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Notizia: Sacra Sindone, datazione tutta da rivedere

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    predestinato74
    Post: 472
    Registrato il: 10/05/2007
    Utente Senior
    00 26/01/2008 21:16


    Christopher Bronk Ramsey, direttore del Radiocarbon Accelerator di Oxford fa dietro front sulla datazione al carbonio eseguita nel 1988 sulla sindone.


    www.lastampa.it/Torino/cmsSezioni/cultura/200801articoli/5769gi...

    brutta notizia per quegli scrittori certi che si trattasse di un dipinto di Leonardo da Vinci [SM=x570867]

    aspettiamo una ri-datazione!






    "Darò loro un cuore nuovo e uno spirito nuovo metterò dentro di loro."
    "Formatevi un cuore nuovo e uno spirito nuovo."

    Ezechiele



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    35.angelo
    Post: 1.194
    Registrato il: 20/11/2005
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    00 26/01/2008 21:53
    Ragazzi,
    provate a fare il copia incolla di questa immagine e trasferitela sul programma paint ,cliccate su inverti colori e noterete in negativo un effetto tridimensionale stupefacente [SM=g27811]

    io non sò se è il vero telo che copri il corpo di Gesù, [SM=x570868]

    ma se lo fosse davvero ....forse [SM=x570872] questa immagine si è impressa per irradiazione di qualcosa che non conosciamo e nel momento che Gesù è resciuscitato.

    angelo


    Isaia 29:13...‘Questo popolo mi onora con le labbra, ma il loro cuore è molto lontano da me.  Invano continuano ad adorarmi, perché insegnano dottrine e comandi di uomini’”...



  • mauro.68
    00 26/01/2008 23:44
    Ho invertito i colori.



    Straordinario. Si vede perfettamente il naso rotto e il sangue che cola dalla fronte, per via delle spine, da qui non si vede, ma ha una ferita al costato e alle mani.
    [Modificato da mauro.68 26/01/2008 23:50]
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    kira76
    Post: 225
    Registrato il: 18/08/2007
    Utente Junior
    00 27/01/2008 13:20
    in abruzzo c'è una chiesa in un paesino che si chiama Manoppello, dove nel santuario che si chiama "Volto Santo" c'è esposta una tela in una teca sull'altare che è a dir poco sconvolgente....
    in essa vi è ritratto il viso di Gesù crocifisso, ma non dipinto, è come la Sindone... sembra che sia stato poggiato sul viso e abbia preso i contorni e i segni del volto.
    la cosa strana è che sia che lo guardi da un verso sia che lo guardi dall'altro non cambia nulla.... non so come spiegare...i segni che guardandolo frontalmente sono sul viso alla mia destra una volta che si va dietro la teca, e si guarda quindi all'incontrario, sono sempre alla mia destra...
    qulcuno la conosce e riesce a spiegare meglio quello che a parole mie non so dire??
    per me che non sono credente comeunque è qualcosa di emozionante...
  • mauro.68
    00 27/01/2008 13:35
    L'ho visto una volta in telvisione.
    Dicono che sia il velo della Veronica, la donna che asciugò il viso di Gesù sulla via del Calvario.

    it.wikipedia.org/wiki/Volto_Santo_di_Manoppello
    www.voltosanto.it/Italiano/
    [Modificato da mauro.68 27/01/2008 13:37]
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    !Freddie!
    Post: 295
    Registrato il: 04/06/2006
    Utente Junior
    00 27/01/2008 16:13
    Quando i conti non tornano...

    La Sindone è stata sempre considerata da me un argomento affascinante,un mistero straordinario che mi porta a riflettere in modo più approfondito ed a contemplare la passione, la morte e la resurrezione di Gesù. Pur non ancorando la mia fede ed il mio essere cattolico alla sua autenticità (ma a tutt'oggi non è stato dimostrato, in modo scientifico ed al di là di ogni più ragionevole dubbio, che non lo sia), non posso fare a meno di ricordare quando la vidi esposta nel Duomo di Torino durante il Giubileo del 2000; da essa "sentivo" provenire un indicibile dolore ed una profonda sofferenza, ma anche un senso di pace e serenità.
    La datazione al C14, lungi dal risolvere la questione e svelare i numerosi interrogativi che si celano, ha ulteriormente offerto nuovi e più inquietanti elementi di dubbio e di perplessità. Paradossalmente, si è più predisposti a credere (o, quanto meno, a guardare con più interesse ed attenzione) ad una Sindone datata intorno al 1200 d.C. che non ad una Sindone riconosciuta contemporanea (o giù di lì) di Gesù... [SM=g27823]


    Un fraterno saluto. [SM=x570892]

    Freddie
    -------------------
    Risplenda su di noi, Signore, la luce del tuo volto. Il tuo volto, Signore, io cerco.
    [Modificato da !Freddie! 27/01/2008 16:16]
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    gnosis85
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    Registrato il: 15/12/2007
    Utente Junior
    00 27/01/2008 18:38
    Re:
    mauro.68, 27/01/2008 13.35:

    L'ho visto una volta in telvisione.
    Dicono che sia il velo della Veronica, la donna che asciugò il viso di Gesù sulla via del Calvario.

    it.wikipedia.org/wiki/Volto_Santo_di_Manoppello
    www.voltosanto.it/Italiano/


    scusate...secondo voi cosa rappresentano i disegnini nei tondi sulla cornice (a parte i tre chiodi):io ci vedo una scala, un gallo...



  • mauro.68
    00 27/01/2008 19:10
    Re: Re:
    gnosis85, 27/01/2008 18.38:


    scusate...secondo voi cosa rappresentano i disegnini nei tondi sulla cornice (a parte i tre chiodi):io ci vedo una scala, un gallo...






    Qui si vede meglio.



    Ci sono anche dei dadi, una tenaglia con un martello, non so cosa simboleggiano.

    [Modificato da mauro.68 27/01/2008 19:11]
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    35.angelo
    Post: 1.197
    Registrato il: 20/11/2005
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    00 27/01/2008 19:40
    Re: Re: Re:
    mauro.68, 27/01/2008 19.10:



    Qui si vede meglio.



    Ci sono anche dei dadi, una tenaglia con un martello, non so cosa simboleggiano.





    sono i simboli della passione,

    i dadi
    (Giovanni 19:23-24) ...Ma la tunica era senza cuciture, essendo tutta tessuta da cima a fondo. 24 Perciò si dissero l’un l’altro: “Non la strappiamo, ma determiniamo a sorte di chi sarà”. Questo affinché si adempisse la scrittura: “Ripartirono fra loro le mie vesti, e sul mio abito gettarono le sorti”. E i soldati fecero realmente queste cose.



    i chiodi
    la croceffissione



    la scala
    la usarono per appendergli il cartello e per tirarlo giù dalla croce

    (Giovanni 19:19-22) ...E Pilato scrisse un titolo e lo mise sul palo di tortura. C’era scritto: “Gesù il Nazareno, il re dei giudei”. 20 Perciò molti dei giudei lessero questo titolo, perché il luogo dove Gesù fu messo al palo era vicino alla città; ed era scritto in ebraico, in latino, in greco. 21 Comunque, i capi sacerdoti dei giudei dicevano a Pilato: “Non scrivere ‘Il re dei giudei’, ma che egli ha detto: ‘Io sono re dei giudei’”. 22 Pilato rispose: “Quello che ho scritto, ho scritto”.




    il gallo
    il rinnegamento di pietro e di tutti gli apostoli che lo abbandonarono alla crocefissione tranne il più giovane di loro




    la tenaglia
    servi per raddizzare i chiodi








    [Modificato da 35.angelo 27/01/2008 19:42]
    Isaia 29:13...‘Questo popolo mi onora con le labbra, ma il loro cuore è molto lontano da me.  Invano continuano ad adorarmi, perché insegnano dottrine e comandi di uomini’”...



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    Muscoril
    Post: 1.812
    Registrato il: 08/07/2004
    Utente Veteran
    00 27/01/2008 19:41
    Re: Re: Re:
    mauro.68, 27/01/2008 19.10]

    Qui si vede meglio.

    Ci sono anche dei dadi, una tenaglia con un martello, non so cosa simboleggiano.
    ****************
    Carissimo,
    Anche se non sono un esperto, mi sembra che siano gli oggetti della passione di Gesu'. I chiodi della crocefissione, la scala idem, il gallo che canto' per Pietro, i dadi con cui i soldati si giocarono la veste di Gesu', ecc.

    Matisse





    [Modificato da Muscoril 27/01/2008 19:42]
    La verita' non danneggia mai una giusta causa. M. K. GANDHI
  • mauro.68
    00 27/01/2008 23:24
    Si è vero, ma c'è il sesto simbolo, secondo voi cos'è?
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    Trianello
    Post: 3.738
    Registrato il: 23/01/2006
    Utente Master
    00 27/01/2008 23:33
    La cosa incredibile è che la datazione al C14 è l'unico elemento che potrebbe indurci a pensare ad un'origine medievale della Sindone, lì dove decine di altri indizi convergenti, invece, inclinano per una datazione che la ricondurrebbe ai tempi di Gesù e ad una origine orientale. E’ da quando questa datazione fu fatta che i sindonologi fanno notare come le cose non quadrino e come ci siano un’infinità di elementi che possono aver condotto ad una datazione falsata: gli incendi che hanno lambito il telo a più riprese e la conseguente esposizione del medesimo ai fumi dei suddetti; il fatto che anticamente le ostensioni venivano fatte a mano, con la possibilità che i bordi del telo (da cui è stato prelevato il frammento datato con il metodo del C14) possano essere stati ripetutamente inquinati da materiale biologico di origine molto più recente; la presenza sul tessuto di funghi microscopici lì cresciuti quando la Sindone (nei secoli passati) era conservata in ambienti particolarmente umidi; il fatto che il frammento datato ha uno spessore che è più del doppio di quello medio del telo, il che fa pensare che in realtà si sia datato un pezzo di stoffa rammendato; ecc.. Ho appreso con piacere che, finalmente, anche gli autori della suddetta datazione si siano decisi ad aprire gli occhi e ad ammettere che la datazione ottenuta anni fa non sia attendibile.

    -------------------------------------------

    Deus non deserit si non deseratur
    Augustinus Hipponensis (De nat. et gr. 26, 29)

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    gnosis85
    Post: 26
    Registrato il: 15/12/2007
    Utente Junior
    00 28/01/2008 19:48
    Re: Re: Re: Re:
    Muscoril, 27/01/2008 19.41:

    mauro.68, 27/01/2008 19.10]

    Qui si vede meglio.

    Ci sono anche dei dadi, una tenaglia con un martello, non so cosa simboleggiano.
    ****************
    Carissimo,
    Anche se non sono un esperto, mi sembra che siano gli oggetti della passione di Gesu'. I chiodi della crocefissione, la scala idem, il gallo che canto' per Pietro, i dadi con cui i soldati si giocarono la veste di Gesu', ecc.

    Matisse










    Ehm già...sarò stordita... [SM=x570881] [SM=x570881] [SM=x570881] grassie!!


    [Modificato da gnosis85 28/01/2008 19:49]
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    Reietto74
    Post: 504
    Registrato il: 05/03/2009
    Utente Senior
    00 28/07/2009 15:31
    una notizia piuttosto fresca sulla Sindone:



    "La Sindone è vera, vi spiego perché"


    Una studiosa tra i segreti degli Archivi Vaticani: "E' del I secolo, esporrò le prove in un nuovo libro"

    MARIO BAUDINO

    Sulla Sindone c’è una scritta in caratteri ebraici che rinvia all’aramaico, la lingua dei primissimi cristiani. L’ha scoperta uno scienziato francese, Thierry Castex, e ne dà notizia per la prima volta una studiosa italiana, Barbara Frale, nel suo saggio da poco uscito per il Mulino col titolo I templari e la Sindone di Cristo. E’ invisibile a occhio nudo, ma è stata evidenziata grazie a procedimenti fotografici; una presenza del genere sul lenzuolo conservato a Torino, che secondo la tradizione avrebbe avvolto il corpo di Gesù, non è certo un episodio che possa restare confinato nel mondo degli studiosi. La storica italiana, ufficiale dell’Archivio segreto Vaticano, ha ricevuto la documentazione per un consulto, e d’accordo con lo scopritore l’ha resa pubblica nel libro sui Templari, che è il prologo a un nuovo lavoro, tutto sul «Sacro lino», di imminente pubblicazione. I due argomenti sono collegati. Barbara Frale è nota per aver trovato fra le carte vaticane nuovi documenti sull’atteggiamento del papa Clemente V nei confronti dei monaci-guerrieri accusati di eresia, quando all’inizio del Trecento il re di Francia Filippo il Bello scatenò contro di essi una repressione feroce. Ha smontato le leggende esoteriche e dimostrato la riluttanza del Papato rispetto alla persecuzione, che per ragioni politiche non poté essere comunque impedita. Nel libro appena uscito segue il filo che lega la Sindone all’austero esercito nato dopo la prima crociata per proteggere i pellegrini in Terrasanta, diventato una grande potenza «multinazionale» e finito sui roghi. Arriva a conclusioni appassionanti, perché conferma l’intuizione di uno studioso inglese secondo cui dopo il saccheggio di Costantinopoli ad opere di veneziani e francesi (nel corso della quarta crociata), il lenzuolo passò effettivamente in mano templare: ma per essere conservato e adorato in gran segreto.

    Le misteriose testimonianze sul culto di un idolo o di un volto demoniaco andrebbero così riferite ai pochi eletti che ebbero modo di vedere la Sindone, ripiegata allo stesso modo in cui la conservava l’imperatore di Bisanzio. Ma di qui in poi, l’obiettivo cambia. Barbara Frale è sulle tracce più antiche della Sindone. Al centro di questa ricerca si staglia l’imprevedibile scritta in aramaico, pochi caratteri che tuttavia possono essere ricondotti a un significato del tipo: «Noi abbiamo trovato». Ma vengono proposti anche nuovi documenti, per esempio sull’arrivo nella capitale dell’Impero d’Oriente della preziosa reliquia. E contro la tesi che venisse adorato in realtà un «fazzoletto» con un ritratto dipinto (il mandylion), la studiosa esibisce un testo scoperto nel ’97 sempre alla Biblioteca Vaticana (dallo storico Gino Zaninotto). E’ un’omelia del X secolo in cui viene descritta la reliquia, che l’imperatore Romano I aveva mandato a prelevare nella città di Edessa.

    L’autore è Gregorio il Referendario, arcidiacono della Basilica di Santa Sofia, incaricato della delicatissima operazione nell’anno 943. Non parla di un fazzoletto dipinto, ma di una grande immagine: pare proprio di leggere la descrizione della Sindone di Torino, che pure anni fa venne sottoposta all’esame del carbonio 14, usato per datare i reperti antichi, e dichiarata un manufatto medioevale. Come spiega la Frale questa contraddizione? «L’esperimento aveva, date le tecnologie a disposizione in passato, ampi margini di ambiguità. E poi non è stato condotto in modo verificabile», sostiene la studiosa. Ormai, aggiunge, non fa più testo. «I documenti mi portano molto più all’indietro nel tempo. Anche nel quarto secolo ci sono testi che parlano della Sindone».

    Ma torniamo alle scritte, che in realtà sono più d’una: in greco, e anche in latino, scoperte a partire dal 1978. Lei spiega che non sembrano vergate sul lino, ma impresse per contatto, forse casuale, con cartigli e reliquiari. Che cosa dimostrano? «Quella in caratteri ebraici poteva essere un motivo importante per spiegare la segretezza di cui i templari circondarono la Sindone, in anni di fortissimo antisemitismo». Però c’è dell’altro: «Sì, c’è il fatto che dopo il 70 non si parlò più aramaico nelle comunità cristiane. E già San Paolo scriveva in greco». A cosa sta pensando, allora? «Ci sono molti indizi, direi un’infinità, che sembrano collegare la Sindone ai primi trent’anni dell’era cristiana. Per ora è una traccia di ricerca». Pensa che il testo si sia impresso prima del 70? «Quel che sappiamo del mondo antico ci costringe a formulare questa ipotesi». E qui la studiosa si ferma, rinviando al nuovo libro, La Sindone di Gesù Nazareno, che uscirà sempre per il Mulino prima di Natale. Ma non si sottrae alle domande. La prima è ovvia: come escludere che si tratti semplicemente di un «falso», nel senso di una reliquia costruita e modificata nel tempo?

    Magari realizzata proprio sulla scorta dei Vangeli? «Innanzi tutto il mondo antico non ha mai avuto interesse a confermare i Vangeli. Non conosce il nostro concetto di riscontro o di prova. In secondo luogo le scritte possono essere datate, in base alla loro forma, alla grammatica, al contesto. Gli studiosi che le hanno esaminate le fanno risalire a un periodo fra il primo e il terzo secolo». Si ritiene però che l’archeologia del terzo secolo fosse molto diversa dalla nostra. La madre di Costantino trovò a Gerusalemme tutto ciò che desiderava, dalla croce alla casa di Pietro. «Non è così semplice. Quest’idea rischia di diventare un luogo comune. La questione dell’imperatrice Elena è un capitolo a parte».

    Ultima osservazione: la Sindone riporta un’immagine tridimensionale. Per ottenerla non posso avvolgere semplicemente un corpo in un lenzuolo, come farei al momento della sepoltura. «No, deve fare molte altre cose, questo è vero. Però ricordiamoci che, data la sua sacralità, è difficile accostare e studiare l’oggetto stesso». Infatti queste scritte non sono mai state viste da nessuno, in tanti anni, anche quando la Sindone era, come lei spiega, molto meno sbiadita di adesso. «Tenga conto che veniva avvicinata raramente, e con una forma quasi di terrore sacrale. Io comunque non mi sono interrogata sulla sua formazione, perché sarebbe un tentativo di razionalizzare una materia dove lo storico, qualora lo faccia, si espone a troppi rischi, anche di figuracce. Come chi aveva spiegato la trasfigurazione di Cristo ricorrendo ai fenomeni ottici che si verificano sui ghiacciai. Preoccupiamoci piuttosto di studiare seriamente. L’unica cosa certa è che dobbiamo toglierci dalla testa di avere in mano, al proposito, le carte definitive».


    www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/cultura/200907articoli/45702gi...

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    virtesto
    Post: 24
    Registrato il: 01/10/2005
    Utente Junior
    00 28/07/2009 16:13
    insomma, che vorreste sapere sul «sacro lenzuolo» e che nessuno vi ha mai detto.

    •C’è il sospetto che, nelle accese controversie scientifiche aventi per oggetto la Sindone, si sia insinuata anche della cattiva scienza - caratterizzata da metodi di studio non rigorosi - o addirittura della pseudoscienza, che della scienza vera scimmmiotta solo il linguaggio. Poiché le accuse tra sindonologi «autenticisti» e la scienza indipendente sono reciproche (ma del resto si sa che il buon senso è la cosa meglio ripartita al mondo, in quanto ognuno se ne ritiene ben provvisto), il tentativo di portare ancora un po’ di chiarezza non è forse inutile a priori (Introduzione, 11).
    •Papa Clemente VII mette fine alla lunga controversia emanando 4 bolle (6 gennaio 1390) con le quali permette l’ostensione, ma senza solennità, e ordina che ogni volta, alla presenza del pubblico si dica ad alta voce, per far cessare ogni frode, che la «suddetta raffigurazione o rappresentazione non è il vero Sudario del Nostro Signore Gesù Cristo, ma una pittura o tavola fatta a raffigurazione o imitazione del Sudario» (Una reliquia senza passato, 15).
    •Erano invece consuete un altro tipo di immagini, consistenti nell’impronta del volto di Cristo vivente lasciata su un asciugamano: le «veroniche», vere icone. [...] La Sindone nasce - dopo il giubileo del 1350 che aveva reso celebre la veronica romana - come unione di due elementi: l’impronta di Cristo e il suo telo sepolcrale (Altre sindoni e reliquie medievali, 23).
    •Nel corso del tempo sono state avanzate ipotesi «miracolistiche». L’immagine sarebbe stata creata per emissione di energia (lampi di luce, calore, raggi laser, protoni, neutroni, eccetera), sprigionata dal corpo di Cristo al momento della resurrezione. [...] In questo caso, ai fini della ricerca scientifica, è un altro: se si postula una tale emissione di energia da parte di un corpo umano, di qualunque tipo essa sia, si invoca già un miracolo. A questo punto ogni ulteriore discussione è vana (Altre ipotesi soprannaturali, 67).
    •Radiodatazione. I risultati complessivi dei tre laboratori (Tucson, Oxford e Zurigo) ricevuti dal cardinale Ballestrero il 28 settembre, furono da lui resi pubblici in una conferenza stampa indetta a Torino il 13 ottobre 1988. I test di datazione circoscrissero l’età del telo al periodo compreso tra 1260 e il 1390. [...] L’età reale della Sindone coincide quindi con quella «storica»: l’immagine, apparsa a metà del Trecento, fu fabbricata proprio in quegli anni e non tredici secoli prima; il dato risulta anche in accordo con quanto affermato nel memoriale del vescovo Pietro d’Arcis, il quale afferma che il suo predecessore - il vescovo Enrico di Poitiers - aveva individuato l’artefice del falso (102).
    •[...] Nonostante questi giudizi, è chiaro che la sindonologia ha ora un nuovo giocattolo con cui divertirsi e un nuovo argomento col quale sopravvivere. [...] Nella medesima letteratura sindonologica vengono citati anche altri esperimenti, con risultato ugualmente negativo (Obiezioni al test di radiodatazione, 105).
    •Abbiamo visto che la Sindone di Torino è storicamente nota a partire dal 1357. [...] Come si ricorderà, già nel 1357 il vescovo Enrico di Poitiers obiettava in merito alla plausibilità e autenticità della Sindone, dato che di una simile immagine il santo evangelo non fa alcuna menzione, mentre invece, se ciò fosse vero, non è verosimile che venisse taciuto od omesso dai santi evangelisti, né che fino a questa epoca sia stato tenuto celato od occultato (Preistoria della Sindone? 119).
    •Abbiamo tentato di offrire un contributo di approfondimento e un’analisi critica, presentando le tesi dei sostenitori dell’autenticità accanto alle tesi contrarie. [...] Anche l’autore non può esimersi dal formulare un proprio verdetto finale. Lo farò parafrasando quanto scritto (vedi pagina 28) da papa Pio XI in una lettera al cardinal Fossati: «Abbiamo seguito personalmente gli studi sulla S. Sindone e ci siamo persuasi della non autenticità. Si sono fatte opposizioni, ma non reggono.
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    flabot
    Post: 191
    Registrato il: 08/05/2009
    Utente Junior
    00 28/07/2009 19:09

    Abbiamo visto che la Sindone di Torino è storicamente nota a partire dal 1357. [...]





    Ma quando una prova storica è cosi distante dai fatti, non rientra nelle prove non attendibili?

    By Flabot