00 29/06/2009 20:12
Non mi è ben chiaro cosa s'aspetta costui dalla CEI: non è un tema d'interesse pastorale la vita privata di una singola persona portatrice di nome e cognome, che questa persona sia un privato cittadino o un ministro. La Chiesa deve condannare l'adulterio, non additare gli adulteri. Si deve distinguere l'errore dall'errante: in tutti i suoi livelli la Chiesa deve parlare contro il peccato, non puntare il dito e dire "quella persona x s'è macchiata di quel peccato", questo non è compito della pastorale della Chiesa ma di un tribunale. Specie in casi come questo... Sarebbe dovere della CEI intervenire se Berlusconi predicasse qualcosa che va contro quello che la Chiesa insegna o se il suo governo facesse azioni legislative contro quello che la Chiesa insegna, in questi casi infatti non si starebbe più attaccando l'uomo Berlusconi in quanto singolo bensì il suo programma politico. La Chiesa non può né deve interferire nella vita privata di un primo ministro, se dunque questo sacerdote vorrebbe che la Chiesa intervenga io mi auspico l'esatto contrario, specie perché non si può additare qualcuno come peccatore senza sapere se lo sia davvero (e, ancora una volta, stabilire se Berlusconi è colpevole di quello di cui viene accusato non è competenza della Chiesa ma della magistratura italiana). Si può criticare Prodi se appoggia disegni di legge contro la morale cattolica, esattamente come si può criticare Berlusconi se fa lo stesso. L'idea che quest'articolo fa passare, e cioè che sarebbe stato criticato Prodi e non Berlusconi, è falsa. Perché non è stato criticato Prodi in quanto singolo, ma la sua azione politica, allo stesso modo se il governo Berlusconi creerà leggi contro l'uomo si criticherà il suo operato politico, ma non certo la sua vita privata, che come ripeto non è di alcun interesse per la pastorale.

Ad maiora
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Ά όταν έκτιζαν τα τείχη πώς να μην προσέξω.
Αλλά δεν άκουσα ποτέ κρότον κτιστών ή ήχον.
Ανεπαισθήτως μ' έκλεισαν απο τον κόσμο έξω
(Κ. Καβάφης)