00 08/06/2009 20:28
" Non accogliere un povero a me pare che sia un aborto della Santa Madre Chiesa. Desiderare figli secondo le sue aspettative mi sembra semplicemente blasfemo
> Le cristallizzazioni dommatiche, le messe ultra solenni, le folle oceaniche che applaudono e poi se ne tornano a casa non mi sembrano un linguaggio idoneo a raccontare il mistero di quella persona, di quell’ultima cena.
> E neanche quell’ ostensorio d’oro che getta la gente in ginocchio e quasi la intimidisce, impedendole di toccare (essere toccata) dal gratuito dono di Dio esibito quasi come l’ intoccabile dentro l’ostensorio radioso, altissimo, regale, con tutto il codazzo, nel giorno del Corpus Domini, di autorità di dietro e guardie e carabinieri in alta uniforme.
Quel pane spezzato è il senso della chiesa, la sua ricchezza inesausta. E’ davvero Gesù di Nazareth. Davvero la liturgia vuole essere, ancora oggi evento di salvezza che compie le aspettative degli storpi, dei ciechi, dei morti… I poveri in quel pane vi vedono inoltre la solidarietà di Dio che si fa uno di loro."


Non saprei commentare con parole mie, è troppa l'emozione.
Ho solo copiato quello che soprattutto sento, profondamente.
Gabriella