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Marcinkus, la gerarchia vaticana si indigna

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    Polymetis
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    Registrato il: 08/07/2004
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    00 04/07/2008 13:45
    "Se, e sottolineo se..... il Cristo è realmente il Figlio di Dio, come mai gli ebrei, che dovrebbero essere coloro che più di ogni altro popolo avrebbero dovuto riconoscerlo, non l'hanno riconosciuto, anzi, lo aspettino ancora?"

    Non è esatto. Gli Ebrei hanno riconosciuto Gesù e l'hanno acclamato come messia (si veda l'entrata trionfale a Gerusalemme). Quello che non hanno retto è lo scandalo della croce. Il messia atteso della maggioranza era di natura politica, qualcuno che li avrebbe liberati dal giogo dei romanii, non avevano considerato che per DIo l'impero Romano non è che un punto nella storia e che il messia aveva qualcosa di più importante da fare, e cioè la liberazione dell'uomo, e soprattutto non attraverso la violenza, ma attraverso la logica dell'amore, che è indifferente ai sistemi politici del mondo. Comunque, anche dopo lo scandalo della morte del messia, sappiamo che il cristianesimo giudaico non venne meno. Sappiamo dagli Atti che intorno a Pentecoste la Chiesa gerosolimitana contava 5000 fedeli. NOn è dunque corretto dire che gli Ebrei non hanno riconosciuto Cristo, semplicemente quelli che l'hanno riconosciuto sono diventati cristiani, ed è dunque ovvio che a te sembrano non esistere, quando in realtà erano una parte del giudaismo del I secolo al pari dei farisei. Conversioni di Ebrei al cristianesimo poi si contano in ogni tempo e luogo, per citare solo qualche caso recente il rabbino capo di Roma Israel Zolli, o la grande filosofa Edith Stein

    "Possibile che Dio Padre, lasci non so quanti milioni di fedeli ebrei nell'errore di non riconoscere Suo Figlio?"

    DIo propone, non impone. Io mi chiedo invece che razza di Dio sarebbe se costringesse alla conversione. E che dire dei lontani come i cinesi?
    Secondo la dottrina cattolica coloro ai quali non è stato presentato il cristianesimo in maniera convincente e sistematica, non hanno colpa per la loro mancata conversione, semplicemente non ne hanno mai avuto l'occasione.


    [Modificato da Polymetis 04/07/2008 13:49]
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    Ά όταν έκτιζαν τα τείχη πώς να μην προσέξω.
    Αλλά δεν άκουσα ποτέ κρότον κτιστών ή ήχον.
    Ανεπαισθήτως μ' έκλεισαν απο τον κόσμο έξω
    (Κ. Καβάφης)
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    eretikus
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    Registrato il: 10/09/2007
    Utente Junior
    00 04/07/2008 18:24
    Polymetis:

    _______________Guardi che ti sbagli, non adottiamo affatto il canone ebraico. L'Antico Testamento Ebraico ha 39 libri, il nostro ne ha 46______________________

    In primis non ho detto che il culto cattolico ha "adottato" il canone ebraico.
    Questo culto si sviluppa, partendo dal Canone ebraico, facendolo proprio, adattandolo con altri libri per comodità organizzativa anti-giudaica.


    __________Inoltre c'è un'informazione storica che ti manca e che fa cadere il tuo ragionamento. La fissazione del canone da parte degli ebrei è posteriore alla nascita del cristianesimo, esso si stabilizza tra fine I secolo e inizio II secolo, al sinodi fariseo di Jamnia______________


    I dottori di tendenza farisaica verso il (90 - 100) riuniti nel sinodo ebraico di Jamnia (Javnè) decisero, imponendolo a tutto il giudaismo, i libri che potevano a titolo di autorità, entrare accanto alla Legge nella lettura ufficiale della sinagoga.
    Da quel momento storico si è autorizzati a parlare di "Canone".

    La definizione formale del Canone biblico del culto cattolico avviene nel concilio di Trento del 1546 dove si stabilisce in 46 del Antico Testamento e 27 del Nuovo Testamento.

    _____________non ci rifacciamo per l'AT al canone ebraico, che è venuto dopo la nascita del cristianesimo___________________

    Questa è interessante. Dove sarebbe il problema? I cristiani non leggevano i libri che in sinagoga venivano dichiarati sacri? Non erano libri che il Canone ebraico "nato prima di quello cristiano-cattolico" ha poi definito canonici?
    Cosa dimostra, se il Canone ebraico nasce dopo, e già esistevano delle comunità cristiane?
    Nulla.

    Mentre dimostra che il Canone cristiano-cattolico, venuto dopo, ha fatto propio quello ebraico, modificandone per alcuni il valore profetico e aggiungendone altri.

    Questo per dire che: i cattolici sono entrati a piene mani nel Canone ebraico adattandolo alla loro convenienza cercando logiche che introducessero il Nuovo Testamento.

    Quello che hanno fatto i Protestanti e i TdG con le loro interpretazioni del Canone cattolico.

    Saluti





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    Polymetis
    Post: 6.833
    Registrato il: 08/07/2004
    Utente Master
    00 04/07/2008 18:50
    Per Eretikus

    “Questo culto si sviluppa, partendo dal Canone ebraico, facendolo proprio, adattandolo con altri libri per comodità organizzativa anti-giudaica”

    Per nulla. Semplicemente nell’ebraismo di allora non esisteva un canone unico. INoi non abbiamo fatto nostro alcun canone giudaico, per la banalissima ragione che il cristianesimo è nato prima che il canone palestinese fosse fissato.

    “I dottori di tendenza farisaica verso il (90 - 100) riuniti nel sinodo ebraico di Jamnia (Javnè) decisero, imponendolo a tutto il giudaismo, i libri che potevano a titolo di autorità, entrare accanto alla Legge nella lettura ufficiale della sinagoga.
    Da quel momento storico si è autorizzati a parlare di "Canone".”

    E’ quello che ho scritto io, seppure in una versione un po’ semplificata, perché non c’è esattamente una decisione canonica a Jamnia, dai testi risulta semplicemente che s’è parlato della canonicità di alcuni libri, senza per questo dire che da questo sinodo sia stato stilato un canone. E’ comunque palese che, anche in assenza di una definizione giuridica, l’indirizzo espresso da questo sinodo s’è consolidato.

    “La definizione formale del Canone biblico del culto cattolico avviene nel concilio di Trento del 1546 dove si stabilisce in 46 del Antico Testamento e 27 del Nuovo Testamento.”

    Questa roba è da manuale, in realtà andando a vedere le fonti le cose sono decisamente più complesse. In primo luogo non è neppure vero che la definizione formale del canone avviene a Trento, già nel precedente Concilio di Firenze il canone è espresso in modo dogmatico. Quanto a definizioni “non dogmatica”, in quanto opera di Concili non ecumenici, troviamo il canone già fissato nel IV secolo coi sinodi di Ippona e Cartagine. Quanto ad attestazioni letterarie del canone, scendiamo al II secolo.

    “Dove sarebbe il problema? I cristiani non leggevano i libri che in sinagoga venivano dichiarati sacri? Non erano libri che il Canone ebraico "nato prima di quello cristiano-cattolico" ha poi definito canonici?
    Cosa dimostra, se il Canone ebraico nasce dopo, e già esistevano delle comunità cristiane?
    Nulla.”

    Pare che ti sfugga un punto. Noi non deriviamo l’autorità di quei libri da alcuna decisione ebraica (se c’è mai stata). Abbiamo a che fare col il fenomeno che una volta era chiamato “canone palestinese” contrapposto altrettanto fantomatico “canone alassendrino”. Questa terminologia da manuale di giudaistica degli anni ottanta non la userei certo a lezione, ma in questo caso per farti capire posso anche usare schemi che la storiografia ha abbandonato da trent’anni, tanto non devi sostenere un esame di istituzioni di cristianesimo antico. I cristiani come ripeto sono ebrei tanto quanto i farisei, nessuno di questi due movimenti è padrone del testo sacro. Semplicemente nel giudaismo dopo la distruzione di Gerusalemme ha vinto la linea farisaica, mentre i cristiani, che vengono prima di Jamnia, appartengono ad un'altra linea di ebrei, cioè gli ebrei della diaspora che leggevano anche i libri in greco, infatti nel NT si possono rintracciare richiami lapalissiani agli scritti dell’AT greco, e addirittura di apocrifi. Siamo dunque in presenza non di cristiani che si appropriano di un canone ebraico, bensì di cristiani, che sono ebrei, e che sono eredi di un'altra linea del canone, parallela e coeva a quella farisaica, che una volta veniva chiamata dagli storici “canone alessandrino”. Non si tratta dunque dei cristiani che hanno ereditato qualcosa dagli ebrei, ma di due linee all’interno degli ebrei, e dalla prima deriva a fine I secolo il canone ristretto, dalla seconda deriva, sempre all’origine, la prosecuzione del canone alessandrino. Noi non ci basiamo dunque su alcuna decisione farisaica, perché gli ebrei che hanno creato il cristianesimo si erano emancipati dall’ebraismo sinagogale prima di quella decisione, e seguivano già un’altra linea.
    I protestanti a differenza dei cattolici sono nei guai perché in nessun punto della Bibbia si dice quali siano i libri della Bibbia
    In definitiva la questione non è neppure chi sia venuto prima e chi sia venuto dopo, ma su chi si basi la tua scelta di determinati libri. Il protestante che pretende di rifarsi al fantomatico Sola Scriptura non può affatto trovare nella Scrittura l’indicazione di quali siano i libri della Scrittura, da qui la necessità di passare per la Chiesa. Il cattolico invece, quando gli si chiede su cosa basi la sua scelta dei libri della Bibbia, non ha nessun problema a rispondere: la Chiesa, e questo vale sia per l’Antico che per il Nuovo Testamento.
    [Modificato da Polymetis 04/07/2008 18:52]
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    Αλλά δεν άκουσα ποτέ κρότον κτιστών ή ήχον.
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