00 04/05/2009 16:15
La'altra faccia della realtà.
Riporto pari pari questo articolo perchè mi ha commosso e perchè stride sinistramente con la vanagloria dei capi della WTS rispetto all'atteggiamento di carità che si dovrebbe avere in quanto discepoli di Gesù Cristo:

ilrestodelcarlino.ilsole24ore.com/pesaro/2009/05/04/172368-auto_tetto_vita_sten...



LA STORIA: UNA COPPIA DI GABICCE
Un auto per tetto, una vita di stenti

Lei saltuariamente lavora da badante e lui è costretto su una sedia a rotelle, non può lavorare e gli hanno negato la pensione minima d'invalidità. Dopo aver dormito per mesi in auto, ora abitano in un residence pagato da una parente



Pesaro, 4 maggio 2009 - Lui è sulla sedia a rotelle. Una malattia (stenosi multipla) lo ha condannato un anno e mezzo fa a non camminare più. Lei è disoccupata. Stanno insieme da quattro anni e spesso in passato hanno dormito in macchina perché non hanno niente, se non gli spiccioli per mangiare. Si chiamano Danilo Tufariello e Alessia Pezzetti, entrambi di 36 anni, lui nato in Belgio da genitori pugliesi e poi dall’età di quattro anni cresciuto a Gabicce, lei proveniente da Sant’Angelo in Vado.



Adesso abitano a Gabicce, in un residence che gli paga in parte un parente, ma per quattro mesi hanno dormito in un’auto. Vengono da due matrimoni finiti, e non sanno dove li porterà questa vita in comune. Perché si sentono soli, rifiutati, quasi odiati. Non hanno fatto niente di cui vergognarsi eppure nessuno o pochi si ferma ad aiutarli. Il comune di Gabicce gli sta dando qualche aiuto in denaro per pagarsi un pasto tutti i giorni, lei lavora come badante ma saltuariamente, lui non può lavorare.



Un tempo Danilo era direttore di sala nei più bei ristoranti e alberghi della riviera. Poi la malattia, e l’uscita di scena da quel mondo con l’abisso della miseria che gli si è spalancato davanti. "Non ho soldi, non ho pensioni, non ho la forza di guardare al futuro — dice Danilo — e mi viene da piangere a pensare che non riesco a parlare nemmeno con i miei figli perché con la madre ci siamo lasciati malissimo".

Perché le hanno negato una minima pensione di invalidità?

"Sono stato visitato da una commissione medica dell’Asur che mi ha considerato invalido con possibilità di esser riconosciuto al 100 per cento. La visita medica successiva da parte di una commissione medica dell’Inps mi ha riconosciuto solo il 73 per cento di invalidità permanente. Col 75 per cento avrei percepito una minima pensione di 250 euro. Adesso ho fatto ricorso ma i tempi sono lunghissimi".

Perché i medici non le hanno creduto completamente?

"Mi hanno detto che la mia malattia è nervosa, come se potesse passare da un momento all’altro. Invece ho tutti i certificati medici che dicono il contrario. Sembra quasi che per l’Inps mi diverta a vivere come un rifiuto umano dopo aver svolto per anni un lavoro di direttore di sala che mi faceva guadagnare molto e mi regalava tante soddisfazioni. Ecco, io avrei rinunciato a tutto questo per finire in carrozzina e per dormire in macchina perché i miei genitori essendo testimoni di Geova non accettano Alessia in casa in quanto divorziata. E anche cercare una casa da prendere in affitto è impossibile: appena mi vedono in carrozzina dicono che l’appartamento è inadatto. Perché non c’è posto per me e la mia compagna nel paese dove sono cresciuto e dove voglio continuare a vivere?".



[Modificato da Agabo 04/05/2009 16:19]
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