00 21/07/2009 21:00
Riguardo al capitolo 65 di Isaia è interessante cosa fa notare una parte dello scritto di questa pagina: http://www.infotdgeova.it/terra.htm


“Consideriamo inoltre il contesto delle parole di Isaia: è chiaro che il profeta si riferiva innanzi tutto alla fine della morte e delle sofferenze causate dai nemici di Israele. È quindi la morte prematura che avrebbe dovuto cessare per sempre. È lo stesso discorso che viene fatto anche qualche capitolo dopo nel libro di Isaia:
«Poiché, ecco, io creo nuovi cieli e nuova terra; e le cose precedenti non saranno ricordate, né saliranno in cuore. Ma esultate e gioite per sempre di ciò che io creo. Poiché, ecco, io creo Gerusalemme causa di gioia e il suo popolo causa d'esultanza. E certamente sarò gioioso in Gerusalemme ed esulterò del mio popolo; e non si udrà più in essa suono di pianto né suono di grido di lamento» (Isaia 65:17-19).
Si parla quindi di pianti e lamenti causati dalla morte prematura, ed è questa che Dio promette di eliminare per sempre. Che si parli di morte prematura è indicato anche nei successivi versetti:
«Non ci sarà più da quel luogo lattante di pochi giorni, né vecchio che non compia i suoi giorni; poiché uno morirà come semplice ragazzo, benché all'età di cent'anni; e in quanto al peccatore, benché all'età di cent'anni il male sarà invocato su di lui».
Altre traduzione rendono questi passi in maniera più chiara:
«Non ci sarà più, in avvenire, bimbo nato per pochi giorni, né vecchio che non compia il numero dei suoi anni; chi morirà a cent'anni morirà giovane e il peccatore sarà colpito dalla maledizione a cent'anni» (Riveduta). «Non ci sarà più un bimbo che viva solo pochi giorni, né un vecchio che dei suoi giorni non giunga alla pienezza; poiché il più giovane morirà a cento anni e chi non raggiunge i cento anni sarà considerato maledetto» (CEI).
Quindi la morte e la vecchiaia sarebbero esistite anche in questa nuova società. Perché non si legge "non invecchieranno più e non moriranno più", se questo fosse ciò che il profeta intendeva dire?”



Inoltre non dimentichiamoci anche il significato iniziale che avevano le profezie e che poi sono state riattualizzate dalla speranza promessa da Gesù, il quale ha indicato che non la terra è il destino finale dell’uomo ma il Regno dei Cieli. Questo dimostra che quei passi in cui si parla di ‘vite’ e di ‘fico’ è da intendersi in maniera simbolica, infatti il passo fa semplicemente capire l’atmosfera di gioia e di felicità che ci sarà fra le persone bendette da Dio: questo il senso vero del profeta Michea!

Per quanto riguarda il senso di ‘terra’ dei Salmi credo di aver già risposto con l’analisi del capitolo 5 verso 5 di Matteo. Su 2 Pietro invece è applicabile lo stesso discorso di ‘nuovi cieli’ e ‘nuova terra’ come per l'Apocalisse, ossia in maniera simbolica, altrimenti sarebbe da prendere alla lettera anche che i cieli e la terra verrebbero distrutti per poter poi essere ricreati.

La 'terra' che la Bibbia promette, da Matteo 5:5 si comprende che è il Regno dei Cieli alla presenza di Dio, tant'è che anche la 'grande folla' del capitolo 7 di apocalisse sta 'dinanzi al trono' di Dio, trono che è sempre in Cielo e non è possibile che sia sulla terra.

Apocalisse 7:9

"Dopo queste cose guardai e vidi una folla immensa che nessuno poteva contare, proveniente da tutte le nazioni, tribù, popoli e lingue, che stava in piedi davanti al trono e davanti all'Agnello, vestiti di bianche vesti e con delle palme in mano"



[Modificato da Bicchiere mezzo pieno 21/07/2009 21:01]
La verità non è qualcosa di statico ma è basata su una conoscenza progressiva, in grado di mettere in discussione anche i precedenti concetti raggiunti usando il modello del metodo scientifico