peraskov, 26/11/2008 14.10: Cara Topsy, se tu tagli la mia citazione proprio nel punto dove espongo le divergenze è anche possibile dire che siamo d’accordo, ma la realtà è che tu stai affermando che una cultura non deve manifestare i propri segni in pubblico, per non urtare la sensibilità delle altre,
Qui credo si faccia molta confusione: lo stato riconosce che alcuni segni e simboli sono rappresentativi in modo rilevante della sua cultura e della sua storia, ma non può farlo per altri che invece con la sua storia non c’entrano affatto oppure abbiano avuto un ruolo di scarsa rilevanza, perché questi di fatto non “rappresentano” la sua cultura, le sue radici, la sua identità profonda.
La legge, in uno stato democratico, è l’espressione della volontà della maggioranza
non credo sia corretto parlare di legge quando ci piace e di “imposizione” quando non ci piace. Le regole della democrazia sono accettate da tutti, anche da chi, in qualche caso, sta dalla parte della minoranza.
Lo stato laico italiano riconosce, per lo meno fino ad oggi, un valore non solo religioso al simbolo della croce.
Posso anche informarmi su tutti i tipi di scuole esistenti in Israele, ma la presenza di scuole con diversa impostazione non modifica minimamente la sostanza del discorso.