La risposta a questa domanda è un categorico sì!
Per chi nasce all'interno della religione dei Tdg la situazione è molto più difficile e dolorosa di chi vi entra da adulto.
E non lo dico solo perchè io vi sono nato ma perchè dall'analisi di diversi fattori di natura psicologica chi nasce in un culto chiuso ha dificoltà molto più grandi di chi invece vi entra liberamente.
Chi entra da adulto nei Tdg ha già una sua personalità formata, derivante dall'insieme di esperienze fatte 'nel mondo' (espressione con cui i Tdg indicano tutti coloro che sono al di fuori della loro fede). Hanno già accumulato esperienze, confronti, errori e successi; si sono già creati una compostezza di carattere. Entrano all'interno dei Tdg e ripongono nel gruppo la loro fede condividendone dottrine, usi e costumi, ma mantenendo quella forma di carattere (ciò che conferisce sicurezza) che già possedevano in precedenza.
Quando perciò una persona che è entrata adulta nei Tdg lascia il movimento, affronta certamente una trauma a livello psicologico ma può più facilmente ambientarsi riappropriandosi a pieno regime del carattere e della personalità che erano suoi prima dell'entrata nel gruppo
Chi invece nasce all'interno del movimento invece subisce fin dalla tenera infanzia tutti gli schemi mentali del gruppo e li fa propri, impostando spontaneamente la propria personalità, il proprio carattere e la propria psiche con l'ambiente che lo circonda. I Tdg diventano veramente la propria casa, la propria famiglia in cui trovare sostegno e conforto. L'organizzazione diventa una sorta di mamma in cui sentirsi protetti al riparo dalle interferenze esterne.
Quando il giovane Tdg poi arriva a confrontarsi col mondo esterno (facendolo per davvero, cioè mettendo se stesso e le sue credenze in discussione, senza soltanto predicare al solo scopo di convincere gli altri delle tue ragioni), ecco che per la prima volta 'cammina da soilo'. E' la prima vera esperienza di vita in cui finalmente gioca se stesso senza protezione.
Così nonostante è Tdg, per la prima volta incomincia ad assaporare, a vagliare a ragionare liberamente e a trarre delle sue conclusioni davvero personali. E questo poi può condurre alla consapevolezza che la religione in cui si sta non è quella che ci convince di più.
Anche se però a livello cosciente egli è giunto a questa consapevolezza, a livello inconscio invece ha incamerato tutti gli schemi mentali del suo gruppo che ripete meccanicamente, all'interno della sua psiche, con una incredibile precisione. Ecco che scattano feroci i sensi di colpa verso Dio (ma perchè? se lui è convinto che la religione che segue non è giusta non dovrebbe provare questo profondo senso di colpa verso il suo Dio, pensando di tradirlo! Nemmeno dovrebbe pensare che il Diavolo se lo stia giocando e che lo stia ormai strappando dall'unica vera verità di Dio e Gesù Cristo! Perchè invece ha questi pensieri? Perchè questi sono gli schemi mentali a cui è stato abituato fin dalla tenere infanzia dai vari discorsi pronunciati dal podio, adunanza dopo adunanze, e dai vari studi di Torri di Guardia fatti). Scatta anche la paura di ciò a cui andrebbe incontro proseguendo per la via di allontanamento che sta cominciando a intraprendere: ossia l'emarginazione e l'essere considerato un giuda e un traditore di Dio allorchè decidesse di cambiare religione. Non che questi timori non li provi anche chi entra nel culto da adulto, però in colui che è nato nalla 'verità' questa paure sono più intensificate, poichè tutta l'impostazione del suo carattere, tutta la sua certezza e tutta la sua sicurezza poggiano sull'organizzazione.
L'organizzazione è stato tutto il suo mondo e non ha mai avuto altre pietre di paragone nel corso della sua vita, diversamente invece da chi è entrato nel gruppo da adulto.
La difficoltà poi non è solo nella fuoriuscita ma anche nel riuscire a crearsi una nuova personalità e forgiarsi un nuovo carattere al di fuori dell'organizazione. Al giovane gli si presenta un mondo del tutto nuovo, dove lui è spaesato e non sa come muoversi; non deve più nuotare nel suo 'stsgnetto privato' ma adesso ha l'oceano da affrontare, ed è qui che finalmente dovrà crearsi la sua personalità. Anche se purtroppo adesso non è più un bambino, non è più un adolescente, e dover modificare la propria personalità in un'età più adulta e molto più difficle. E anche una volta che verrà fatto purtroppo resteranno i segni del passato che come 'cicatrici' lo accompagneranno sempiternamente nel corso della propria vita. Un albero quando è piccolo lo si può facilmente raddrizzare ma quando è già grande, beh, è molto ma molto più dura.
In definitiva perciò, se vive un trauma chi abbandona i Tdg quando è entrato nel culto da adulto, vive un vero e proprio esaurimento psicologico chi vi è sempre vissuto. Le difficoltà sono maggiori e maggiore e l'appoggio in termini di amicizia e di comprensione che bisogna dare a queste persone che io non ho esitazioni a definire dei veri e propri eroi, capaci di cambiare totalmente la loro esistenza uscendo dal ghetto in cui erano e ridefinendo totalmente se stessi in età già pienamente adulta.
Ci vuole molto coraggio e forza di volontà per riuscire in una tale impresa.
La verità non è qualcosa di statico ma è basata su una conoscenza progressiva, in grado di mettere in discussione anche i precedenti concetti raggiunti usando il modello del metodo scientifico