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IL DISCORSO PRIMA DELL'ANGELUS
Papa: «Una traccia della Trinità
è nel genoma di ogni uomo»
«La prova più forte che siamo fatti ad immagine della Trinità è questa: solo l'amore ci rende felici, perchè viviamo per amare ed essere amati»
Benedetto XVI (Ansa)ROMA - Raffinata riflessione teologica di Benedetto XVI con ricorso a un'analogia che attinge al linguaggio della scienza biologica prima dell'Angelus di domenica 7 giugno. «La prova più forte che siamo fatti ad immagine della Trinità è questa: solo l'amore ci rende felici, perchè viviamo per amare ed essere amati» ha detto il pontefice prima di intonare l'Angelus. «Usando un'analogia suggerita dalla biologia, diremmo - ha aggiunto - che l'essere umano porta nel proprio "genoma" la traccia profonda della Trinità, di Dio-Amore».
«Quest'oggi - ha rilevato il Pontefice - contempliamo la Santissima Trinità così come ce l'ha fatta conoscere Gesù: Egli ci ha rivelato che Dio è amore non nell'unità di una sola persona, ma nella Trinità di una sola sostanza; è Creatore e Padre misericordioso; è Figlio Unigenito, eterna Sapienza incarnata, morto e risorto per noi; è Spirito Santo che tutto muove, cosmo e storia, verso la piena ricapitolazione finale». «Tre Persone - ha concluso - che sono un solo Dio perchè il Padre è amore, il Figlio è amore, lo Spirito è amore. Dio è tutto e solo amore, amore purissimo, infinito ed eterno».
«DIO NON VIVE IN SPLENDIDA SOLITUDINE» - «Dio è tutto e solo amore -aveva detto poco prima il Pontefice- amore purissimo, infinito ed eterno. Non vive in una splendida solitudine, ma è piuttosto fonte inesauribile di vita che incessantemente si dona e si comunica». «Lo possiamo in qualche misura intuire -ha aggiunto- osservando sia il macro-universo: la nostra terra, i pianeti, le stelle, le galassie; sia il micro-universo: le cellule, gli atomi, le particelle elementari. In tutto ciò che esiste è impresso il "nome" della Santissima Trinità, perchè tutto proviene dall'amore, tende all'amore, e si muove spinto dall'amore, naturalmente con gradi diversi di consapevolezza e di libertà».
07 giugno 2009
(Il grassetto è aggiunto ed ha lo scopo di evidenziare le affermazioni più 'forti' -e senza fondamento teologico- del papa).
D'accordo che il capo della chiesa cattolica, parlando del genoma umano, debba fare di tutto per sostenere le teorie della stessa chiesa, tuttavia, non poteva scegliere di fare un discorso più strampalato sotto l'aspetto teologico, qualcosa che fa impallidire anche le più scalcinate tesi esegetiche delle cosiddette "sette americane".
Se n'è accorto anche l'articolista che definisce "raffinata" la riflessione di Benedetto XVI. Così 'raffinata' che è addirittura "impalpabile" sia alla logica che alla teologia.
Del tutto arbitrario e addirittura quasi 'paranormale', poi, l'accostamento della Trinità al genoma umano. Una tesi che implica che il concetto di "Trinità" sia così chiaro a livello teologico da poterlo associare a quel poco che conosciamo del genoma.
E chiama in causa anche Gesù il quale ci avrebbe fatto "conoscere la santissima Trinità", cioè quel concetto che fu coniato e discusso fino all'inverosimile secoli dopo la Morte di Gesù. Il papa, però, lo "vede" chiaramente anche nel genoma!
Capperi, quale "finezza" teologica!
[Prevedo che mi si risponderà che non ho capito niente ...
]
Agabo.
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[Modificato da Agabo 08/06/2009 08:44]
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