00 09/06/2009 09:59
Per Bruna454

Mi piacerebbe aiutarti....ma non ne sono capace.....forse se sintetizzi !!!!

Si, hai ragione a pensare - anche tu - che il discorso possa essere lungo, ma non volevo rompere il clima del suo discorso. Volevo che si leggesse nell'insieme. Grazie per aver tentato.

Per Elyy

E' il punto di vista di un presbitero (prete?)

Si. Un "presbitero" è un "prete", i due termini si richiamano a vicenda, mentre il legame storico semantico non è sempre così immediato per "sacerdote" da sacer-dos cioè "colui che dà il sacro".
"Presbitero" è un "calco" dal greco "Presbyteros", cioè "anziano"; "Prete" è dal latino tardo "Presbyter" (con lenizione totale di b intervocalico attraverso il v) - "Previte" - caduto anche il v si ha "Preite" e (poi ancora da qui con la successiva eliminazione ulteriore del dittongo ei) - abbiamo, finalmente, "Prete".


Trovo che questa persona sia un autentico servo di Dio, e penso anzi che tutti dovrebbero pensarla e comportarsi come lui, senza badare troppo alla "forma" delle funzioni e alle regole da seguire.

Si, effettivamente lo penso anch'io, ma alle volte - come posso dire (?) - m'infastidisce. Ad esempio qui:

Straordinariamente e senza che io mai li abbia esplicitamente cercati, vengono e danno testimonianza di servizio competente, caldo e continuato nel tempo…sapete chi ? I protestanti evangelici e pentecostali, degli atei, cattolici non praticanti e giovani “rivoluzionari” di estrema sinistra.

Beh, io sono cattolico, praticante e servo ai "loro" tavoli. Mi fà un pò rabbia il fatto che... dica la verità. Di "cattolico", ci sono solo io anche se non appartengo a quella parrocchia.

Oppure, più nel merito:

Molte altre volte proprio la chiesa è diventata dormitorio, sala da pranzo, discoteca, sala delle feste, asseconda dei bisogni e delle circostanze e sono sempre rimasto colpito dall’assoluto rispetto per il luogo. Mai un parrocchiano potrà dire di essere venuto in chiesa e di averla trovata sporca o maleodorante o disordinata. I musulmani ? I buddisti ? Rispettosissimi.

è vero... alle volte quella chiesa è diventata di tutto. Ciò che però mi infastidiva era il fatto che il Santissimo era sempre lì, al suo posto nel tabernacolo dell'adorazione che non è separato dal resto della sala. Alle volte mi fermavo davanti al Santissimo perchè non volevo che fosse lui quello invisibile, quello non visto mentre v'erano tutte quelle persone che ballavano e si divertivano senza degnare di uno sguardo il padrone di casa. Da un lato ho immaginato il Cristo compiaciuto del fatto che alcune persone che a stento si riconoscono "uomini" stavano "umanizzandosi" proprio vicino a Lui, nel suo abbraccio.


Inoltre descrive l'incarnazione di Cristo e l'eucarestia in un modo che mi ha fatto meditare di più su quel che ha fatto Dio per noi, sull'amore che ci mostra ogni giorno, ogni ora, ogni minuto della nostra misera vita.

Si... e quando durante l'omelia passa col microfono tra le persone per vedere se qualcuno vuole aggiungere qualcosa a quello che lui stesso ha detto? E quando ogni sera sceglie sempre nuove persone come "accolitati speciali", cioè chiama delle persone sempre nuove per aiutarlo nella distribuzione dell'Eucaristia che è sempre intinta nel vino? In effetti è un prete che colpisce da un lato e non si può dire che non faccia qualcosa di assolutamente straordinario nei confronti degli immigrati... Di cosa lo si potrebbe rimproverare senza esser tacciati di "farisaismo" nel senso deteriore del termine?


Grazie per avermi fatto leggere questo discorso, e spero che anche altri lo faranno.

Lo spero anche io perchè m'interessa cosa suscita in altre persone.

Per vecchiamarziana

Non saprei commentare con parole mie, è troppa l'emozione.
Ho solo copiato quello che soprattutto sento, profondamente.
Gabriella

Lui è un prete che segue in tutto la teologia della liberazione. Io non mi sento, in cuore e in testa, di condividerlo in tutto sebbene alcuni aspetti siano davvero interessanti. Ma è ciò che fa per il prossimo che ti sconvolge positivamente la vita.

Per Trianello

"Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pagate la decima della menta, dell'anèto e del cumìno, e trasgredite le prescrizioni più gravi della legge: la giustizia, la misericordia e la fedeltà. Queste cose bisognava praticare, senza omettere quelle" (Mt 23,23)



Il discorso non fa una piega... il problema, se così si può dire, è quando sento questi discorsi

Moltissimi parrocchiani “praticanti” ormai vanno a… praticare altrove: chi si sente invaso a casa propria, chi schifato, chi si scopre portatore sano del virus del razzismo. Una volta avevo 280 bambini di catechismo. Ora ce ne ho 25. Il prossimo anno non lo so. Si sa, i genitori ci tengono ai propri bambini, e con tutte le cose che si sentono…per non parlare del pericolo di contrarre malattie… Ed è così che ho scoperto quanti abusivi mi venivano prima in chiesa. Clandestini(loro!) che però erano convinti che la chiesa fosse “cosa nostra”……e le statue dei santi gli unici ospiti ammessi.



Perchè questi discorsi possono esser veri... eppure non lo sono in tutto. Non vanno forse rispettate le sensibilità dei parrocchiani? Ripeto io non sono della parrocchia in questione, ma mi dispiaccio vederli aggettivati così solo perchè hanno una sensibilità diversa da quella del presbitero. Eppure, come hai ricordato è stato scritto: "Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pagate la decima della menta, dell'anèto e del cumìno, e trasgredite le prescrizioni più gravi della legge: la giustizia, la misericordia e la fedeltà. Queste cose bisognava praticare, senza omettere quelle" (Mt 23,23)


Bah... io, da cattolico, sono per l'et/et.


Anch'io... ma cosa nello specifico della teologia della liberazione applicata nel concreto in questa vicenda singolare può dirsi vera e santa senza "omettere quelle"?

Saluti

[Modificato da =Marcuccio= 09/06/2009 10:02]