00 25/08/2008 20:50
Quando una tragedia rende manifesti due volti di santi altrimenti invisibili al mondo;
chissà da quanti santi siamo circondati e nemmeno ce ne accorgiamo facendoci prendere da un pessimismo cronico.

dal Corriere della Sera, 25 agosto 2008
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La vittima La 52enne olandese, molto religiosa, voleva arrivare a San Pietro. La notte trascorsa nella stessa stanza con il coniuge
«Accetto questa Croce, grazie a tutti Niente farmaci: il mio corpo reagirà»
La donna olandese stuprata al marito: partire ora? No, fidiamoci dei medici

ROMA — Semolino, mele cotte e un omogeneizzato. La signora olandese, Wilma V. M., 52 anni, massacrata venerdì notte insieme a suo marito Paul da due pastori romeni, rei confessi, ieri ha iniziato a riprendere un po' di confidenza con la vita. A mezzogiorno ha mangiato con buon appetito, poi ha aperto il suo cuore davanti al primario di Medicina dell'ospedale San Camillo, Andrea Levi Della Vida, che parla un buon inglese e l'assiste ormai da oltre 48 ore.

«Accetto questa Croce», ha detto al medico la signora Wilma, che per le bastonate dei suoi aguzzini ha perso parecchi denti e ora ha la bocca gonfia e dolorante, ma non vuole saperne di assumere analgesici: «Grazie, dottore, preferisco così, il mio corpo deve reagire da solo a questa sofferenza».

È una donna molto religiosa, racconta il professor Della Vida, che è rimasto davvero impressionato dal coraggio di questa signora minuta. Vittima l'altra notte di uno stupro selvaggio, che non è riuscito però a scalfire la sua fiducia nel prossimo: «Non vedo l'ora di tornare ad occuparmi dei bambini disabili che io e mio marito, insieme ad altre persone, assistiamo in Olanda tramite una fondazione », ha confidato ieri al primario di Medicina.

Intanto, ieri sera, una piccola-grande novità: marito e moglie sono tornati insieme, hanno dormito cioè nella stessa camera, su al secondo piano, nel reparto di chirurgia maxillo-facciale. Gli psicologi del San Camillo devono aver ritenuto che anche questo è un modo per far riassaporare alla donna, lentamente, la bellezza della normalità. Si sono abbracciati a lungo, Wilma e Paul. Per un'ora la porta della stanza è rimasta chiusa, neanche i medici hanno osato violare quella fragilissima intimità ritrovata, dopo il massacro dell'altra notte.
Paul, con la mandibola rotta e un polso ingessato dopo l'operazione, adesso vorrebbe mettere un miliardo di chilometri tra loro due e gli incubi. Ieri, alla moglie, quasi supplicandola, ha detto: «Dai, amore, torniamocene a casa. Prendiamo il primo aereo per l'Olanda». Ma Wilma ha resistito: «No, aspettiamo, seguiamo quello che ci dicono di fare i dottori. Sono così bravi, dobbiamo fidarci di loro».

Erano partiti il 2 agosto da Waalre, Brabante settentrionale, in bicicletta: milleseicento chilometri dall'Olanda a Roma, attraverso Belgio, Lussemburgo, Francia, Svizzera e poi ancora giù per la Liguria, la Toscana, il Lazio. Destinazione finale: piazza San Pietro, vero obiettivo della loro vacanza-pellegrinaggio.
L'anno scorso, invece, l'affiatatissima coppia di cicloturisti aveva scelto come meta Santiago di Compostela, la città spagnola patrimonio dell'Unesco. Un altro luogo sacro. Quel viaggio, però, ugualmente lungo e faticoso, si era concluso benissimo. Senza problemi. Senza brutti incontri. Quest'anno, purtroppo, in Italia è andata diversamente.

Ma Wilma Maria vuole guardare avanti e il suo dolore se lo porta dentro, con dignità estrema. Suo marito l'aveva già fatto il primo giorno, ora è lei a rivolgere parole di calda riconoscenza per i medici che l'hanno curata e i carabinieri che in poche ore hanno arrestato i responsabili del massacro. «Voglio dire grazie, grazie a tutti», ripete.

Anche ieri, l'ambasciata olandese ha fatto sentire comunque la sua premurosa presenza: il capo della sezione politica, Joost Reintjes, è tornato in ospedale per sincerarsi delle condizioni dei coniugi di Waalre.
Paul e Wilma dall'inizio sono stati chiari: massimo rispetto per il lavoro dei cronisti, ma niente interviste, niente telecamere. Così, davanti alla loro stanza, di ora in ora si fa sempre più stretta la sorveglianza delle guardie private dell'ospedale, degli infermieri e dei carabinieri, che con grande gentilezza cacciano via gli intrusi.

In questi corridoi ovattati, per fortuna, non arriva l'eco della furiosa polemica politica che si è scatenata intorno alla triste vicenda dei cicloturisti olandesi. Qui, arrivano soltanto mazzi di fiori e scatole di cioccolatini che romani ignoti continuano a mandare alle due vittime di Ponte Galeria.

Fabrizio Caccia
25 agosto 2008






"Darò loro un cuore nuovo e uno spirito nuovo metterò dentro di loro."
"Formatevi un cuore nuovo e uno spirito nuovo."

Ezechiele