Ciao asilanna,
io penso, ma sia chiaro è un mio pensiero poichè non sono riuscita a trovare in internet studi sui Rom, che i comportamenti attuali dei Rom siano derivati da un loro, come dire, adattamento forzato alla società in cui devono vivere.
Sono, come avrai letto, un popolo nomade e, in origine, avevano un modo proprio per guadagnarsi la vita: chi commerciava in cavalli, chi, ricordi di mia gioventù, eseguiva manufatti in rame o altri materiali.
Sono indubbiamente restii a cambiare il loro stile di vita, desiderano mantenere ad ogni costo la loro identità.
Noi, società agli antipodi, crediamo e operiamo, invece come se la loro integrazione dipendesse esclusivamente dall'abbandono delle loro tradizioni, non facciamo nulla per entrare nella loro mentalità.
Capisco sia difficile in quanto la nomea di ladri li precede e li accompagna, ma sono portata a pensare che un diverso tipo di approccio, che non leda la loro dignità, ridurrebbe, almeno in parte i danni (i malandrini sono ovunque)
Parlo di dignità perchè sono esseri umani e hanno pagato, con l'olocausto, un prezzo molto alto e continuano a sentire sulla pelle se non il disprezzo quanto meno la diffidenza.
Il mio non vuole essere un panegirico in loro onore, sono disgustata anch'io quando, molti di loro, anzichè mandare i figli a scuola, li iniziano "all'arte" del furto.
Tuttavia resto dell'idea che dal rispetto e soprattutto dal colloquio possano nascere buone cose.
Nonna PIna