00 29/06/2008 09:25
Non mi pare che l'articolo che citi provi alcunchè. Le vere prove hanno ben altra consistenza. L'interesse in sè mostrato da parte degli autori dell'articolo verso chiunque (tdg e non) abbia avuto casi del genere tra i propri affetti non è assolutamente da criticare.

Per poter parlare di prove servono numeri e serve una correlazione forte tra i numeri citati e le proprie tesi, oltre che tra i numeri e i metodi di acquisizione dei dati e la significatività del campione indagato.

In assenza si parla di "supposizioni", "opinioni personali" e a volte di "diffamazione". Occhio.
Bergman stesso che tentò un approccio scientifico al problema che comprendeva anche un'analisi statistica dei termini della questione, mise preliminarmente bene in chiaro l'enorme difficoltà riscontrata nell'acquisire dati attendibili e campioni significativi, ammettendo da subito il careattere di aleatorietà intrinseco del proprio lavoro.

L'attendibilità di un autore si misura anche dal livello di autocritica che l'autore dimostra verso le proprie stesse opere.

Ciao [SM=x570892] [SM=x570865]
[Modificato da wall.kill 29/06/2008 09:26]
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Gianluca