00 05/08/2009 22:26

vi saluto in CRISTO SIGNORE

Miei cari fratelli e sorelle


...riprendo......e

Dicevo:
chi non ha provato in sé, ad un certo punto della sua crescita, questo bisogno? Chi non ha sognato nella giovinezza questa libertà, soprattutto quando non percepiva più il dono, ma invece del dono sentiva un’imposizione, una schiavitù?

E sarebbe da aggiungere

Quanto di voi sperimentando l’amarezza/delusione di una organizzazione, hanno in cuor loro detto : basta con questa schiavitù, basta con questa oppressione…..BASTA!

Comunque, che lo riconosciamo o no, questo è o può essere il nostro vissuto con Dio [SM=x570868] .
Questo è il nostro vissuto con Dio, la nostra storia con Dio. Ognuno di noi esamini se stesso.

Noi magari abbiamo conosciuto Dio come colui che ci ha formato nel segreto, ci ha tessuto nell’utero di nostra madre, colui che ci proteggeva e ci custodiva. Ma poi, a un certo punto della nostra crescita abbiamo sentito Dio come una presenza esigente, una volontà che urtava con la nostra, una presenza che ci poneva davanti un limite. Un limite!
(analoga situazione con il CD???)

Non foss’altro, ricordandoci che ciascuno di noi non è solo, ciascuno di noi ha altri accanto a lui, ciascuno di noi non può né tutto, né subito. Chi di noi, a un certo punto, non ha sentito questa pulsione dentro: “tutto e subito!”? E’ allora che, tentati da ciò che contraddice la volontà di Dio, abbiamo sentito Dio come un limite, abbiamo sentito il legame con lui come una prigione, l’ascoltare la sua parola come un’oppressione. Ecco il peccato, ecco il nostro bisogno di allontanamento.
In qualche maniera abbiamo sentito il bisogno di ucciderlo, perché volevamo dimenticarlo, fare a meno di lui.
(analogamente, la delusione/amarezza di un CD è troppa [SM=x570872] )

Pensate quanti conservano con la fede un legame con Dio e poi, come arriva l’adolescenza, (la crescita / o / la delusione di una organizzazione) non riescono più a vedere il volto di Dio come un volto di tenerezza, non riescono più a sentire la volontà di Dio, quella paternità come un dono.
E si allontanano, si allontanano dalla vita cristiana, si allontanano da questa relazione con Dio e poi vivono senza Dio.
Certo, il peccato in noi è entrato in questa forma; e noi magari, non tutti, non tutti (ma non pensate che dicendo “non tutti”, la parabola poi non riguardi questi… aspettate la seconda parte -figlio maggiore)… e poi non tutti ce ne andiamo senza traguardo, ci basta andare lontano, lontano dal padre, come questo figlio.
Siamo come Adamo ed Eva assaliti dal dubbio: pensiamo che il comando di Dio, il limite che Lui ha posto in qualche misura era una maniera da parte di Dio di sentirsi geloso di noi. Poco a poco noi deformiamo il volto di Dio; finiamo soprattutto per vederlo padre-padrone. Ma all’interno di questo processo non pensate che ci sia soltanto il giovane, il ragazzo. Perché l’immagine di un Dio padre-padrone è vero che ci viene spontanea dentro, se noi non riusciamo a capire il dono della legge; ma ci sono tanti “devoti” e “religiosi” di ogni “confessione” (ma in maniera più marcata il CD della WTS???) che contribuiscono a darci questa immagine del padre-padrone. Pensate che a volte, con buona intenzione, i nostri genitori, oppure anche uomini di Chiesa e di ogni confessione, ci hanno detto da piccolo e continuano anche dopo - e credevano di fare il bene e non sapevano di dire una bestemmia, la bestemmia più grande:
“se tu sei buono, Dio ti ama, ma se non sei buono, Dio non ti ama più”.
Guardate, questa è la bestemmia più grande del cristianesimo. Sarebbe già una bestemmia gravissima dire: se tu sei cattivo, Dio ti castiga. Ma uno può dire: beh, nel giudizio finale vedremo. (scuola applicata TdG [SM=x570872] ??? [SM=x570872] )Ma dire “se tu sei cattivo, Dio non ti ama più”, questa è la contraddizione più grande nei confronti del nostro Dio.

E sarebbe da dire che il giovane che se n’è andato è anche stato assalito da questo dubbio… Ha detto: “sì, sì, è vero… Il padre è amore, mi ama se sono buono: ma se sono cattivo non mi ama più”. E così, fuggendo da Dio, quel figlio se n’è andato lontano, e anche noi ce ne andiamo lontano e imbocchiamo un cammino di morte. Le nostre sostanze, i doni che Dio ci ha fatto vengono sperperati, appare la sofferenza, la degradazione, la solitudine, perdiamo tutto quel che abbiamo. Ma poco a poco perdiamo anche quel che siamo. Quella fuga intrapresa si mostra soltanto sterile, illusoria, menzognera. Ma siccome siamo noi stessi ad aver scelto quella strada e non vogliamo subito riconoscere la nostra responsabilità, allora diciamo a Dio: “ma non poteva fermare la nostra fuga?”
Piuttosto di pigliare la responsabilità che ce ne siamo andati, finiamo di rimproverare e dire: “ma se lui sapeva che andavamo verso la morte, perché non ci ha fermato?”. Magari qualcuno leggendo la parabola dirà:
“ma perché il padre della parabola non ha costretto il figlio a restare a casa? Perché gli ha dato il patrimonio?”.
Ma qui c’è l’immagine del nostro Dio, vedete. Il nostro Dio ha creato un uomo che può negarlo, che può dirgli di no, che può contraddirlo, che può addirittura desiderare la sua morte. Questa è la grandezza del Dio dei cristiani: ci ha amati a tal punto che ci lascia partire da lui nella nostra libertà. Ci siamo mai chiesto se, DIO incontrando uno di noi, gli dicesse:
“Guarda, adesso tu fai un figlio, genera un figlio. E vedrai che questo figlio, una volta che l’hai generato, ti dirà: «Tu non sei mio padre, tu non esisti», ti sputerà addosso e desidererà di vederti morire”.
Pensiamno davvero che noi genereremo quel figlio?
Dio lo ha generato e siamo noi.
Siamo noi… La grandezza del nostro Dio è che ha creato degli uomini che possono essere atei, cioè fare senza di lui. Non ha creato dei burattini il nostro Dio, non ci costringe neanche a credere in lui o ad accettarlo ad ogni costo. Uno dei grandi profeti di questo nostro secolo, Nietzsche, cantava, chiedeva la morte di Dio, dicendo che sarebbe stata finalmente la liberazione per gli uomini. E’ stato possibile anche questo. Il nostro Dio, vedete, non ha rivalità con gli uomini; ha voluto l’uomo come partner in alleanza e ha voluto un uomo come figlio, vero figlio, un uomo che, crescendo, può dirgli sì e può dirgli no, può accoglierlo o rifiutarlo.

…continua…….

grazie [SM=x570890] [SM=x570892] [SM=x570890] [SM=x570864]

vi saluto in CRISTO RISORTO


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[Modificato da cavdna 05/08/2009 22:28]