Io credo perché vedo che devo credere e vedo che devo credere perché ho delle buone ragioni per avere “fede” nei testimoni del Risorto.
In ambito cattolico si parla dei “preamboli della fede”. Questi sono alcune certezze che non appartengono alla Rivelazione, ma alla ragione e che sono la conditio sine qua non dell'accettazione della Rivelazione. Al novero di tali certezze appartengono, ad esempio, l'esistenza di Dio e l'immortalità dell'anima, le quali possono essere dimostrate per via filosofica attenendosi a quelle verità che sono il bagaglio del pensiero metafisico classico, fondato sul realismo gnoseologico.
Alle verità credute per ragione si aggiungono quelle credute per fede, vale a dire quelle credute perché ci si “fida” di qualcuno che ce le ha rivelate. Ovviamente, l'uomo, che è ente razionale, richiede che la fiducia riposta in questo qualcuno lo sia in modo ragionevole, vale a dire che si abbiano delle garanzie dell'autorevolezza di questo qualcuno che ci rivela quanto la nostra ragione non può scoprire da sola e che il discorso di questo qualcuno sia coerente, vale a dire che non contraddica quanto la ragione ci dice.
Ora, per avere fede in Cristo devo pensare che sia storicamente plausibile che questi sia nato, abbia detto quello che la Chiesa dice (anche attraverso la Bibbia) che egli ha detto e fatto quello che la Chiesa dice (anche attraverso la Bibbia) che egli ha fatto, che sia morto e, soprattutto, che sia risorto (perché la Risurrezione è il fondamento della nostra fede). Ma è ragionevole credere a tutto ciò?
Io credo di sì... ed ecco perché sono cristiano e cattolico.
Sul tema ti rinvio a questo testo presente sul mio Sito, anche in versione audio:
www.esserecattolici.com/modules.php?name=Content&pa=showpa...
-------------------------------------------
Deus non deserit si non deseratur
Augustinus Hipponensis (De nat. et gr. 26, 29)