00 07/03/2009 10:07
Re: Re:
parliamonepino, 07/03/2009 0.53:




Discriminare è un atteggiamento che può essere "contagioso", ma serve solo a demolire, non certo a creare buone intenzioni.


[SM=x570865]






Per quanto non si possa che essere d'accordo con il significato generale dell'intervento (come si può d'altronde essere in disaccordo con la saggezza dei motti che dividono vizi e virtù equamente, indipendentemente dal credo e dalla confessione?), occorre però precisare che il "discriminare" è un'attività che sono principalmente i testimoni a compiere verso se stessi.
"Noi non facciamo parte del mondo": quante volte, da testimoni, abbiamo addittato in noi stessi o in quelli della nostra stessa fede, esempi di comportamento e di "onore" per il nome di Geova?

La discriminazione veniva compiuta da noi stessi, in quanto convinti che la semplice appartenenza al gruppo potesse far di noi persone migliori, e altrettanto operasse nei nostri "fratelli".

Dire: "tra i tdG ci sono anche persone molto disoneste", assume perciò un peso rilevante proprio in virtù di questo, cioè del fatto che tale frase è spesso inconcepibile a cagione della discriminazione che i tdG stessi compiono verso se stessi.

Detto questo a Gallo vorrei dire che rimanere perennemente arrabbiati è come subire un torto e per reazione andare a casa propria e sfasciare tutto.

Ciao
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Gianluca