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I doni dello Spirito Santo
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1Corinzi 14:1 Desiderate l’amore e cercate ardentemente i doni spirituali, ma soprattutto che possiate profetizzare;

1Corinzi 12:7 Or a ciascuno è data la manifestazione dello Spirito per l’utilità comune.

1Corinzi 14:2 perché chi parla in altra lingua non parla agli uomini, ma a Dio; poiché nessuno lo comprende, ma egli in spirito proferisce misteri.

1Corinzi 14:3 Chi profetizza, invece, parla agli uomini per edificazione, esortazione e consolazione.

1Corinzi 14:4 Chi parla in altra lingua edifica se stesso, ma chi profetizza edifica la Chiesa.
1Corinzi 14:5 Io vorrei che tutti parlaste in lingue, ma molto più che profetizzaste, perché chi profetizza è superiore a chi parla in lingue a meno che egli interpreti, affinché la Chiesa ne riceva edificazione.

E' interessante anche quanto detto Qui:

I DONI DELLO SPIRITO SANTO

Durante tutta questa settimana dovremo esporre le diverse operazioni dello Spirito Santo nella Chiesa e nelle anime dei fedeli; ma è necessario, fin da oggi, anticipare l'insegnamento che abbiamo a presentare. Ci sono dati sette giorni per conoscere e studiare il Dono supremo che il Padre e il Figlio hanno voluto inviarci, e lo Spirito, che procede dai due, si manifesta in sette modi nelle anime. È dunque giusto che ogni giorno di questa settimana sia consacrato ad onorare ed a raccogliere questo settenario di benefici, per mezzo, dei quali dovrà operarsi la nostra salvezza e la nostra santificazione.
I sette doni dello Spirito Santo sono sette fonti di energia che egli degna deporre nelle nostre anime, quando vi penetra con la grazia santificante. Le grazie attuali mettono in movimento, simultaneamente o separatamente, quelle potenze divinamente infuse in noi, ed il bene soprannaturale e meritorio per la vita eterna si produce col consenso della nostra volontà.
Il Profeta Isaia, guidato dall'ispirazione divina, ci aveva fatto conoscere questi sette doni, nel brano in cui, descrivendo l'operazione dello Spirito Santo sull'anima del Figlio di Dio fatto uomo, che ci rappresenta come il fiore uscito dal ramo Verginale nato dal tronco di Jesse, ci dice: "Si poserà sopra di lui lo Spirito del Signore, Spirito di saviezza e discernimento, Spirito di consiglio e fortezza, Spirito di conoscenza e di pietà, e nel timore del Signore è la sua ispirazione" (Is 9, 2-3). Niente di più misterioso che queste parole; ma si sente che ciò che esse esprimono non è una semplice enumerazione dei caratteri del divino Spirito, ma la descrizione degli effetti che opera nell'anima umana. Così l'ha compresa la tradizione cristiana, ed enunciata negli scritti degli antichi padri, e formulata con la teologia.
L'umanità sacra del Figlio di Dio incarnato è il tipo soprannaturale della nostra, e ciò che lo Spirito Santo ha operato in lei deve proporzionalmente aver luogo in noi. Egli ha deposto nel Figlio di Maria quelle sette forze che descrive il profeta; i medesimi doni sono stati preparati all'uomo rigenerato. Notiamo la successione che si manifesta nella loro serie. Isaia nomina prima lo Spirito di sapienza e finisce con quello del timor di Dio. La Sapienza è effettivamente, come vedremo, la più elevata delle prerogative alla quale possa giungere l'anima umana, mentre il Timor di Dio, secondo la profonda espressione del Salmista, non è che il principio e l'abbozzo di questa divina qualità. Si capisce facilmente che l'anima di Gesù, chiamata a contrarre l'unione personale con il Verbo, sia stata trattata con una dignità particolare, in modo che il dono della Sapienza debba essere stato infuso in essa in una maniera primordiale, mentre il dono del Timor di Dio, qualità necessaria ad una natura creata, sia stata posta in lei soltanto come complemento. Per noi, al contrario, fragili e incostanti come siamo, il Timor di Dio è la base di tutto l'edificio ed è per mezzo suo che ci eleviamo di grado in grado fino a quella Sapienza che ci unisce a Dio. È dunque nell'ordine inverso di quello segnalato da Isaia nel riguardi del Figlio di Dio incarnato, che l'uomo s'innalza alla perfezione, per mezzo dei doni dello Spirito Santo, che gli sono stati conferiti nel Battesimo, che gli vengono resi nel sacramento della riconciliazione, se ha avuto la sventura di perdere la grazia santificante per il peccato mortale.
Ammiriamo con profondo rispetto l'augusto settenario, di cui troviamo l'impronta in tutta l'opera della nostra salvezza e della nostra santificazione. Sette sono le virtù che rendono l'anima gradita a Dio; per mezzo dei suoi sette Doni, lo Spirito Santo la conduce al suo fine; i sette Sacramenti le comunicano i frutti dell'Incarnazione e della Redenzione di Gesù Cristo; e, finalmente, dopo trascorse sette settimane dalla Pasqua, lo Spirito è mandato sulla terra per stabilirvi e consolidarvi il regno di Dio. Dopo tutto questo, noi non ci meraviglieremo che Satana abbia cercato di fare una parodia sacrilega dell'opera divina, opponendole l'orribile settenario dei sette peccati capitali, per mezzo dei quali egli si sforza di perdere l'uomo che Dio vuole salvare

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Efesini 4:15 ma dicendo la verità con amore, cresciamo in ogni cosa verso colui che è il capo, cioè Cristo.

Nella stessa lettera Paolo raccomanda di essere sempre ripieni di Spirito, di affidare a Lui il controllo della nostra vita, di farci guidare e ispirare da Lui nella comprensione della parola.

Efesini 5:18-20 E non vi inebriate di vino, nel quale vi è dissolutezza, ma siate ripieni di Spirito, parlandovi gli uni con gli altri con salmi, inni e cantici spirituali, cantando e lodando col vostro cuore il Signore, rendendo continuamente grazie per ogni cosa a Dio Padre, nel nome del Signore nostro Gesù Cristo.




vedi

digilander.libero.it/rinnovamento/documenti/cate_049.html

Ciao a tutti!!



[Modificato da Robenz 22/10/2008 21:03]