Quando le costrizioni sociali ti stritolano
A proposito di doppie vite. C'è chi sta peggio.
Vi racconto la vita di merda che si appresta a fare la mia ex fidanzata.
Ci conoscemmo diversi anni fa, quasi per caso. Entrambi fratelli, io e lei. Nè di quelli "bravi", nè di quelli "cattivi". Fu, per me, un colpo di fulmine. Riuscii ad avere il suo numero, passammo due settimane al telefono, a parlare di noi, delle nostre vite... Una cosa incredibile, credevo di aver incontrato la mia anima gemella. Ci incontrammo, e dopo mezz'ora stavamo già baciandoci appassionatamente in macchina.
Due settimane dopo facemmo l'amore. Per me era la prima volta, e fu più bella di quanto pensassi. Per lei no, era stata con altro fratello tempo prima.
Siamo stati insieme un anno. Un anno di passione, di amore e sesso contemporaneamente. Ma quel sesso, così intenso, era anche fonte di turbe. Quel sapere che non ero il primo... Tante cose messe insieme, e finì che ognuno prese la sua strada. Genitori delusi, strascichi dolorosi.
Continuammo comunque a sentirci ogni tanto. Lei visse un momento di sbandamento "spirituale". E si sentiva sporca. "Come farò, un giorno, se incontrerò un fratello, a mentire? A non raccontare quello che ho fatto? Appena saprà la verità, scapperà come hai fatto te".
Finchè un giorno lo incontrò questo fratello. Un giovane ragazzo baldanzosamente "spirituale", il tipico arrivista congregazionale. Disse, lei, che "anche se non lo amo come ho amato te, però mi vuole bene...". Arrivò il momento, tra loro due, dei racconti del passato. E lei decise che doveva mentire. Per non perderlo. E così fece (e fa).
Continuammo comunque a sentirci. Lei mi raccontava della sua nuova veste, quella della ragazza integerrima. Lui, il bravo e bello aspiratore di privilegi, la mano l'allungava. Ma lei no, doveva farla la parte. Arrivavano al punto di non ritorno, ma lei fermava i giochi.
Passò altro tempo. Scoprii di volerle bene davvero. Era passato tanto tempo, lo so... Glielo dissi. Ci incontrammo. Non posso spiegarvi le emozioni nel rivederla dopo tanto.
Ma la sua vita era cambiata. Doveva fare la pioniera, perchè lui voleva così. Perchè i genitori di lei anche. Perchè i futuri suoceri idem.
Mi chiamò. Mi disse: "io ti amo, ti amo ancora. Ma come faccio? Non posso lasciarlo... I miei mi caccerebbero di casa. Ormai ci sono in mezzo troppe cose. Ho già fissato le nozze".
Ho provato a convincerla. A dirle che l'avrei aiutata a trasferirsi dove sto io. Ho provato a farla ragionare, che andava incontro a una vita infelice. Ma le cose che dicevo, forse, facevano troppo male. Finchè il padre di lei non mi telefonò per avvisarmi "non chiamare più mia figlia, è fidanzata".
Non l'ho più cercata. E lei non ha più cercato me.
Ognuno decide la strada da seguire. So solo una cosa: presto si sposerà, dovrà fingere una verginità che non c'è, dovrà fingere una "spiritualità" congregazionalmente intesa che non c'è, dovrà fingere un amore che non c'è. Vivrà una vita che non è la sua. La conosco troppo bene per non sapere quali fossero i suoi sogni e le sue aspirazioni.
Meglio infelice ma brava sorella, evidentemente.
E' la vita. Peccato che ce n'abbiamo solo una. Sprecata quella, addio... Chi gliela risarcirà?