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Lukkis anch'io sono ancora TdG e in sala, da cinque mesi che, frequentando internet, ho raggiunto certe consapevolezze, vado ogni 2 o 3 domeniche. Non mi meraviglio di quello che ti e' capitato, nonostante da TdG tu abbia dato molto, sia per l'impegno organizzativo che, per cio che piu' conta per questo discorso, a livello di rapporto con gli altri. Come hai ben detto, questo modo di intendere l'amicizia fa parte del gioco. Alcuni anni fa, in via ipotetica, parlando con un amico, amico nei TdG,  dissi >Ma che cambierebbe fra noi se io non volessi piu' seguire questa religione (intendevo come membro attivo, non come dissociato) ma ti volessi fortemente come amico?> Lui, che ti ripeto, e' sincero nel rapporto tra noi, disse >No Sergio, amico di Geova, amico mio.> Per me, in questa frase che tu e io potremmo trovare troppo netta e perentoria, si racchiude il concetto di "amicizia a condizione" degli appartenenti a gruppi chiusi che nella omogeneita' di credenze e comportamenti trovano la propria forza e la propria ragione di esistere. In una telefonata di quattro giorni fa, paventando l'ipotesi di una mia dissociazione, mi diceva, anch'egli oggi, molto meno zelante, piu' scoraggiato, disilluso e flessibile di prima  >Ma non fare lo scemo, quale dissociazione, lo sai che poi non potro' neanche piu' vederti o salutarti....resta come stai...> Non c'e' niente da fare, basta saperle le regole e soffri meno. Io ho la coscienza a posto, perche' le regole dell'ostracismo non le ho mai applicate: Abbracciavo i disassociati e i dissociati, invitandoli a tornare dentro, se dovevo fare qualcosa con loro la facevo, ho sempre salutato, con loro tenero imbarazzo, insomma robot non lo sono mai diventato, ecco perche' oggi non li detesto fortemente, li capisco e li compiango con dolore per una forma mentis che fa o fara' soffrire anche loro prima o poi. Un caro fraterno saluto Lukkis, dal nevio trismegisto.
[Modificato da nevio63 03/06/2009 15:12]