00 09/06/2009 10:13
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Moltissimi parrocchiani “praticanti” ormai vanno a… praticare altrove: chi si sente invaso a casa propria, chi schifato, chi si scopre portatore sano del virus del razzismo. Una volta avevo 280 bambini di catechismo. Ora ce ne ho 25. Il prossimo anno non lo so. Si sa, i genitori ci tengono ai propri bambini, e con tutte le cose che si sentono…per non parlare del pericolo di contrarre malattie… Ed è così che ho scoperto quanti abusivi mi venivano prima in chiesa. Clandestini(loro!) che però erano convinti che la chiesa fosse “cosa nostra”……e le statue dei santi gli unici ospiti ammessi.

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Perchè questi discorsi possono esser veri... eppure non lo sono in tutto. Non vanno forse rispettate le sensibilità dei parrocchiani? Ripeto io non sono della parrocchia in questione, ma mi dispiaccio vederli aggettivati così solo perchè hanno una sensibilità diversa da quella del presbitero. Eppure, come hai ricordato è stato scritto: "Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pagate la decima della menta, dell'anèto e del cumìno, e trasgredite le prescrizioni più gravi della legge: la giustizia, la misericordia e la fedeltà. Queste cose bisognava praticare, senza omettere quelle" (Mt 23,23)

E' vero, la chiesa è di tutti, sia di coloro che "puzzano" di miseria sia di coloro che volgono il capo "schifati" o, io penso, impauriti da quella miseria.
Tante volte la nostra sensibilità nasce proprio dalla paura che qualche reminiscenza ci possa ricordare che, se non proprio noi, qualcuno, nella nostra famiglia, ha avuto quella "puzza" che, con un'accurata opera di chirurgia di facciata ci siamo tolti.
Tuttavia, ritengo sia opera della chiesa anche il tentar di sgretolare quella facciata, per fare emergere, dove esista, lo spirito vero, cristiano.
Gabriella
[Modificato da Vecchia Marziana 09/06/2009 10:14]