"
Proprio quel capitolo 27 di Matteo, venne usato dal Sant’Uffizio per giustificare il contenuto appropriatamente anti-giudaico della preghiera del Venerdì santo dove recitava: “Oremus et pro perfidis Judais…”
Scusa ma nella risposta del Sant'Uffizio che citi, almeno la frase che hai virgolettato, dove hai letto il riferimento a Matteo? C'è scritto solo che, proprio in base a quella radice, perfidus indica chi è senza fede e viene meno ad un patto, non che siano "perfidi" nel senso moderno del termine perché "cattivi" in quanto hanno ucciso Cristo e Matteo ne darebbe testimonianza. Tra parentesi, io terrei quella preghiera anche oggi, purché la si comprenda nel suo vero significato, e cioè che i giudei sono senza fede in Cristo, e dunque si prega per la loro conversione, così come si prega per la conversione di chiunque altro non creda in Lui, che sia musulmano o induista.
"Per fortuna, il Concilio Vaticano II, ha modificato quelle parole ingiuriose anti-giudaiche con il nuovo messale del 1970. "
Varamente le ha modificate perché quell'espressione, a causa dell'ignoranza liturgica, non veniva più capita, e veniva intesa come fosse italiano.
"Come vedi, la gerarchia della Santa Madre Chiesa, ha usato Matteo 27, per giustificare la persecuzuine anti abraica nella Storia."
Nelle fresi che virgoletti Mt 27 non compare, e, anche se comparisse, qualora tu voglia ampliare la citazione, questo non cambiarebbe di una virgola la questione. Che cosa c'entra l'interpretazione che viene data nel 1928 di un passo con quello che voleva realmente dire o non voleva realmente dire Matteo?
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Ά όταν έκτιζαν τα τείχη πώς να μην προσέξω.
Αλλά δεν άκουσα ποτέ κρότον κτιστών ή ήχον.
Ανεπαισθήτως μ' έκλεισαν απο τον κόσμο έξω
(Κ. Καβάφης)