Daniela47, 18/03/2009 7.53: Io qui vorrei parlare, da persona semplice quale sono, e da donna, moglie, che avrebbe avuto tutti i diritti civili e umani di divorziare, dato che, a causa del fanatismo di cui era forgiato, mio marito mi ha provocato oltraggi oltre misura. Io dopo aver pensato e ripensato, valutato e rivalutato, ho deciso di continuare il matrimonio perché mi rendevo conto, che c’era ancora molto da salvare e che il materiale umano che qui era in gioco valeva la pena di essere difeso e salvaguardato da pressioni esterne. Dunque la mia non è stata una decisione solo di morale, ma una motivazione dettata dall’amore e dalla speranza. Sono però convinta che quando un matrimonio non funziona assolutamente, e che gli sforzi per tenerlo assieme sono vani, è giusto e logico farci una bella chiusura a doppia mandata. Ma questo cosa vuol dire che una persona non debba rifarsi una nuova vita perché altrimenti Dio ti allontanerebbe ? So benissimo che il matrimonio è un sacramento e come tale deve essere rispettato, ma tutto questo nei limiti delle possibilità umane. Se una moglie viene tradita, picchiata offesa nella sua dignità di donna e decide di troncare con questo uomo che pure ha sposato, non ha diritto a riavere una vita normale con un’altra persona? Non credo proprio che Dio voglia questo e di conseguenza i sacramenti che avvicinano a Dio, se fanno star bene una persona per sentirsi in comunione con nostro Signore, non dovrebbero essere negati. Sta alla coscienza della persona sapere se è degna di riceverli o meno. Solo Dio è nella sua mente e nel suo cuore.