00 24/05/2008 15:28
Scegliere? Ma per carità, si tratta di obbedire alla verità.

Non si tratta di scegliere come più ci piace; ovvero basandosi sul gusto personale o su ciò che ci gratifica. Si tratta di omaggiare la verità. Quindi il primato è della ragione che valuta ove essa sia. Poi la volontà prenderà la decisione, giusta se obbedirà alla ragione, cattiva se obbedirà ai propri comodi.

Del resto se la ragione non avesse questo ruolo come si potrebbe valutare e rifiutare la religione falsa?
Basandosi sulla vera?
Ma prima di determinare qual è la vera, dove ricavo il criterio che avrò solo dopo che l'avrò trovata?
E come potrà colui che, aderendo a una religione falsa ma ritenendola vera, uscire dal suo errore se per valutare l'offerta della nuova religione che un altro gli presenta (e poniamo che sia la religione vera) si baserà sulla sua religione falsa che ritiene vera?

A me pare proprio che quando le meningi cominciano a girare la verità, magari pian piano si impone da sé perché la logica ti costringe a passare per l'imbuto ove tutto ciò che è illogico non passa.
Ed è per questo che la nostra fede di cattolici deve obbligatoriamente andare di pari passo con la maassima valutazione e uso della ragione: FIDES ET RATIO appunto, come dice l'enciclica di Giovanni Paolo II. Le due "ali" del pensiero, mancando anche una sola delle quali non si vola.
Anzi si fa di peggio; si resta a terra dibattemdosi inutilmente e facendo polvere che aumenta la confusione. E - guarda un po' - nel dissidio tra fede e ragione ove uno rinuncia alla ratio, è proprio la fede che invece di far luce crea confusioone e sconcerto dimenandosi a vanvera.
----------------------
est modus in rebus