00 21/03/2009 00:23
Re:
Teodoro Studita, 19/03/2009 11.07:

Io penso che nessuno qui sia divorzista, solo ritengo che sia completamente idiota trincerarsi nelle questioni di principio di fronte a drammi umani che si consumano ogni santo giorno. Per una persona che subisce una separazione, specie in giovane età, la privazione dei sacramenti non mi sembra il gesto più agapico che la comunità possa compiere, è un concetto talmento elementare che solo con i sofismi della scolastica si può dire il contrario.




1) Chi si sposa in chiesa dovrebbe sapere che cosa il matrimonio inteso quale Sacramento comporta.

2) Qualora si dimostrasse che chi si è sposato in chiesa non aveva, all'atto del suo matrimonio, le idee chiare sulla portata di quella cerimonia, questi potrà ottenere il riconoscimento di nullità per la medesima e sposarsi nuovamente (e magari "veramente", questa volta).

3) Chi si sposa in chiesa con piena avvertenza della portata del matrimonio quale sacramento sa che questo è per il cattolico un passo nella sequela di Cristo, il quale ha detto ai suoi di prendere la loro croce e di seguirlo.

4) Dalla croce, come amava dire Giovanni Paolo II, non si scende. E questo lo sapevano bene quei tanti cristiani che nei primi secoli, per una questione di principio, preferirono affrontare il martirio pur di non bruciare incensi davanti all'immagine dell'imperatore..

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Deus non deserit si non deseratur
Augustinus Hipponensis (De nat. et gr. 26, 29)