00 14/04/2008 12:38
Ecco il commento a cui mi riferivo
“15,36 Ma uno corse, inzuppò una spugna di vino acido, la pose su una canna e gli dava da bere…”
Non ci interessa il vino acido al posto del normale aceto. Non temiamo che i commercianti comincino a chiamare latte acido lo yogurt o i pollivendoli cadavere di pollo la loro mercanzia…
Ci interessa piuttosto quella canna. L’accenno ad essa fa capire chiaramente che il soldato da terra non sarebbe arrivato con il braccio teso alla bocca di Gesù, quindi Gesù non aveva i piedi al livello del pianoterra. E sappiamo che sopra la sua testa c’era spazio per metterci il cartello con la scritta. Dal che un po’ di conti minimali per ricavare la lunghezza del “palo” nell’ipotesi geovista: 1 mt nel terreno, 50 cm dal pianoterra al suppedaneo, 1,70 l’altezza di Cristo, altri 40 cm per la lunghezza delle braccia sopra la testa, altri 30 cm per il cartello con la scritta (in tre lingue e visibile da lontano), poniamo altri 10 cm di sporgenza, fanno un totale minimo di 4 mt di legno massiccio, capace di reggere il peso dei condannati più corpulenti. Non crediamo che ci voglia un medico per garantire che un uomo flagellato non aveva la forza di portare quel peso dal Pretorio al Golgota… Ed è anche logico pensare che i Romani, che adoperavano presumibilmente lo stesso luogo per le esecuzioni (per lo meno per evitare di dover scavare ogni volta nuove buche sulla roccia profonda un metro) avessero fissata in loco una struttura adatta per issare con corde dall’alto in alto un palo così lungo con tanto di condannato appeso. E’ anche impensabile che i condannati venissero inchiodati in alto anziché a terra. E dovremmo chiederci anche quanto sarebbe stata maneggevole e razionale una scala (non d’alluminio) lunga almeno 5 mt! Ecco allora che, anche solo da un punto di vista logico viene confermato che la croce doveva essere a due bracci, di cui il verticale (lo stipes) era fisso là nel terreno con tanto di struttura per tirarvi su i condannati, e i condannati venivano costretti a portare solo il trave orizzontale (il patibulum), molto più corto e leggero, al quale venivano poi inchiodate le mani e veniva issato su fino ad incrociare, ad una debita altezza, quello verticale.*
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* Una soluzione quindi del tipo che è possibile vedere nel Gesù di Nazareth di Zeffirelli.
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est modus in rebus