00 17/02/2009 17:32
Giusto per rinfrescare la memoria...potresti caro Operman spiegarmi meglio le seguenti chiare affermazioni della torre di guardia...magari sono io che fraintendo: [SM=x570868]

Odiamo la falsa religione e l’apostasia (torre di guardia 15/07/92 pag. 12-13)

18 Inoltre, come Gesù dimostrò di odiare l’illegalità denunciando gli ipocriti religionisti, così oggi i testimoni di Geova dimostrano di odiare ogni forma di ipocrita illegalità religiosa. In che modo? Distribuendo letteratura biblica che smaschera Babilonia la Grande per quello che è, una meretrice religiosa. Se veramente odiamo l’illegale ipocrisia religiosa, saremo schietti nel denunciare Babilonia la Grande, l’impero mondiale della falsa religione. Lo faremo per il bene delle persone sincere che essa ha accecato e tenuto spiritualmente schiave. Più odiamo l’illegalità di Babilonia la Grande, più parteciperemo con zelo a tutti gli aspetti del ministero del Regno. — Matteo 15:1-3, 7-9; Tito 2:13, 14; Rivelazione 18:1-5.

19 L’obbligo di odiare l’illegalità riguarda anche tutte le attività degli apostati. Il nostro atteggiamento verso gli apostati dovrebbe essere quello di Davide, che dichiarò: “Non odio io quelli che ti odiano intensamente, o Geova, e non provo nausea per quelli che si rivoltano contro di te? Li odio con odio completo. Mi sono divenuti veri nemici”. (Salmo 139:21, 22) Gli apostati odierni hanno fatto causa comune con l’“uomo dell’illegalità”, il clero della cristianità. (2 Tessalonicesi 2:3) Come leali testimoni di Geova, quindi, non abbiamo assolutamente nulla in comune con loro. Essendo imperfetto, il nostro cuore potrebbe facilmente essere incline a criticare i nostri fratelli. I singoli componenti dello “schiavo fedele e discreto” sono uomini imperfetti. (Matteo 24:45-47) Ma questa classe è fedele e discreta. Gli apostati ingigantiscono gli errori o i presunti sbagli fatti da fratelli che prendono la direttiva. Per il nostro bene, evitiamo la propaganda apostata come il veleno, poiché tale è in effetti. — Romani 16:17, 18.
(sottolineatura mia)


Saluti.

Hushai