Posso comprendere la rabbia di questo giornalista.
Le cose che ha scritto, bene o male, le conosciamo tutti.
Ci sono persone che, pur sapendo queste cose, sono partite da vari posti d'Italia e del mondo ed in silenzio, a mani nude e a rischio della propria vita, hanno lavorato incessantemente notte e giorno per cercare di estrarre, possibilmente, delle persone ancora in vita, dalle macerie, e più di una volta ci sono riusciti.
Essere troppo risentiti, fa mettere a tacere quella compassione necessaria per offrire solidarietà a quelle persone vittime di un disastro di proporzioni spaventose.
L'articolo è scritto bene, ma non sarei contento se qualcuno dicesse: "Bravo! Mi hai convinto, anche io non darò un euro!".
La solidarietà non ci rende complici di un governo che potrebbe "fare meglio".
Sarà anche sacrosanta la rabbia e lo sdegno verso quello Stato inefficiente e "colpevole" di non aver fatto qualcosa prima, ma a pagare per queste cose sono stati dei poveri cittadini inermi, non certo coloro che occupano le poltrone del Parlamento.
La politica è una cosa che si può discutere. in Italia non si risparmiano critiche di ogni tipo, verso la politica corrotta ed ingiusta, ma la solidarietà è un'altra cosa. La solidarietà fa l'uomo grande, perchè applica quei valori umani che vanno oltre tutte le parole dette; la solidarietà è quella cosa "pratica" che il "samaritano" applicò in modo compassionevole verso il "giudeo" (suo nemico), senza porsi troppe domande.
Saluti
Pino Lupo