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Primo rapporto 2009

RELIGIONE IN ITALIA. Il muro di vetro, l'Italia delle religioni, Primo rapporto 2009
ITALIA, 08:10:00


2009-05-10 Redazione

Ultima fatica di Paolo Naso, compiuta insieme a Brunetto Salvarani. " Si tratta di un rapporto sul pluralismo religioso che, nelle intenzioni nostre e dell'editore, dovrebbe uscire con una certa refolarotà", scrive Paolo Naso. "E' questo un ulteriore tentativo, evidentemente perfettibile e da aggiornare costantemente, di dare visibilità a un fenomeno in crescente rilievo sociale, culturale e politico.

IL MURO DI VETRO

Introduzione
di Paolo Naso e Brunetto Salvarani

Questo primo rapporto sull'Italia delle religioni, che crediamo rappresenti un unicum nell'attuale panorama editoriale italiano, è ad un tempo un progetto modesto e ambizioso. Modesto, perché consapevole della complessità dell'argomento affrontato: la crescente pluralizzazione di riferimenti religiosi oggi nel nostro paese, che sta cambiandone i connotati ma che risulta difficile da afferrare, poiché assume molteplici volti, giorno dopo giorno. Ma anche ambizioso: perché pretende di offrire, pur nella limitatezza dei nostri sguardi, un panorama credibile, ampio, articolato. Lo firmano con noi autrici e autori competenti - cui siamo profondamente riconoscenti per lo sforzo profuso -, plurali sia sul piano confessionale sia su quello disciplinare. Tutti accompagnano alla ricerca scientifica tipica degli studiosi la passione di chi vive sul campo la delicatezza e insieme la ricchezza del dialogo: ecumenico, interreligioso e interculturale.
Tre le parti in cui il Rapporto si suddivide. La prima, e più corposa, è intitolata Analisi, ed è composta da una serie di testi che intendono focalizzare gli aspetti più significativi dell'odierno pluralismo religioso: il ruolo delle comunità di fede, i processi di dialogo istituzionale, la questione dell'informazione e della formazione, le trasformazioni in atto fra gli ebrei e i musulmani italiani, lo religiosità popolare, i vecchi e nuovi sincretismi, e così via.
La seconda, Profili, è una breve rassegna di personalità che, soprattutto negli ultimi anni, sono state esemplarmente (a nostro parere) fra i protagonisti nel mondo nazionale plurireligioso.
La terza, infine, Documenti e dati, offre un prezioso compendio di riferimenti, bibliografie, eventi accaduti nel corso del 2008 sempre riguardo al nostro focus.
Con ogni evidenza si tratta di un lavoro parziale e in progress che non vuole in alcun modo sostituirsi ad analoghe iniziative che, al contrario, ne costituiscono il presupposto. Lo specifico di questo strumento, che nelle intenzioni dei curatori e dell'editore dovrebbe uscire ogni due anni, è oltre che nella varietà e nell'autorevolezza degli autori dei diversi contributi, anche nella diversificazione delle chiavi di lettura proposte. In questo senso è frammentario per definizione, nella convinzione che per capire di più abbiamo bisogno di analisi specifiche, mirate, persino eccentriche rispetto ai filoni consolidati della ricerca sociale sulle religioni.
In questa prospettiva critiche, correzioni e suggerimenti non sono solo ben accolti ma richiesti.
Benché possa apparire paradossale, in Italia si parla e si scrive troppo poco di religioni: l'informazione religiosa è sempre più un'informazione vaticana, così come il sistema della comunicazione di massa rappresenta una forma esclusiva della religiosità e della spiritualità degli italiani.
Ne esce un quadro certamente rassicurante ma, al tempo stesso, parziale, incapace di cogliere la crescente complessità di un fenomeno - il pluralismo religioso - che sempre più spesso s'iscrive nel processo di crescita di una società multietnica e multiculturale.
Il Rapporto ha l'ambizione di cogliere almeno alcuni frammenti di questa nuova complessità, i cui segni peraltro riscontriamo ogni giorno nelle scuole, negli ospedali, nelle mense scolastiche, nei cimiteri.
L'obiettivo ultimo è dimostrare che questa progressiva complessità della scena religiosa italiana ha bisogno di un riconoscimento culturale e politico che oggi in Italia non riceve ancora.
Il pluralismo che stiamo vivendo ormai coinvolge direttamente diversi milioni di persone che vivono in Italia; indirettamente è un fenomeno che, arrivando nelle province e nelle periferie, tocca una quota importante della società italiana. Eppure riconoscere il pluralismo, parlare di pluralismo, educare al pluralismo è tutt'altro che ovvio e semplice. Anche perché il sistema politico che dovrebbe garantire un aggiornato quadro di riconoscimento e di governance di simili fenomeni resta al palo di pregiudizi e sottovalutazioni: ad esempio, l'Italia politica - del centrodestra come del centrosinistra - sembra fisiologicamente incapace di produrre una legge che ci porti oltre il retaggio della legislazione sui "culti ammessi" per avvicinarci a una moderna ed europea cultura del diritto alla libertà religiosa.
E allora l'Italia si trova come di fronte a un muro di vetro.
Vede il pluralismo, ne coglie gli aspetti esteriori - il ramadan, la spiritualità pentecostale, il rigore dei testimoni di Geova, le mizvot ebraiche, la meditazione orientale... - ma non è in grado di interagire consapevolmente con questa realtà: due mondi prossimi l'uno all'altro, l'uno dentro l'altro, ma separati da muri di vetro costruiti su perimetri irregolari che creano intersezioni e persino familiarità, ma mai contatto e relazione. Certo, le eccezioni esistono e tale muro, come tutti i muri che l'umanità ha provato a innalzare, ha fratture e pertugi che consentono qualche salutare scambio, persino qualche contaminazione. Ma ci pare di poter dire che, ancora oggi, le culture, le politiche, persino le teologie prevalenti tendono a consolidarlo, questo muro di vetro, che ci mostra gli uni agli altri ma non permette l'interazione, che ci avvicina ma non ci consente di conoscerci. Ne deriva una criticità per la funzionalità di una compiuta democrazia, persino un'arretratezza nel confronto con la realtà di gran parte dell'Unione europea.

Fonte: www.icn-news.com/?do=news&id=6513

Achille