00 17/03/2009 00:11
Re: Re:
Teodoro Studita, 16/03/2009 16.38:



Questo avrebbe un qualche senso se si trattasse di un'innovazione. Il problema (che fa crollare il castello) è che la chiesa orientale segue questa prassi da quando il diritto bizantino si è occupato della questione, stiamo parlando dunqe non di un'innovazione dei corrotti tempi moderni, ma di qualcosa che è nella tradizione della chiesa d'oriente da secoli. Si può naturalmente non essere d'accordo, ma non far passare questa prassi per una decisione della settimana scorsa o -peggio- per una interpolazione del testo evangelico.
Cordialità,

vedo che ti sfugge il punto. Qui non stiamo parlando di praznoslavni che interpretano quel passo in tal modo da tantissimo tempo, ma di cattolici o ex cattolici che all'improvviso hanno deciso che quello che non gli piace o non gli fa comodo sono dottrine umane. Spesso senza neppure sapere bene i termini della questione.
Questo ovviamente senza togliere nulla al fatto che tale interpretazione ortodossa è illogica e puramente opportunistica (chissà come mai si è scelta questa interpretazione!): se infatti un uomo non può separare ciò che Dio ha unito, come può l'adulterio, che è atto umano tra umani, separare ciò che Dio ha unito? Infatti Osea non ripudia la moglie adultera. Perchè il tutto sia coerente, l'unica soluzione è che tale unione da parte di Dio non vi sia mai stata, ovvero che l'unione fosse nulla a priori. Ma l'adulterio viene dopo, per cui...
E infatti se la ripudi quando il matrimonio è valido la esponi all'adulterio e commette adulterio chi la sposa (Mt 5,32), ma se la ripudi quando il matrimonio non era valido, ovvero per il caso di porneia, non la esponi invece all'adulterio e non commette adulterio chi la sposa. Per cui c'è poco da fare, la porneia deve pre-esistere al matrimonio benedetto da Dio.


[Modificato da Vazda Vjeran 17/03/2009 00:20]


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"Uomini che cominciano a combattere la Chiesa per amore della libertà e dell'umanità, finiscono col combattere anche la libertà e l'umanità pur di combattere la Chiesa" (G.K. Chesterton)