Ecco un commento di Giancarlo Apostoli, tratto dal suo libro «LA BIBBIA DEI TESTIMONI DI GEOVA - Una risposta al libro di Felice Buon Spirito “La Traduzione del Nuovo Mondo MANIPOLATA O TRADOTTA FEDELMENTE?”»
Pagina 38
SALMO 45,6
Dio è il tuo trono a tempo indefinito, si per sempre; lo scettro del tuo regno è uno scettro di rettitudine (NM)
Nella particolare visione neotestamentaria del titolo di Dio applicato, in questo caso, al re con tutti gli annessi e connessi del caso, l’autore della lettera agli Ebrei (1,8-9), lo dice invece del Figlio, riprendendo proprio questo salmo. Ciò che conta, dunque, non sono le tipiche letture e interpretazioni anticotestamentarie che formano il substrato teologico di partenza (dove invece Felice sembra soffermarsi e perdersi), quanto piuttosto l’applicazione e il riferimento a Cristo. Tutte le versioni bibliche lo rendono al vocativo; le altre che scelgono altre possibilità rimandano i commenti nelle note.
“Il tuo trono, Dio” GCC, CEI, NR, TOB, NVP, NA, RI, ND, RL, BLM, GA, NIV, TILC, IBE, GL, LB, KIT
Riguardo al pensiero di B.F. Westcott, ripreso e citato da Felice, ecco una interessante delucidazione di Ravasi:
«Con questa constatazione legata alla teologia regale di Israele cadono tutte le manovre esegetiche eufemistiche, desiderose di rendere meno impudica questa invocazione indirizzata al sovrano.
Eccone qualche esempio.
- Alle origini il testo aveva
jihjeh, cioè il verbo “essere”: “il tuo trono sarà (durerà, sussisterà) per sempre”. In seguito si confuse il verbo con il tetragramma sacro
Jhwh e il testo divenne: “il tuo trono, o Jahweh, per sempre!” Trattandosi di un salmo inserito nella collezione elogista, si corresse Jahweh con ‘Elohim e si ebbe l’attuale testo…
- “Il tuo trono è divino (lett. come il trono di Dio)”: questa soluzione… si rivela grammaticalmente impossibile
- Altrettanto impossibile, ma a livello teologico e ideologico, è la proposta di Westcott: “Il tuo trono è Dio”, cioè si fonda su Dio come su roccia e sicurezza. Si tratterebbe, però, di una metafora troppo audace e quasi blasfema (l’uomo che siede su Dio)» [nota 100]
Fuori luogo un’altra osservazione di Felice alla quale rispondiamo;
«Se nessuno, anche quando traducono il passo “Il tuo trono, o Dio”, direbbe mai che il re è Dio, perché dirlo invece del Cristo? Sicuramente perché si è influenzati dalla dottrina trinitaria e si vuole affermare a tutti i costi che Cristo è Dio» [nota 101]
Note:
100 Gianfranco Ravasi,
Il libro dei Salmi 1…, 811-812
101
La Traduzione del Nuovo Mondo …, 92
Pagina 39
La lettera agli Ebrei è un significativo esempio di rilettura di questo brano; in questa lettera, splendida omelia, vengono citati, infatti, in 1,8-9 i vv. 7-8 del salmo 45,6 «per dimostrare ed esaltare la supremazia di Cristo, Figlio di Dio, rispetto agli angeli. Naturalmente il testo col suo vocativo “o Dio” non ha più bisogno di attenuazioni dato che viene applicato al Cristo, riconosciuto da tutta la teologia neotestamentaria come “Figlio di Dio” (Rm 9,5; Tt 2,13; Gv 1,1; 20,28; 2Pt 1,1), ma mai sulla base del Sal 45,7 come fa la lettera agli Ebrei» [nota 102]
«La divinità, che il salmo attribuisce per iperbole al re-sacerdote, è attribuita qui in senso proprio ed eminente a Gesù Messia» [nota 103]
Anche la Bibbia CON “Il tuo trono è reso eterno da Dio”, citata da Felice a sostegno della sua tesi, dice così in nota: «Abbiamo preferito questa traduzione, benchè alcuni prendano “Eloim, Dio” in senso vocativo, attribuendo tale titolo al Re-Messia, nel modo comune agli orientali per i quali i re, i principi e i giudici sono chiamati “dei” tenendo il suo posto sulla terra. Sarebbe un’altra conferma dell’interpretazione messianica del salmo» [nota 104]
Infatti la stessa CON in Eb 1,7-8 riprende la citazione e a conferma dell’ interpretazione messianica del Salmo dice “il tuo trono o Dio”.
Un’ultima puntualizzazione riguarda il passo di 1Cr 29,23 citato da Felice, in quanto il trono su cui sedevano Davide e Salomone era di Dio, e perciò riconducibile direttamente a lui non a Cristo. La PIB rende “Il tuo è trono di Dio per sempre” e in nota dice:
«Trono di Dio è chiamato il trono di Davide (1° Par., 28,5) e di Salomone (ivi 29,23) non solo perché da intervento speciale di Dio fondato e protetto a difesa e incrementato dalla vera religione, ma più perché doveva culminare e perpetuarsi nel sacro impero del divino Messia. Tale è la forza della traduzione data, che si fonda sopra un idiotismo sintattico, non raro nello stile ebraico… Ma può anche tradursi con la Volgata: “Il tuo trono, o Dio, è per sempre in eterno”. E da questa interpretazione arguisce l’Apostolo (Ebr., 1,8)» [nota 105]
Note:
102 Gianfranco Ravasi,
Il libro dei Salmi 1..., 813
103 BG, 2564
104 CON, 753
105 PIB, 171; vedi anche nota in BG.
[Modificato da Achille Lorenzi 28/04/2009 06:40]