00 28/11/2008 07:16

Qualcuno in questo forum, sosteneva che lo scarso ed irrilevante contributo storico offerto dalle minoranze italiane, giustificasse il silenzio a cui sarebbero destinate dalla maggioranza che invece conta e fa numero. Per fortuna esistono esponenti di questa "maggioranza" che non assecondono un tale orientamento ideologico.



Qui credo si faccia molta confusione: lo stato riconosce che alcuni segni e simboli sono rappresentativi in modo rilevante della sua cultura e della sua storia, ma non può farlo per altri che invece con la sua storia non c’entrano affatto oppure abbiano avuto un ruolo di scarsa rilevanza, perché questi di fatto non “rappresentano” la sua cultura, le sue radici, la sua identità profonda".



Proprio queste due citazioni dimostrano come tu stravolgi il senso di ciò che si va dicendo.
Intanto nella mia frase il soggetto è “lo stato”, nella tua sono diventato io.
Io parlo di segni e simboli, tu invece parli di minoranze nel senso di persone.
Tu scrivi che “secondo me” questo giustifica il silenzio “a cui sarebbero destinate queste minoranze dalla maggioranza che conta e fa numero”, io invece scrivevo (solo una riga sotto)

“Ma questo non significa che anche queste culture minoritarie non abbiano tutte le garanzie e tutti i diritti di potersi esprimere liberamente.


che è esattamente l’opposto di quello che stai scrivendo tu.
E così via…

La mia idea di multiculturalità è che entrando in un paese straniero che espone suoi simboli religiosi io non mi sento affatto offeso o discriminato o omologato, ma li sento come un segno del cammino storico di quel popolo ed una ricchezza anche per me, che ho un’altra storia.
Solo se mi impediscono di esprimere ciò che sento e credo mi sentirei discriminato.
Sandro

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Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia (Matteo 5,11)