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La nascita del Filioque e problemi teologici derivanti:
Il concilio di Costantinopoli (381 D.C.) con i suoi 150 vescovi, aggiunse al concilio di Nicea qualcosa in più nei riguardi della terza persona della trinità:
"...Credo nello Spirito Santo,
che è Signore e dà la vita,
e procede dal Padre,
e con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato,
e ha parlato per mezzo dei profeti..."

Come si vede in questo concilio i vescovi decretarono che lo Spirito Santo procede solo dal padre, esattamente come è scritto in Giovanni.
Se leggete oggi questo credo in occidente, noterete che dopo la parola padre è aggiunta la seguente frase "e dal figlio" che in latino si dice appunto filioque.
Questa aggiunta cominciò a manifestarsi in età carolingia per motivazioni politiche, sembra che tutto scaturì per le molestie cui i monaci francesi venivano sottoposti nel monastero di San Saba a Gerusalemme, per aver introdotto il Filioque nella liturgia. L'imperatore incaricò Teodolfo d'Orleans nell'809 di esaminare sul piano teologico la questione; alla fine nel sinodo di Aquisgrana questa formula controversa fu inserita nel credo. ma nell'809 papa Leone III proibì l'utilizzo del filioque sotto minaccia di anatema (c'è una lettera che ne parla) per chi lo volesse utilizzare in futuro e ordinò che il Credo venisse scolpito su tavole d'argento cosicché il testo non subisse variazioni. Si diffuse poi poco per volta in tutte le liturgie latine di rito romano.
I problemi seri cominciarono pochi decenni dopo quando il patriarca Fozio rifiutò categoricamente l'aggiunta del filioque.
Qui di seguito sono elencate gli avvenimenti più importanti:

863 - Papa Niccolò I conferma il deposto Ignazio. La chiesa latina rivendica la Bulgaria.
869 - Roma condanna Fozio.
870 - Roma contro le pretese di Ignazio sulla Bulgaria.
880 - A Costantinopoli i legati pontifici sottoscrivono la confessione di fede senza la clausola del Filioque, confermano il reinsediamento di Fozio.
892 - Roma scomunica Fozio. L'imperatore Michele III s'appella al papa di Roma.
867 - Fozio disapprova la missione in Bulgaria e il Filioque. Il concilio di Costantinopoli scomunica papa Niccolò; Ignazio viene invece reinsediato.
869 - Costantinopoli conferma la condanna.
877 - Muore Ignazio; Fozio di nuovo patriarca.
879-880 - Il concilio di Costantinopoli revoca la decisione dell'869.
886 - L'imperatore Leone VI depone Fozio.

Anche la successiva fase della controversia risulta caratterizzata da difficoltà e confusioni di tipo politico. Nel 1009 papa Sergio IV impiega il termine Filioque in una lettera inviata a Costantinopoli come somma delle verità di fede; il suo omonimo in Oriente esclude (intenzionarnente?) dalla lista ufficiale il nome del papa romano.
Cinque anni più tardi papa Benedetto VIII, più interessato a guerreggiare contro saraceni e greci che a problemi teologici, sotto la pressione dell'imperatore Enrico II inserisce ufficialmente e definitivamente il Filioque nella versione occidentale del simbolo niceno.
Questo ora viene cantato durante la messa.

Veniamo ora ai problemi teologici:

Se si può dire che lo Spirito del Padre giunge ai fedeli «attraverso il Figlio», una simile affermazione rispetto alla dinamica interna della Trinità risulta assurda, fuorviante, poiché suggerisce il concetto che ci troveremmo di fronte a due sorgenti, due cause, due radici nella stessa Divinità, questo farebbe crollare il perfetto equilibrio di cui abbiamo parlato nel post precedente, la peculiarità dello Spirito Santo non è più paragonabile a quella del figlio, perchè mentre il figlio solo è generato dal padre, lo Spirito santo può procedere da entrambi, venendosi a trovare in subordine non solo rispetto al padre ma anche rispetto al figlio e questo per la mentalità orientale è blasfemo.
Quindi mentre per gli ortodossi si può accettare che dal punto di vista economico lo Spirito procede dal padre attraverso il figlio e da questi emanato alla chiesa, non si può assolutamente accettare che il figlio sia la fonte dello spirito santo, in quanto il Padre è l'unica sorgente del Figlio e dello Spirito, poiché è appunto questa la sua peculiarità ipostatica, quella di far procedere da sé il Figlio e lo Spirito, che a loro volta hanno un'ipostasi inconfondibile con l'altra. Il concetto risulta così dominato dalla monarchia del Padre come abbiamo accennato precedentemente.
Il filioque secondo gli ortodossi conduce o al diteismo [fede in due dei] o al semi-sabellianesimo. Se il Figlio cosi' come il Padre e' un'arche', un principio o fonte della divinita', vi sono dunque due fonti indipendenti, due principi separati nella Trinita';
Per risolvere questa accusa, i Concili di Lione (1274) e di Firenze (1438-39) furono quanto mai attenti a dichiarare che lo Spirito procede dal Padre e dal Figlio 'come da un solo principio', tanquam ex (o ab) uno principio.
Dal punto di vista ortodosso, tuttavia, questa formula e' ugualmente discutibile: si evita il diteismo, ma le persone del Padre e del Figlio vengono mescolate e confuse. I Padri Cappadoci consideravano la monarchia come la caratteristica distintiva del Padre: Egli solo e' un principio o arche' entro la Trinita. Ma la teologia occidentale ascrive anche al Figlio la caratteristica distintiva del Padre, fondendo cosi' le due persone in una:
"e che altro e' questo se non Sabellio rinato, o piuttosto qualche mostro semi-sabelliano" scrisse San Fozio?

Attendo con interesse che la controparte occidentale risponda alle accuse fatte dalla chiesa ortodossa e so che nel forum ci sono persone che non vedono l'ora di intervenire vero?
Il mio personale punto di vista è totalmente a favore della visione ortodossa, ho sempre puntualizzato l'unicità del padre rispetto alle altre due ipostasi e tutto il nuovo testamento spinge in questa direzione.
Saluti
Mario
[Modificato da (Mario70) 27/04/2009 22:09]