00 02/04/2009 20:59
Se è un interpolazione del X secolo, come fa ad essere citato dai padri della chiesa già 700 anni prima?

I padri avevano forse la "time machine" di ritorno al futuro?

http://digilander.libero.it/domingo7/IL%20COMMA%20GIOVANNEO.htm

è però presente nella Vetus Latina (II-III secolo), in Cipriano (250 d. C.), in Idacius Clarus (350) e nel Liber Apologeticus di Priscilliano (380). Citazioni letterali del comma si trovano poi in Eugenio di Cartagine (484), in Victor Vitensis (485), in Vigilius Tapensis (490), in Fulgenzio di Ruspe (527), in Cassiodoro (583), in Isidoro di Siviglia (636) e in Giacomo di Edessa (700). Il comma giovanneo compare quindi nel Codex Monacensis (VI secolo) e nello Speculum (VIII secolo), mentre dubbi sull’autenticità del comma giovanneo sono espressi nella prefazione alle epistole cattoliche del Codex Fuldensis (VI secolo). Il comma giovanneo è quindi presente in manoscritti minori della Volgata (VIII-X secolo), nonché in nove manoscritti successivi all'anno mille (61, 88, ω110, 221, 429, 629, 636, 918, 2318). È quindi citato letteralmente citato nel IV Concilio Lateranense (1215). Nel Medioevo fu inserito nella Poliglotta Complutense [2] (1514), nella Vulgata Clementina (1592) e nelle varie versioni del Textus Receptus (1516-1551).

NB: Ora qualcuno può essere stupito che evidenzio ciò che mette in difficoltà il mio punto di vista.
Ribadisco che non sono partigiano di un preconcetto, ma mi interessa solo quello che è vero e documentato.
[Modificato da Ario_72 02/04/2009 21:00]