00 23/04/2008 21:41
Re: per agabo
emili76, 23/04/2008 15.21:

che fai mi prendi in giro?o no0n sai neanche tu la mia risposta?nella bibbia cei mi risultano 73 libri...magari bevi tu un po meno e A MENTE SOBRIA...riconta!ciao ciao [SM=x570885] [SM=g1543794]



Ciao, Emili76,
ti assicuro che sono sobrio! [SM=x570885] Ma non mi è passata la voglia di scherzare. Però, una buona risposta, è vero, ti spetta. Eccola:

"Canone. In epoca cristiana la sacralità della Bibbia fu detta canonicità e l’elenco dei suoi libri «canone», dalla parola greca «kanon», canna, strumento lineare di misura del tempo antico. Da questo significato derivò quello di professione di fede e di norma codificata. Poiché i libri della Bibbia contengono la norma per la vita dei credenti, essi furono detti «canonici», cioè normativi per i credenti. Dal IV sec d.C. il termine «canone» passò ad indicare la lista dei libri ispirati.
Presso gli Ebrei, già prima del 11 sec a.C., si erano formati tre gruppi di libri sacri; il primo, «la legge», comprendeva i primi 5 libri ed era attribuito a Mosè. Oggi è conosciuto col nome di «Pentateuco». Il secondo gruppo conosciuto col nome di «I Profeti» raggruppava libri di indole storico-profetica (Giosuè, Giudici, Samuele, Re, Isaia, Geremia, Ezechiele e i 12 Profeti minori). Il terzo gruppo veniva chiamato «gli Scritti» ed era composto da libri di vario contenuto (Salmi, Proverbi, Giobbe, Cantico, Ruth, Lamentazioni, Ecclesiaste, Esther, Daniele, Esdra- Nehemia, Cronache). Attualmente questi 3 gruppi, fatta eccezione del primo, sono raccolti in ordine diverso.
La Mishnah (scritto ebraico redatto nel lI sec d.C.) presuppone l’esistenza di una raccolta fissa di libri e, siccome il suo materiale risale ben più indietro nel tempo, si può affermare che il canone dell’AT venne sostanzialmente fissato verso la fine del primo secolo o all’inizio del secondo. La lista comprendeva tutti i libri ritenuti sacri degli Ebrei, esclusi i deuterocanonici. Questa fissazione della lista di libri non era una novità, perché non faceva altro che confermare una tradizione ormai comune tra i rabbini precedenti. Anche lo scrittore giudaico Giuseppe Flavio nel suo libro Contro Apione, 8,38-40, ammette solo l’attuale canone ebraico escludendo i deuterocanonici. Che la Bibbia degli Apostoli non includesse questi libri, appare abbastanza chiaramente dalle 263 citazioni dell’AT ebraico nel NT che riguardano sempre i libri del canone ebraico senza riferirsi ai deuterocanonici; vi troviamo, è vero, delle allusioni, ma citazioni vere e proprie mai.
Esiste una lista di libri proveniente dalla versione greca della LXX? Bisogna dire che i diversi manoscritti da noi posseduti della LXX non presentano sempre gli stessi manoscritti, questo ci porta a dedurre che certi libri sono stati inclusi secondo l’uso liturgico che se ne faceva nelle singole chiese (il Codice Vaticano del IV sec non ha i libri dei Maccabei che si trovano invece parte nel Sinaitico e parte nell’Alessandrino). Se il contenuto della LXX resta così incerto, non possiamo certamente poggiarci su di esso per stabilire un ipotetico canone alessandrino. Bisognerebbe anche domandarsi come mai non siano stati accolti dalla Chiesa Cattolica altri scritti che pur si trovano nella LXX, come i Salmi di Salomone e i III e IV Esdra.
E’ un dato certo che nella liturgia si leggevano i libri canonici e deuterocanonici, ma anche altri libri detti pseudoepigrafia (scritti da autori che usavano i nomi di Mosè, Enoch, ecc...). Ma gli stessi scrittori ecclesiastici (Ippolito, Ireneo, Tertulliano, Cipriano, Clemente di Alessandria, ecc) che pur usavano i libri deuterocanonici, di fatto quando presentano la lista dei testi sacri ricordano solo l’elenco dei libri in uso presso gli Ebrei.
Gli evangeli accettano la lista dei libri contenuti nel canone ebraico (per l’AT), mentre i Cattolici, sulla base della decisione del Concilio di Trento, accettano anche altri libri detti appunto deuterocanonici (facenti parte cioè di un secondo canone). Un decreto di questo concilio afferma: «Se una persona... osasse non accogliere come sacri e canonici questi libri integralmente con tutte le loro parti, così come la Chiesa Cattolica ebbe l’abitudine di leggerli e come si trovano nell’antica edizione della Vulgata, sia scomunicato». (Conc. Trento, Sess. IV «Decreta de S. Scriptura», 8 aprile 1546; Denzinger 1504).
Possiamo quindi affermare quanto segue: “La Chiesa Cattolica che poggia sulla tradizione, non può documentare l’esistenza di una costante tradizione favorevole ai libri deuterocanonici” (F. Salvoni, Il romanzo della Bibbia, Milano, s.d., p. 105)."

Occhio al brano in grassetto, se non vuoi essere SCOMUNICATA!

Ciao, Agabo. [SM=x570890]

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