Per Trianello
dato che ci sono la inserisco direttamente in inglese, così faccio prima:
Anche in questo caso la versione italiana dell'Enciclopedia Cattolica che ho postato nel mio messaggio pare superiore alla più vecchia versione inglese, che qui mi pare riassumere un po' troppo e non citare le righe originali.
Per Teodoro
". La risposta è che la fisiologia (o patologia) di costoro potrebbe avere un danno dall'elemento-pane. Questo è pacifico, e mi chiedo quale sia il problema rispetto a quanto ho esposto prima della nostra prassi. Un conto è prendere una malattia dal pane e un conto è soffrire per colpa del pane di una malattia (o di una condizione) che già si ha."
Ma il punto è che i microbi ipotetici e il glutine sono dello stesso ordine di realtà, cioè la chimica. Se resta il glutine che fa male ai celiaci, perché non dovrebbero rimanere i batteri? Fai passare la consacrazione come se fosse una disinfettare.
Se mi dici che non si possono prendere malattie col l'eucaristia perché in qualche modo quel pane viene consacrato dalla grazia divina, mi devi spiegare come a questo punto possa danneggiare qualcuno. Dio elimina i batteri in modo che chi si comunica non stia male, ma non elimina il glutine? Perché questo discrimine?
Non è che i batteri facciano male in sé e per sé, bensì fanno male perché loro sono una certa cosa, e noi siamo un'altra certa cosa. Il fulmine non è malvagio in sé, è un male se mi piomba in testa visto come è fatta la mia fisiologia. Allo stesso modo un batterio non è un male in sé, ma un male per chi è fatto come gli esseri umani. Cioè quella particolare cosa che è il batterio, interagento con quella tal cosa che è un essere umano, crea qualcosa che per l'uomo è spiacevole, ma che dal punto di vista naturale è una reazione al pari di un altra. perché dunque DIo non elimina anche il glutine, visto che sa che il suo fedele è celiaco? Se la giustificazione del fatto che non si prendono i batteri dipende dal fatto che Dio non può permettere che ci si faccia male prendendo il suo corpo, allora perché questo non deve valere anche per il glutine, cioè indipendentemente da come io sono fatto? Infatti nella tua ipotesi non è che se io sono umano non mi prendo i microbi perché sono fatto in un certo modo, bensì perché Dio interviene per eliminare l'elemento di rischio agendo sul pane. Allo stesso modo se io sono in un modo diverso, perché sono celiaco, perché Dio non dovrebbe agire sul pane per renderlo senza pericolo per me, visto che il motivo per cui annullerebbe i microbi è esattamente lo stesso, cioè che non potrebbe mai permettere che io stessi male prendendo il suo corpo santo?
Se si ammette di non dare il pane ai celiaci per una ragione sanitaria, e si ammette anche che non v'è nessuna perdita per loro in quanto il corpo di Cristo è comunque tutto anche nel vino, allora perché mai per la stessa ragione non si può ragionare sulle parola di Cristo e, per ragioni sanitarie di altro genere, comunicarsi solo col pane?
Prendere le parole di Cristo solo alla lettera, rifiutandoci di ragionare su di esse per vedere come ragioni contingenti possano far trovare loro delle diverse modalità di applicazione, sarebbe cadere nell'errore che anche Gesù rimprovera dicendo che il sabato è fatto per l'uomo e non l'uomo per il sabato. In questo caso bisogna vedere se questa prassi liturgica tradisca solo la formulazione della norma, o se ne trasgredisca lo spirito, ed ovviamente non ne trasgredisce lo spirito, ma solo la forma, per via di ben precisa motivazioni che in nulla modificano la sostanza di quanto sta avvenendo.
Per Mario
Dal momento che la discussione è troppo interessante per farla scivolare fuori tema, ho modificato il titolo, così chi vuole continuare a rispondere potrà farlo in tema.
Scusa ma credo che teo intendesse dire che la discussione è troppo vasta, non che semplicemente sarebbe andato OFF-TOPIC rispetto al titolo. Sfortunatamente chi studia ha altre cose da fare che non discutere in rete, per quanto questo possa essere un
divertissement piacevole. Io stesso dopo alcune battute, quando ho detto quello che avevo da dire, mollo una discussione, perché altrimenti uno svago diventa un lavoro.
Ad maiora
---------------------
Ά όταν έκτιζαν τα τείχη πώς να μην προσέξω.
Αλλά δεν άκουσα ποτέ κρότον κτιστών ή ήχον.
Ανεπαισθήτως μ' έκλεισαν απο τον κόσμο έξω
(Κ. Καβάφης)