00 30/03/2008 19:12
Tre adulti al giorno fuggono da casa. scappano più gli uomini delle donne

L'esercito degli scomparsi

In 33 anni gli «assenti» sono oltre 25mila.
E c'è chi, rintracciato, non torna

Missing, scomparsi. Per sempre, il più delle volte. E se anche li ritrovano, loro non vogliono tornare. «È il caso di Luigi, lo chiamerò così. Un ragazzo sparito nel nulla un anno fa quando stava per laurearsi. I genitori non ne hanno saputo più niente da un giorno all'altro. Dopo la denuncia, si sono rivolti a noi. Il ragazzo è stato rintracciato poco tempo fa, si trova all'estero. Aveva mentito sugli studi. Non aveva dato gli esami, non stava per laurearsi, e non riusciva più a gestire la pressione delle sue menzogne. Il fratello prima, i genitori poi, sono riusciti a parlargli, ma lui ancora non vuole tornare indietro, non vuole incontrarli, si vergogna. Intende riscattarsi prima di ritornare in Italia». Elisa Pozza Tasca racconta una delle tante storie raccolte da Penelope, l'associazione di cui è presidente rivolta ai familiari delle persone scomparse. Sono molti quelli come Luigi. Nel 2007 in Italia 1.107 maggiorenni si sono allontanati da casa volontariamente o senza apparente motivo. Tre al giorno. Dei primi, resta almeno un biglietto, una lettera, una spiegazione abbozzata a un amico, al medico di famiglia, al collega d'ufficio. Degli altri, non rimangono che le ipotesi: troppi debiti, una situazione familiare infelice, il desiderio di fuggire, la voglia di vendicarsi. Anche Christopher McCandless, del resto, il giovane benestante protagonista del film Into the wild, dopo la laurea parte per l'Alaska facendo perdere ogni traccia non certo spinto dal desiderio di avventura: voleva punire i genitori delle bugie con cui l'avevano cresciuto, voleva vendicarsi. La sua storia, vera, raccontata al cinema da Sean Penn, riguarda quasi 160 mila americani che si eclissano senza nemmeno lasciare un post-it sul frigo. Ma riguarda pure gli italiani, dove in 33 anni, cioè dall'istituzione della Banca dati per le persone scomparse, sono stati registrati 25.567 assenti ingiustificati, di cui 9.357 minorenni.

I PIU' NOTI - I casi celebri li ricordiamo tutti. Federico Caffè, l'economista keynesiano amatissimo dagli studenti e dai colleghi dell'Università di Roma, sparito una mattina di aprile del 1987. Il suo corpo non è mai stato ritrovato. La morte presunta è stata dichiarata il 30 ottobre 1998. Un altro studioso eminente, parecchio tempo prima, nel 1938, svanì da un giorno all'altro in circostanze misteriose: il fisico
Ettore Majorana (Ansa)
Ettore Majorana. «Dal 1˚ gennaio 2007 al 31 gennaio di quest'anno le forze dell'ordine hanno ricevuto 2.642 denunce di scomparsa. Tolti i minorenni, 1.292, restano 1.350 adulti: Le fette più grosse sono archiviate alle voci "allontanamento volontario" e "motivazione non conosciuta". Poi ci sono i possibili disturbi: 234. Sono i malati di Alzheimer, di depressione o di qualche altra grave patologia. Pochissime le presunte vittime di reato», fa il punto tra gli schedari il commissario straordinario del governo Gennaro Monaco. L'ufficio che lui dirige è stato istituito con un decreto del presidente della Repubblica il 31 luglio del 2007. La micro- squadra (quattro persone più il prefetto Monaco) lavora dal novembre scorso in due stanzette su via di Santa Maria Maggiore, a Roma, per mettere in ordine i dati di trent'anni. Il commissario va avanti: «I numeri devono essere tarati. Circa il 40% delle denunce trova soluzione nel giro di una ventina di giorni. Il problema, però, è che i familiari, quando hanno di nuovo a casa il proprio caro, non si preoccupano di avvisare le forze dell'ordine». C'è poi un'anomalia: «Quando una persona scomparsa viene rintracciata, se è maggiorenne ha diritto a non far sapere dove si trova. Significa che viene aggiornata la sua posizione nel data base di polizia e carabinieri, ma non si può rivelare dove sia. Alla famiglia, in questi casi, viene detto soltanto che il parente è vivo».

TRA REGOLE E BUONSENSO - Il rispetto della legge sulla privacy è uno dei punti contestati dall'associazione Penelope. Lo chiarisce la presidente Elisa Pozza Tasca: «È un gesto di egoismo, non una tutela. Le famiglie hanno bisogno di sapere. Chi va via volontariamente vuole sottrarsi alle responsabilità, ai ruoli, ai debiti, a molte cose. Ma non cambia lo sgomento per chi vive questa scelta dall'altra parte. Occorre fare educazione civica tra i giovani. Possibile che nell'era di Internet e degli sms non si possa spedire un messaggino al padre, alla madre, al proprio fratello? ». L'anno scorso le denunce di scomparsa sono state più alte a Roma (535), a Milano (273), a Napoli (163), a Udine (108) e a Torino (100). Gli uomini quasi doppiano le donne. «A spingere i ventenni c'è la ribellione, certo. Ma non vogliamo sottovalutare il fenomeno preoccupante delle sette religiose, dei guru, delle scelte estreme in Oriente. Gli adulti, invece, fuggono dalle loro realtà. Gli anziani si smarriscono per problemi di salute, perdita della memoria, effetti collaterali dell'Alzheimer», prosegue il prefetto Monaco, contratto a termine per gli scomparsi (il suo incarico scadrà il prossimo luglio).

LA VALUTAZIONE - La sociologa Chiara Saraceno, ora a Berlino al Centro di ricerche delle scienze sociali Wzb, prova a interpretare le cifre elaborate dallo Sdi, il Sistema di indagine interforze del ministero dell'Interno. «Ci sono quelli che scappano perché non ne possono più della moglie, o viceversa. Ci sono quelli che fuggono dai debiti. Ci sono quelli che si vergognano di essere omosessuali o di essere coinvolti in affari loschi. Ci sono quelli che hanno subìto violenza. Ci sono quelli che semplicemente vogliono cambiar vita e mollano tutto all'improvviso. Questi, mi impressionano più di tutti. Perché gli altri una giustificazione ce l'hanno: sono incapaci di comunicare il proprio disagio e si nascondono. Questi gettano nel panico amici e parenti senza un apparente perché. La verità è che serve meno coraggio ad andarsene senza dirlo a nessuno, piuttosto che ad affrontare i problemi». Ci vogliono dieci anni, dal giorno dell'ultimo avvistamento, per poter chiedere al Tribunale la dichiarazione di morte presunta. Non basta una vita per rasserenare chi aspetta a casa.

Elvira Serra
27 marzo 2008

Fonte: www.corriere.it/cronache/08_marzo_27/esercito_scomparsi_6bc8f9bc-fbcc-11dc-9a60-00144f486b...