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si può o non si può giudicare il prossimo?

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    Trianello
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    00 28/07/2008 15:58
    Gandhi ha scritto:


    Non ti sembra un pò ingiusto questo? Perchè il tutto deve essere legato alle circostanze in cui uno si trova?



    La teologia fondamentale si occupa di rispondere anche a questa domanda. Diciamo che la teologia fondamentale si occupa di questo genere di tematiche ad un livello avanzato e scientifico. Al livello del semplice fedele, invece, i preamboli della fede fanno parte (o dovrebbero far parte) della normale catechesi. Perché sia ragionevole credere, infatti, è una cosa che ogni credente “adulto” sa per via del percorso catechetico che ha affrontato nella Chiesa. Che poi molti non lo sappiano… beh… questo dipende dal fatto che non si tratta di credenti “adulti”.
    Ecco un buon testo sui fondamenti del Cristianesimo usato nei corsi di catechesi per adulti:

    www.esserecattolici.com/modules.php?name=Content&pa=showpa...

    Inutile dire che ti consiglio di darci almeno un’occhiata.

    Mauro ha scritto:

    fra l'altro per dare credibilita' a questa "teologia fondamentale" devi prima avere fede e quindi sarebbe un cane che si mangia la coda.



    Al contrario, caro Mauro, al contrario. Teologia fondamentale si occupa, in parte, anche della cosiddetta apologetica, vale a dire che si occupa di determinare i margini di credibilità del messaggio cristiano in sé. Questo perché l’atto di fede è un atto di volontà, ma è un atto perfettamente ragionevole. L'uomo è infatti, per sua natura, un ente razionale... e la grazia completa la natura, non la annulla. Pertanto, l'atto di fede deve essere necessariamente un qualcosa di razionalmente giustificato.


    Non mi risulta infatti che gli atei razionali, o i credenti in altre religioni, si convertano leggendo tomi di teologia.



    Che a te non risulti non significa che ciò non sia accaduto. Ci sono diversi esempi di atei convertiti alla fede “anche” per tramite della lettura dei testi di Tommaso d’Aquino, ad esempio: il caso di Maritain è esemplare sotto questo punto di vista. Poi, l’atto di fede è un atto di volontà, quindi nessuno può costringere nessuno a credere, nemmeno il teologo più sopraffino. Senza contare che, oggi come oggi, coloro che sono atei lo sono spesso anche per l’impossibilità oggettiva di comprendere e compiere l’atto di fede per via del fatto di essere imbevuti di riduzionismo e relativismo. Io stesso sono rimasto un agnostico fino a quanto la lettura dei testi di Tommaso d’Aquino e dei tomisti contemporanei non mi ha “sbloccato” su questo punto. Poi, la fede non è solamente una questione di intelletto, per cui ci sono un sacco di altri fattori che concorrono a spingere qualcuno a credere, primo tra tutti l’opera invisibile e fondamentale dello Spirito Santo (ma questo lo si comprende solo a meta raggiunta).

    Siamo ormai completamente OT, comuqnue.

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    Deus non deserit si non deseratur
    Augustinus Hipponensis (De nat. et gr. 26, 29)

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    Mauro di Arcisate
    Post: 757
    Registrato il: 08/10/2003
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    00 28/07/2008 16:31
    Re:
    Trianello, 28/07/2008 15.58:




    Non mi risulta infatti che gli atei razionali, o i credenti in altre religioni, si convertano leggendo tomi di teologia.



    Che a te non risulti non significa che ciò non sia accaduto. Ci sono diversi esempi di atei convertiti (...)



    Trianello, continui a dribblare.
    Cosa dicevo io ? dicevo che non mi risulta che *gli atei razionali* (come categoria) si convertano leggendo tomi di teologia. Tu invece mi citi dei singoli casi, e nel singolo caso c'e' di tutto, cone la varesina laureata in scienze della comunicazione che si converte ai TdG.


    Ora Trianello rispondi alla mia domanda:
    un ateo razionale dotato di logica leggendo un tomo di teologia si converte si o no ?
    certo capita che possa succedere, come capita che un ateo razionale si converta perche' incontra una biondina che lo trascina in chiesa. [SM=x570867]
    In quanto all'apologetica è solo propaganda.
    Riguardo invece al "ragionevole" io e te riteniamo ragionevole che un ateo si converta, ma Trianello ti faccio una domanda: tu trovi ragionevole che un credente possa abbandonare la fede o cambiare religione ? (io si, ovviamente). E tu ?


    ciao
    [Modificato da Mauro di Arcisate 28/07/2008 16:36]
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    Trianello
    Post: 4.653
    Registrato il: 23/01/2006
    Utente Master
    00 28/07/2008 17:33


    Trianello, continui a dribblare.
    Cosa dicevo io ? dicevo che non mi risulta che *gli atei razionali* (come categoria) si convertano leggendo tomi di teologia.



    Caro Mauro, come dicevo nel mio post precedente, l’avere o non aver fede dipende da una scelta, per cui non c’è testo di teologia fondamentale che tenga per uno che abbia il cuore chiuso alla verità. L’apologetica può servire a sgombrare il passo alla fede, vale a dire a liberare la via che conduce alla medesima, ma poi spetta sempre al singolo decidere se credere o meno, vale a dire se aprire o meno il suo cuore alla verità. Ecco perché non è detto che un cristiano che si converta ad un’altra religione così facendo commetta peccato: tutto dipende dalla motivazione per cui compie un tale atto, vale a dire se egli lo faccia per amore o per odio per la verità. E’ evidente, però, che, siccome l’atto di fede è un atto ragionevole, chiunque passi dal Cristianesimo ad un’altra religione in buona fede, lo fa perché non ha mai conosciuto veramente la ragionevolezza dell’essere cristiani. Se così non fosse, infatti, insensato sarebbe l'appello del'apostolo Pietro ad essere sempre pronti a rendere ragione della speranza cristiana (1 Pt 3,15).
    Tutte queste cose, comunque, e molto più, potrai leggerle nel testo che ho linkato sopra.

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    filippo65
    Post: 290
    Registrato il: 20/01/2008
    Utente Junior
    00 28/07/2008 18:19
    Mi limito a dire la mia,dopo aver letto tutte le considerazioni fatte fino ad ora.
    Secondo me nel caso dell'adultera,la folla non si limitava a giudicarla,ma aveva emesso una sentenza nei suoi confronti che l'avrebbe privata della sua vita.
    Il giudizio,non si era limitato al "giudicare",ma c'era stata una sentenza di condanna a morte.
    E' stato già detto in precedenza cosa Gesù avesse detto su come comportarsi con le persone che sbagliano.
    Credo che nell'episodio dell'adultera si sia andati ben oltre,poi non ci scordiamo che a Gesù è stato chiesto di dire la sua perchè volevano metterlo alla prova.
    Gesù ci dice che il giudicare,preclude il nostro di giudizio:
    "Con la stessa misura che giudicate sarete giudicati".
    Quando esprimiamo un giudizio su una persona dovremo quindi,andarci sempre con i piedi di piombo.
    Vi saluto in Cristo Gesù.
    Ciao da Filippo65. [SM=g1543902]



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