00 27/10/2008 09:37
Re:
Vecchia Marziana, 26/10/2008 13.30:

Non è quello "culto della personalità"?
Non è esaltare un fratello al di sopra degli altri che magari non hanno mai avuto esperienze così "...incoraggianti" e di conseguenza dopo quella esperienza si sentiranno inutili?



Non sono convinta che questa usanza si possa inquadrare come culto della personalità.
Personalmente ritengo venga usata come sprone, nel senso che:
-genera forti sensi di colpa (esempio: a me non succede perché non mi dedico abbastanza)
-desiderio di imitare i “fortunati”
-tentazione di vedere in ogni problema della vita e nella sua risoluzione la “mano”di Geova, quindi generare il sonno del senso critico.
-la certezza di essere nella “verità”, poiché “Geova protegge i suoi leali”
Nonna Pina




Lascio che siate voi a giudicare se sia culto della personalità oppure no.
Faccio però notare, che in casi come questi, la percezione che si ha del fatto narrato cambia se ha raccontare l'esperienza è il diretto interessato o se, invece, è una persona terza che non fa riferimento a nessun "fratello" in particolare. Ovvio che nel primo caso, il protagonista, che è ben identificabile non solo per nome e cognome ma lo si vede e lo si sente parlare, diventa egli stesso l'esempio da seguire, non solo la sua esperienza spirituale. Questo, inoltre, accresce ulteriormente i sensi di colpa perché il paragone è con una persona in carne e ossa, non con qualcuno di ipotetico e di astratto.


Un saluto a tutti, TDG e non.