00 15/03/2009 19:20
Elyy ha scritto:


Ebbene, non è da molto che ho scoperto che nell’ambito del cattolicesimo, i coniugi - di cui uno o entrambe in seconde nozze per divorzio precedente - non avranno MAI PIU’ il diritto all’EUCARESTIA e non so a quali altri tipi di sacramenti o “privilegi” (scusate il termine prettamente tdg)



La dottrina cattolica (rifacendosi a quanto dettato dall'etica naturale e dall'insegnamento di Gesù) non ammette il divorzio, in nessuna circostanza. Una coppia che si unisca difronte a Dio nel sacro (se si chiama “sacro” vorrà pur dire qualcosa) vincolo del Matrimonio è da quel momento una sola carne, fino a che morte non la separi.
L'Eucaristia non è un “privilegio”, né un diritto, ma un dono di Dio. L'eucaristia è un sacramento dei vivi, di coloro che sono nella Grazia del Signore, è un sacramento dei santi (di coloro che sono santificati da Dio mediante la Grazia), non dei peccatori. Chi si unisce in matrimonio di fronte a Dio ed accetta la Grazia sacramentale legata alla speciale benedizione che il Signore elargisce agli sposi non può più tornare indietro (non si può restituire un dono di Dio, ma, al massimo rifiutarlo, ma il peccato non è altro che il rifiuto della Grazia di Dio, mediante la quale tutti noi possiamo essere santificati). Il matrimonio fa di marito e moglie una sola carne, così come sono una sola carne (per usare un'analogia) padre e figlio. Una volta che abbiamo messo al mondo un figlio, non possiamo tornare indietro. Così, una volta che ci siamo sposati di fronte a Dio, consapevoli di quanto questo gesto comporta, non possiamo più tornare indietro.
Chi lascia il proprio coniuge per unirsi ad un'altra persona, così facendo, getta alle ortiche la Grazia che Dio gli ha elargito al momento delle sue nozze, quindi non è più vivificato dalla Grazia santificante e non può accostarsi al corpo di Cristo finché rimane in questo stato.


Forse anche la CC permette ai divorziati (divorzio a causa di adulterio) di risposarsi e di prendere l’eucarestia, non ne sono sicura, ma sono sicura che non lo permette a coloro che sono divorziati per motivi diversi dall’adulterio del coniuge colpevole.



No, la Chiesa, per i motivi succitati, non contempla proprio la possibilità di divorziare. Quello che rende “incapaci” (da un punto di vista spirituale) di ricevere la comunione non è però il divorzio in sé, ma il fatto di convivere con una persona che non è quella con cui ci si è impegnati a vivere difronte a Dio, il fatto di aver voltato le spalle a Dio.


Mi spiego: se una coppia divorzia perché la loro vita insieme diventa ormai insostenibile, per un qualsiasi motivo diverso dall’adulterio, il parroco non celebrerà mai il matrimonio di uno o entrambe gli ex coniugi con nuovi partner, e non avranno MAI il diritto all’eucarestia.



No. Non può ricevere l'eucaristia chi convive con una persona che non sia il proprio coniuge (almeno fino a quando non si pente e decide di cambiare vita e di praticare quella virtù che è detta castità... e che non è da confondersi con la semplice astinenza sessuale, anche se può comportarla), non semplicemente chi si sia separato da questi.


Ora, l’eucarestia mi sembra un elemento ESSENZIALE per la risurrezione finale e per la vita eterna, come disse Gesù in Giovanni 6,51-54.

Come possono queste persone che cercano solo di rifarsi una vita essere escluse per sempre dalla vita eterna??



Solo il Battesimo è sacramento indispensabile per la salvezza (ed il Battesimo può anche essere un semplice Battesimo di desiderio, sia pure implicito). Chi vive con una persona che non sia il suo legittimo coniuge non rischia la dannazione perché non può ricevere l'Eucaristia, ma non può ricevere l'Eucaristia perché non è in stato di Grazia (ed è il trovarsi in meno in stato di Grazia al momento che decide della nostra sorte eterna). Questo, a prescindere dal fatto che solo Dio sa chi si salva e chi no e che, essendo lui onnipotente ed infinitamente buono, avrà sicuramente dei mezzi extra-sacramentali a disposizione per poter salvare, in extremis, anche il più accanito peccatore, inducendolo ad un sincero pentimento ed all'accoglimento della Grazia.

MoltoDelusa ha scritto:


Da un lato non trovo giusto che mio cugino abbia "aggirato" in quel modo una certa disposizione pero' dall'altro lato non mi sembra per niente giusto il fatto che ci andava di mezzo anche la sua attuale moglie, che ci teneva tantissimo a sposarsi in chiesa perche' cattolica credente.



Evidentemente, tuo cugino è riuscito ad ottenere dal Tribunale Ecclesiastico il riconoscimento di nullità del suo primo matrimonio cattolico. Il che non significa che il suo primo matrimonio sia stato annullato (la Grazia di Dio non si annulla!), ma che tale matrimonio non c'era mai stato, per via di un qualche vizio formale o materiale all'atto della sua celebrazione.
[Modificato da Trianello 15/03/2009 19:24]

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Deus non deserit si non deseratur
Augustinus Hipponensis (De nat. et gr. 26, 29)