00 30/04/2009 10:00
Grazie per avermi invitato più e più volte (vedo oggi), ma sono stra-impegnatissimo... ho lasciato pure andare quel topic che non riesco più a trovare di Baston... Quando avrò tempo vedrò di ridare un'altra occhiata...

Sul topic di oggi una cosa vorrei dire: però! Se non ricordo male da qualche parte, in qualche forum, avevo già spiegato a Teodoro che le sue tesi partono da alcuni scritti di Lossky che, poveretto, lui se la canta e lui se la suona... Bulgakov, financo Evdokimov, sostengono che quell'impedimentum dirimes in realtà non si capisce perchè alcuni lo considerino tale; così pure Bolotov che, però, è storico russo della chiesa


pensiamo a San Massimino il Confessore.

E non dimentichiamo mai quello che Rahner ci ha insegnato, e che penso che in questo discorso potrebbe tornare utile: la Trinità economica è la Trinità immanente e viceversa!

La comunione nella diversità è stata infatti possibile proprio perchè gli occidentali hanno sempre rispettato il monopatrismo orientale; Massimo il Confessore scrive: «Basandosi sulle testimonianze dei Padri, hanno dimostrato (s'intende i Romani N.d.R.)di non aver fatto del Figlio la Causa dello Spirito - sanno infatti che il Padre è la causa unica del Figlio e dello Spirito, dell'uno per generazione e dell'altro per processione - ma di avere manifestato la processione mediante lui e di aver mostrato così l'unità e l'identità dell'essenza» (PG 91, 136). Vero che a Lione e a Firenze i latini hanno condotto gli ortodossi a riconoscere il filioque senza concedere loro una contropartita, ma tale inserzione occidentale nulla scalfisce del Simbolo, nè si può dire che l'inserzione sia in contrasto con la disposizione del Concilio di Efeso che, proibiva la professione o la formulazione di una fede diversa da quella di Nicea, ma non l'eventuale esplicitazione di essa.

Ma poi intendiamoci, Mario, anche il Filioque - come tutte le teologie - ha dei valori e dei limiti: i valori sono quelli di rispondere ad una esigenza reale, biblicamente fondata e significativa, cioè quella di relazionare più precisamente fra loro il Figlio e lo Spirito. Infatti il problema è focalizzare la domanda urgente di fondo: perchè, e questo perchè è importante, Agostino e gli altri Padri hanno ritenuto di affermare il Filioque, qual è l'urgenza di fede di esplicitare la lex orandi, che è sempre lex credendi, sebbene ciò non risultò sempre comprensibile ai cristiani d'Oriente? Il rapporto tra il Figlio e il Padre è chiaro: generazione eterna; il rapporto tra Padre e Spirito è chiaro: processione; ma il Simbolo tace il rapporto tra l'Unigenito e il Paraclito. Forse che, storicamente, tale silenzio fu voluto a causa della lotta contro gli pneumatomachi? Ma un busillis rimane e cioè la relazione tra la Seconda e la Terza Persona della Trinità. Esiste certo un privilegio al cristomonismo nella visione occidentale, ma senza eccessi.

L'Oriente tende a distinguere l'economia dalla teologia perchè erede del pensiero greco, esso non rinuncia certo alle risorse della ragione; va con i piedi di piombo, però, di fronte alla dicibilità del Mistero (penso a Pseudo-Dionigi Areopagita); l'Occidente ragiona su un altro versante, quello pratico e concreto del luogo storico in cui il Mistero si è offerto: la rivelazione. Teologia ed economia non si separano. Sebbene io vada, tuttavia, con i piedi di piombo con le tesi rahneriane del "viceversa". D'accordo con l'dentificazione della Trinità economica e quella immanente, ma non mi sento di non lasciare spazio a quell'apofatismo orientale che il "viceversa" non sempre consente.

Mi pare in questo senso che da parte occidentale sia da ammettere l'unilateralità dell'inserzione del Filioque, ma non a scapito dell'ortodossia. Anzi, il tentativo è stato quello di esplicitare - seppure parzialmente - il silenzio del testo circa il rapporto tra la Seconda e la Terza Persona. Non si tratta di pluralismo dogmatico, quanto di pluralismo teologico che sta alla base della relazione al Mistero. Se da parte latina, poi, si ammettesse - come peraltro avviene - un Filioque facoltativo nel Simbolo, gli orientali dovrebbero ammettere l'ininterrotta comunione di fede dogmatica con l'Occidente. Ma il problema rimane sempre... ossia approfondire la reciprocità del Figlio e dello Spirito al fine di individuare una cristologia pneumatologica all'interno della teologia trinitaria. A questo proposito, in questo senso e in questa direzione è da studiare Tesi sul Filioque elaborate dal Congresso dell'Associazione Teologica Italiana del 1983 in Tassegna di Teologia 25 (1984). Ricordandoci che le tesi di Lossky sono effettivamente esagerate, vi saluto - a non so quando arrivederci, perchè ho tanto lavoro e sono indietro - con un pensiero di Bulgakov: «Nella storia del dogma non esiste un esempio di analisi più estranea al volere dello Spirito Santo che la controversia sullo Spirito» (S. Bulgakov, Il Paraclito, EDB, Bologna 1971, p. 230)

Ogni bene
Marco

[Modificato da =Marcuccio= 30/04/2009 10:02]