00 07/07/2008 19:50
“Ma come Poly? Proprio tu mi cadi in un errore così GROSSOLANO e controproducente?”

Sonny, se non sai nulla di filologia evita di tentare di correggermi. Come ho scritto non ho citato il testimononium flavianum nella versione di Eusebio di Cesarea, che è quello con le glossature cristiane che l’hanno fatto sospettare di essere spurio, ho citato LA VERSIONE ARABA di Agapio, cioè la versione originale senza le interpolazioni...

“Cioè, aggiunti da un qualche ZELANTE cristiano che ha aggiunto di sua propria INIZIATIVA questo passo, ove in origine, uno storico come Giuseppe Flavio non avrebbe mai preso parte e in quei termini poi, le parti di Cristo!”

Infatti nel brano che ho citato Giuseppe Flavio non prende minimamente le difese di Cristo. Questa è la versione greca tràdita (cioè trasmessa), le parti in corsivo sono quelle ritenute spurie:

“Ci fu verso questo tempo Gesù, uomo saggio, sempre che si debba definirlo uomo: era infatti autore di opere inaspettate, maestro di uomini che accolgono con piacere la verità, ed attirò a sé molti Giudei, e anche molti della grecità. Questi era il Cristo. E quando Pilato, per denunzia degli uomini notabili fra noi, lo punì di croce, coloro che da principio lo avevano amato non cessarono. Egli infatti apparve loro al terzo giorno nuovamente vivo, avendo già annunziato i divini profeti queste e migliaia d’altre meraviglie riguardo a lui. Fino ad oggi ed attualmente non è venuto meno il gruppo di quelli che, da costui, sono chiamati Cristiani” (Ant. XVIII, 63-64)

Questa invece è la versione araba:

“Ci fu verso quel tempo un uomo saggio che era chiamato Gesù, che dimostrava una buona condotta di vita ed era considerato virtuoso (o: dotto), e aveva come allievi molta gente dei Giudei e degli altri popoli. Pilato lo condannò alla crocifissione e alla morte, ma coloro che erano stati suoi discepoli non rinunciarono al suo discepolato (o: dottrina) e raccontarono che egli era loro apparso tre giorni dopo la crocifissione ed era vivo, ed era probabilmente il Cristo del quale i profeti hanno detto meraviglie”

Anche prima di ritrovare la versione araba comunque coloro che sostenevano l’interpolazione totale del testo erano la minoranza. La maggior parte dei filologi, analizzando il testo in greco, era infatti convinta che le uniche cose aggiunte fossero quelle in corsivo.
E, tra parentesi, non si tratta di una manipolazione intenzionale, ma di una glossatura. Il meccanismo è molto semplice, per chi conosce un po’ di filologia. Una volta i testi venivano trascritti insieme alle “note”, ai commenti del copista che noi oggi metteremmo a fondo pagina o a margine. Se il copista successivo non era abbastanza esperto scambiava le note di commento del copista precedente per parti del testo originale e dunque nella ulteriore copiature le “note” scivolavano nel testo.

“Come vedi, ti stò mostrando che anche tu, come gli apostoli e gli scrittori del primo secolo, per una valida ragione in cui loro credevano, non esitavano a raccontare le cose non esattamente come erano andate”

E questo l’avresti ricavato da cosa di grazia?

“O ti sei dimenticato che qualche libricino me lo sono letto anch'io?”

Non abbastanza, anche perché questa cose sono trattate in testi per specialisti.

“Socin, Barbaglio, Puech, Bultmann e molti altri ancora che non riporto per non tediare i lettori!”

Autori validi, sebbene alcuni archeologici.

“E' vero, non ho letto quasi tutta la patristica come sembrava volessi intendere, ma quasi tutta la patristica del primo, secondo e terzo secolo, libro più, libro meno!”

Siamo ad una centinaio di tomi di mille pagine l’uno, evidentemente non hai idea delle dimensioni di quello che maneggi.

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Ά όταν έκτιζαν τα τείχη πώς να μην προσέξω.
Αλλά δεν άκουσα ποτέ κρότον κτιστών ή ήχον.
Ανεπαισθήτως μ' έκλεισαν απο τον κόσμο έξω
(Κ. Καβάφης)