00 19/03/2009 00:18
Divenire81 ha scritto:


Certo che se ne sparano di fesserie qui dentro...la grazia...ma in che mondo vivi? In quello di Gardaland? O di Mirabilandia?

Mai sentito di donne finite in coma, o morte per i maltrattamenti subiti?
Ovviamente bisogna aspettare che ti mandi in coma, allora dopo decidi di allontanarti, ma con la speranza che poi quella persona, la quale ha osato violenza, si penta e diventi il coniglietto bianco di qualche fiaba per bambini.



E' quasi un pallino di tutti i “divorzisti” (così come degli “abortisti”) quello di ricorrere ai casi estremi per giustificare una prassi che è infinitamente più diffusa di quella dei suddetti. E' evidentissimo che un matrimonio caratterizzato dalla violenza non sia un matrimonio e che debba pertanto essere interrotto, ma tra i matrimoni che i nostri tribunali non fanno che sciogliere solo una piccola parte è caratterizzata da situazioni di invivibile violenza (fisica o psicologica).
Quello che sfugge ai più è che per il cattolico il matrimonio dovrebbe essere un sacramento al quale si accede dopo un lungo e consapevole percorso spirituale. Il matrimonio cattolico è tale solo se la coppia coinvolta ha le idee chiare su che cosa questo sia e comporti e se, al momento di celebrarlo, sia convinta di quello che fa. Io ritengo che una buona porzione delle persone che si sposano in chiesa non abbia percorso questo cammino e non giunga al matrimonio con le idee particolarmente chiare sul medesimo. In un matrimonio caratterizzato dalla violenza è molto probabilmente un matrimonio nato male (e, pertanto, un matrimonio nullo).

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Deus non deserit si non deseratur
Augustinus Hipponensis (De nat. et gr. 26, 29)