Achille Lorenzi ha scritto:
Lettera inviata alla Betel da un "corpo di anziani" di Cagliari:
Cagliari, li 30/06/1990
Cari Fratelli,
dopo aver considerato la lettera circolare del 17.01.1983 desideriamo scrivervi per alcuni aspetti che non ci sono chiari.
La situazione è questa: il sabato sera, dopo le 21, un gruppo di giovani, sia della nostra congregazione che di quelle vicine (da 8 a 10 persone incluse una o due persone adulte che possono tenere sotto controllo la situazione) affittano un campo di calcio in aperta campagna perché non esistono spazi liberi al pubblico dove ritrovarsi a giocare al pallone. Questo, al di fuori del periodo estivo, avviene spesso e con una certa frequenza (due o tre volte al mese). Non ci sono magliette, non si formano squadre di una congregazione contro un'altra, non sono sempre gli stessi giocatori, non c'è uno spirito competitivo, non intralcia le attività teocratiche, la spiritualità dei ragazzi è tale che se dovessimo dirgli che questo modo di svagarsi potrebbe creare dei problemi smetterebbero. Le squadre non vengono organizzate prima.
Ora la domanda è questa: la situazione sopradescritta rientra nello spirito della circolare sopracitata e in particolare alla frase "Ma dovrebbe trattarsi di circostanze casuali. Non dovrebbe esistere alcun programma né squadre organizzate in precedenza"?
(le squadre vengono formate al momento in base ai presenti).
Questi "anziani" quindi erano intenzionati ad agire secondo le disposizioni contenute nella circolare del 17.01.1983.
Si sono quindi preoccupati di chiedere il permesso alla Betel, descrivendo la situazione:
- Non ci sono magliette
- non si formano squadre di una congregazione contro un'altra
- non sono sempre gli stessi giocatori
- non c'è uno spirito competitivo
- non intralcia le attività teocratiche
- la spiritualità dei ragazzi è tale che se dovessimo dirgli che questo modo di svagarsi potrebbe creare dei problemi smetterebbero
- Le squadre non vengono organizzate prima.
Insomma non c'era nulla che andasse contro i "consigli" riportati nella suddetta circolare.
Tuttavia agli "anziani" rimaneva qualche dubbio (non si sa mai che venga il Sorvegliante e rimuova tutti... ) così hanno chiesto l'approvazione ed il parere della Società: «Ora la domanda è questa: la situazione sopradescritta rientra nello spirito della circolare sopracitata e in particolare alla frase "Ma dovrebbe trattarsi di circostanze casuali. Non dovrebbe esistere alcun programma né squadre organizzate in precedenza"?».
La riposta della Società:
«... Ci dite che un gruppo di una decina di fratelli, due o tre volte al mese, affitta un campo di calcio per giocarvi a pallone e ci chiedete se questo può configurarsi in ciò che viene trattato nella circolare del 17/1/1983 inviata ai corpi degli anziani. Noi pensiamo di sì. Infatti lì viene menzionato che se qualcuno desidera giocare a pallone è libero di farlo. Inoltre viene aggiunto che dovrebbe trattarsi di circostanze casuali, occasionali, non previste. Infatti le scritture indicano che sono i genitori a dover provvedere le cose necessarie, materiali e spirituali, incluso lo svago ai loro figli. (1 Timoteo 5:8) Se i genitori lasciano i loro figli senza la dovuta guida è bene che voi, come anziani, interveniate aiutandoli a correggere le cose difettose».
Dalla risposta della WTS si evince che anche giocare a calcio fra fratelli, senza magliette, senza squadre di congregazioni, senza spirito competitivo, non è "consigliato" se ciò non avviene casualmente e con il controllo dei genitori.
Ma questi poveri ragazzi come potranno mai giocare a calcio con tutte queste regole e limitazioni?
La lettera originale:
Achille