00 28/04/2009 17:37
Per Mario


"Non te ne sei accorto ma avevo chiuso il post essendo un doppione dell'altro"



L'hai chiuso? Io non ho visto niente del genere


"Comunque mi sembra che anche menti eminenti della tua chiesa abbiano accettto (o almeno hanno dichiarato plausibile) l'evoluzione dopo che essa è stata discussa per decenni nel secolo scorso, allora perchè loro possono e io no?"



Loro hanno discusso sempre all'interno dei limiti dell'ortodossia, cioè interrogando la Traditio proprio per vedere se, dati i dogmi della fede cattolica, essi stessero ancora in piedi a prescindere dall'esistenza reale di Adamo ed Eva. Il risultato è stato che la caduta del monogenismo non è inconciliabile coi dati di fede trasmessi dalla Traditio circa l'esistenza di un peccato originale.


"La traditio non insegnava forse che Adamo, Eva, il serpente, il giardino, l'excalibur roteante ecc... fossero reali? "



Che cosa faccia parte o non faccia parte della Traditio non è qualcosa che possa stabilire il singolo, altrimenti saremmo nello stesso problema di stabilire che cosa dice la Bibbia. Avremmo semplicemente spostato il problema. La Traditio infatti illuminerebbe la Scrittura, ma a questo punto verrebbe da chiedersi: e la Traditio chi la illumina? Se ho questo corpus spaventosamente vasto, come faccio a sapere che cosa dica la Traditio, e quali sono i suoi elementi costitutivi? La risposta è che è la Chiesa il giudice di che cos'è Traditio apostolica, esattamente come è giudice di che cosa dica la Scrittura, proprio perché è interprete autorizzata della Traditio che è l'interprete della Scrittura. In questo caso il problema era se la letteralità della Genesi sia un dato essenziale alla Traditio. La risposta per chi conosca la teologia patristica non può che essere un secco no. Tanto la teologia alessandrina in Oriente, quando ad esempio Ambrogio in Occidente, avevano già infatti anticipato che anche non prendendo la Genesi alla lettera non sarebbe caduto un bel nulla.

Per AGabo


"Alle origini della "Traditio" che cosa ci troviamo? Gli apostoli erano ispirati, ma i loro successori? Non stai indirettamente dicendo che anche la Tradizione è fondata su punti di vista personali, poi accettati anche da altri?"



Sto dicendo che tale Traditio, in quanto Traditio apostolica, è per l'appunto la trasmissione della dottrina apostolica, di cui la Chiesa è garante. Accettare l'infallibilità degli apostoli, ma negare quella della Chiesa successiva, pone il problema di chiedersi allora in base a che cosa quella creazione della Chiesa del IV secolo chiamata "canone" dovrebbe essere per forza giusto, e non una creazione al pari di un'altra di uomini non guidati da Dio, e dunque fallibilissimi. Se cioè si dice che la Chiesa non è infallibile, allora non c'è la garanzia che una sua particolare creazione, il canone, sia infallibile.
Tutta la tua difficoltà di capire la questione dipende dal tuo modo di pensare la Bibbia come un corpus di libri caduto rilegato dal Cielo anziché come un prodotto storico.


"Che male c'è se tali "vetuste" interpretazioni vengano riesaminate"? Forse il "male" è nel fatto che si riesaminano certe interpretazioni al di fuori del Magistero cattolico?"



Precisamente, in quanto uscire dal magistero cattolico vuol dire uscire da ciò che dà la garanzia che la Bibbia sia la parola di Dio e non una collazione casuale di libri del IV secolo creata da uomini fallibili.


"Per tua tranquillità, i Protestanti e gli Evangelici degni di tali nomi non seguono una metodologia campata per aria, seguono innanzitutto un principio secondo il quale le Scritture hanno una coerenza interna essendosi "formate" in un ambiente socio-culturale specifico e malgrado intercorrano lunghi tempi dal primo libro scritto fino all'ultimo."



Forse i protestanti che hai in mente tu sono quelli del Sud degli States convinti che Gesù Cristo fosse biondo, di quelli che la domenica si sgolano nelle Chiese tra i campi di grano. Il protestantesimo, specie quello europeo, sa dall'ottocento che la Bibbia, essendo l'opera di scrittori vissuti in secoli diversi, non ha affatto una coerenza interna. Quella che tu hai in mente è l'idea del vetero-protestantesimo europeo, o delle nuove sette americane, che credono che la Bibbia abbia la stessa teologia dalla prima all'ultima pagina. In realtà il metodo storico-critico mostra che non è così, e il 99% dei biblisti, cattolici o protestanti che siano, ne è ben al corrente.


"Se pensi al Libro Apocalisse, per esempio, è pieno zeppo di rimandi a parecchi libri dell'Antico Testamento, rimandi simbolici, poetici e letterari. Come fai a dire che uno non possa ricorrere a tali cose per comprendere questo libro senza l'aiuto di un magistero?"



L'essere partoriti dallo stesso ambiente culturale e dunque condividere una simbolica di fondo, lo stesso quadro culturale, non vuol affatto dire avere le stesse credenze. Neppure se due autori fossero coevi e nativi dello stesso luogo sarebbe un'indicazione del fatto che abbiano la stessa idea in merito a qualcosa. La conoscenza delle culture del Vicino Oriente Antico è essenziale alla comprensione della Bibbia, ma da sola non dirime un bel niente, ed è veramente ingenuo pensare il contrario. Nell'interpretare tesi del mondo antico, che sia un testo ebraico o che sia un testo greco, l'interpretazione di un antichista diverge sempre dall'interpretazione di un altro antichista. Questo è talmente ovvio che mi chiedo perché stiamo qui a parlarne. O tu leggi veramente poco di quello che partorisce il mondo accademico, oppure davvero non so come tu faccia a pensare che la conoscenza del mondo antico garantisca che, leggendo un testo, si avrà la stessa interpretazione di un altro collega antichista. Questa è una cosa che non succede mai! Per qualunque testo antico come ripeto c'è un dibattito incessante, non solo per stabilire come interpretare un testo, ma addirittura per stabilire come tradurlo.


"I fatti, in fondo, mostrano che i protestanti in generale pur non avendo un magistero, salvo particolari secondari, giungono alla medesima comprensione delle Scritture."



Ma cosa stai dicendo? Ci sono migliaia di sette protestanti ciascuna con una teologia diversa, e non sto affatto usando un'iperbole. O forse ti illudi che i calvinisti e i luterani abbiano la stessa teologia e soteriologia, o che gli avventisti abbiano la stessa comprensione della scrittura dei due gruppi summenzionati? Un esempio capitale: hai forse tu un'interpretazione uguale a quella dei luterani su cosa sia l'anima e su cosa siano l'inferno e il paradiso? Non mi sembra proprio.


"D'altro canto, Magistero a parte e malgrado esso, diversi esegeti cattolici mostrano spesso di non pensarla allo stesso modo, esattamente come in campo Protestante. "



Se sono esegeti cattolici il dibattito è sempre e solo su ciò che non tocca i dogmi, altrimenti ovviamente non sarebbero più cattolici ma eretici. I cattolici possono differire quanto vogliono nell'interpretare delle singole scritture se su quelle scritture il magistero tace perché non vi sono dogmi implicati.


" La "storia" mostra anche altre cose riguardo al "pensiero unico" e alle sue conseguenze storiche e sociali. "



Tu confondi due aspetti, cioè il fatto che la verità esista col fatto che sia o meno da imporre. La Babele protestante mostra che il loro metodo chiamato "libero esame" non funziona, perché da frutti contraddittori. Il cattolicesimo al contrario ha una verità fissa, e dunque il metodo del magistero finora non s'è rivelato contraddittorio. Ergo nulla prova che il pensiero unico sia un male, divenga un male se lo si vuole imporre con la forza.


" Non so se lo fai apposta, ma stai paragonando i "Teologi" protestanti al cittadino qualunque e magari inesperto"



Posso citarti chi ti pare. La maggior parte delle Chiese protestanti europee non ritiene più l'omosessualità moralmente illecita, addirittura se sei valdese puoi andare a "sposarti" in chiesa, e così fanno anche molte delle Chiese nazionali protestanti del nord Europa.


"Che cosa credi che i miei riferimenti teologici siano frutto di mie interpretazioni personali?"


Tutto è interpretazione personale, anche l'utilizzo di altre fonti non è altro che l'interpretazione di quelle fonti. Se mi citi K. Barth non stai usando la teologia di Barth ma quello che tu capisci della teologia di Barth. Ogni comprensione è un'interpretazione.

Ad maiora
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Ά όταν έκτιζαν τα τείχη πώς να μην προσέξω.
Αλλά δεν άκουσα ποτέ κρότον κτιστών ή ήχον.
Ανεπαισθήτως μ' έκλεισαν απο τον κόσμο έξω
(Κ. Καβάφης)