, emergono delle verità indiscutibili sulla fede nella divinità di Cristo espressa da S. Tommaso, dagli Apostoli e da tutti i veri cristiani.

Ciao Ilnonnosa