00 17/07/2009 02:05
Sono rientrata soltanto da alcuni giorni dalle vacanze e mi son ricordata di questo topic rimasto incompleto. Il problema è che ho poco tempo a disposizione e devo necessariamente sintetizzare l'argomento. Posso semplicemente offrire delle indicazioni generali.


I tre gruppi delle Scritture Ebraiche non sono dotate tutte della medesima autorità poiché si ritiene (e riteneva) che la Legge di Mosè scaturisse dal livello più alto di profezia, rispetto ai Profeti e agli Scritti. In parole povere, Mosè sul Monte Sinai profetò in uno stato cosciente e consapevole. Un evento assolutamente unico e straordinario quello narratoci. Un popolo intero che “vede” le voci di Dio. Colui che dette la Torah non si rivelò solo a Mosè, ma all’intero popolo di Israele. Il popolo scorse la grandiosa visione, ma non osò avvicinarsi. Fu Mosè che si avvicinò…


Scriverà Rambam come, anche se i convenuti furono testimoni del miracolo, non raggiunsero il “grado della profezia” se non coloro che erano adatti, e cmq per gradi. In Esodo 24 è detto che Dio comandò a Mosè, ad Aronne, Nadab, Abiu e settanta anziani d’Israele di salire sulla montagna ma, soltanto a Mosè viene permesso di avvicinarsi al Signore; il resto dei prescelti stava al di sotto di Mosè, e il popolo al di sotto di loro, “secondo la perfezione” di ciascuno”…


“Mosè scrisse tutto quel che il Signore gli aveva detto” (Esodo 24,4). I commentatori insistono molto su questo particolare: Mosè parlò e Dio gli rispose a “voce” (Esodo 19,19) e viene spiegato che Mosè riferì ogni “parola” come l’aveva udita (Mekilta su Esodo 20,1). Dio parlò a Mosè, e tutto il popolo ne fu testimone. La Torah recita: ”Affinchè la gente ascolti quando Io parlo con te….” (Esodo 19,9) come prova del fatto che il discorso era rivolto a lui, ed essi udivano la grande voce, ma non l’articolazione del discorso. “Voi udiste il suono delle parole, ma non vedeste alcuna forma; solo una voce” (Deut 4,12).


La Tradizione, sottolinea costantemente che, la percezione di Mosè non fu come quella dei Patriarchi che lo hanno preceduto, ne come quella dei Profeti che lo hanno seguito, ma ben maggiore rispetto a tutti loro. Il livello profetico raggiunto da Mosè non ebbe eguali: “Non sorse più profeta in Israele come Mosè, che conobbe il Signore faccia a faccia” (Deut. 34,10), e la sua autorità è posta molto al di sopra della normale profezia.


"Ascoltate con attenzione le mie parole: se tra voi c'è un mio profeta,io mi faccio conoscere a lui in visioni, gli parlo per mezzo di sogni.Ma è diverso per Mosè, mio servo. Egli ha autorità su tutta la mia casa. Io gli parlo direttamente in un linguaggio chiaro,senza enigmi.Egli mi vede apparire davanti a sé". (Numeri 12, 6-8)



Il termine profezia è indicato dalla parola ebraica "nevuah". Il secondo blocco della Bibbia Ebraica è composta appunto dai Nevim( Profeti). Il loro contenuto è stato trasmesso da Dio attraverso "sogni o visioni", ed è per questo motivo che la profezia di solito è espresso simbolicamente. Il messaggio viene trascritto dai profeti(o dalla loro scuola) attraverso lo stile e la formulazione che caretterizza ciascuno di essi. A volte essi profetizzano mediante metafore, o vedono raffigurazioni allegoriche che vanno interpretate. Di alcune, essi riescono a dare una spiegazione, di altre è un angelo che soccorre il profeta facendogli conoscere l'interpretazione. Non è raro che le visioni profetiche appaiono nebulose, problematiche o addirittura oscure nella loro formulazione. Ciò era accettato sulla base di una credenza largamente diffusa all'epoca del II Tempio, ovvero quella secondo cui lo spirito di profezia fosse andato scemando sino a cessare definitivamente,a differenza del "ruach ha kodesh", letteralmente "spirito di santità", che caratterizza il terzo blocco della Bibbia Ebraica, ovvero gli Scritti.

Il "ruach ha kodesh" è un livello al di sotto della profezia, e da questa influenzata, hanno continuato comporre le loro opere i rabbini dopo la distruzione del Tempio nel 70. d.C. Potremo considerlarla una sorta di "intuizione" che guida l'autore nella composizione del suo scritto (così i Salmi, Lamentazioni, ect...). Non gli viene comunicato un messaggio attraverso "sogni o visioni", tuttavia la sua saggezza lo rende idoneo a ricevere una sorta di "illuminazione" su questioni di Torah e della vita in generale.


Alla luce di ciò, è comprensibile la notevole distanza che intercorre tra il “Pentateuco” e gli “Scritti”, a livello profetico.






[Modificato da Topsy 17/07/2009 21:03]