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La mancanza di attendibilità e di correttezza del libro del Buonspirito si nota sin dalla prefazione. Per esempio, un tal Umberto Polizzi, mentre descrive il rapporto tra Gesù e il Padre, afferma:

«Nella sua trattazione [quella di Felice] fa spicco incontrovertibile il commento su una testimonianza di Gesù Cristo che proibì di usare la parola “padre” come titolo religioso. In Matteo 23:9, Gesù disse: “E non chiamate nessuno “padre” sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello del cielo”. (CEI) Egli, non attribuì mai la parola “Padre” in relazione a se stesso, come vorrebbero alcuni, ma la applicò sempre a Dio distinguendosi da Lui.»

Ma chi sarebbero questi "alcuni" che affermano che Gesù attribuì a se stesso la parola "Padre"?

Giancarlo Apostoli così commenta:

«Sinceramente non si capisce a chi il giornalista faccia riferimento quando parla di “alcuni” che vorrebbero attribuire a Gesù la parola “Padre”: chi sarebbero questi alcuni?

A scanso di equivoci diciamo subito che nessun trinitario né tantomeno la Chiesa con il suo insegnamento ha mai detto che Gesù si sia attribuito il titolo o il termine Padre: nelle Scritture ‘Padre’ è sempre riferito a Dio, e Gesù si è dichiarato il Figlio del Padre, o il Figlio di Dio, distinguendosi certamente da Lui. Nella formulazione stessa del dogma trinitario, infatti, si fa una chiara distinzione tra la ousìa, o sostanza divina, comune al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo, e le hypòstasi, che il latino come anche l’italiano traducono con persone, che sono tre, distinte ma non separate.
Questo semplicemente per dire come molte volte, e nel nostro caso è lampante, sia facile per l’impostazione geovista generare degli equivoci partendo, appunto, da falsi presupposti più che da un pensiero critico vero e proprio.
Se per Umberto Polizzi, in qualità di giornalista e scrittore, non avrei certamente motivo di dubitare della sua professionalità, come teologo e biblista invece, nutrirei sicuramente più di qualche riserva».

A proposito di Umberto Polizzi, definito nella prefazione "giornalista e scrittore", qualcuno ne ha mai sentito parlare? Per quale giornale scriverebbe costui? Da quello che si legge in rete, il Polizzi è un TdG, e la sua menzione nella prefazione del libro del Buonspirito serve solo per cercare di dare una maggiore "autorevolezza" al libro di quest'ultimo.
I TdG si autoreferenziano, dato che non c'è ovviamente nessuno che, dopo aver letto questo vergognoso insieme di taglia/cuci, in cui si è fatto dire a molti studiosi il contrario di quello che hanno realmente detto, si azzarderebbe a spendere una parola di lode per raccomandare la lettura o l'acquisto di tale "opera".

Achille
[Modificato da Achille Lorenzi 29/11/2008 06:16]